Il made in Italy no food avrà casa al Green Pea
Farinetti: «Un monumento di 15mila metri quadri» per i prodotti sostenibili Investimento da 55 milioni più 10 milioni per la newco che gestirà il punto vendita
Cotoni organici, colorati in maniera naturale, lane prodotte da animali allevati in maniera sostenibile, legno certificato da foreste deforestabili, acciai e materiali riciclati per la casa e moltissimo riuso, anche nelle proposte di arredamento. Sono i principi chiave intorno ai quali è nato Green Pea, lo store progettato in seno al Gruppo Eataly dedicato al Made in Italy sostenibile.
«Un monumento di 15mila metri quadri», così lo descrive Oscar Farinetti che fa da guida nella visita in anteprima ai quattro piani progettati per ospitare brand storici e realtà emergenti che hanno accettato la sfida della sostenibilità. «Abbiamo fatto una lunga ricerca per individuare e convincere i partner del progetto, un centinaio in tutto – descrive il fondatore di Eataly – da cui è scaturito un grande lavoro di contaminazione tra realtà diverse e di creazione di servizi e prodotti capaci di incarnare i principi della sostenibilità ambientale». Nel fashion ci sono i nomi pesanti di Herno – con la linea la loro linea Globe–Cucinelli, Ermenegildo Zegna, realtà emergenti come PT Torino e Ecoalf. La proposta per la casa spazia dai grandi come Gervasoni, Valcucine, Roda, Riva 1920, Pianca, Artemide, fino a chicche industriali come StayGreen. Per la prima volta poi il Gruppo decide di creare prodotti con un brand proprio e lo fa, oltre che con una linea di prodotti per igiene personale e pulizia della casa, con la proposta di una cucina componibile venduta in kit da montare che “promette” di fare concorrenza sul prezzo a Ikea. «È importante affiancare l’altissimo di gamma con prodotti accessibili – sottolinea Farinetti – per parlare a tutti e costruire una proposta chiara e comprensibile. Il grande tema dei prossimi decenni sarà salvare la vita umana sul pianeta, il covid avrà soltanto due righe sui libri di scuola».
L’investimento immobiliare per acquistare i terreni e costruire l’edificio – building ecosostenibile dal punto di vista energetico, realizzato in acciaio e legno proveniente dalle foreste del Bellunese spazzate dall’uragano del 2018 – e parcheggio fa capo a Eataly Real Estate, società del Gruppo che ha costruito i punti vendita di proprietà, da Milano, a Roma alla stessa Torino, con il negozio storico del Lingotto. Un primo investimento da 55 milioni a cui si aggiungono altri 10 milioni investiti dalla newco Green Pea che gestirà il punto vendita. Lo schema societario vede quasi il 90% delle quote in capo alla holding Eatinvest Spa, che a sua volta ha come maggiori azionisti le famiglie Farinetti (al 60%) e Nocivelli (al 20%), il restante 10% è della famiglia Orecchia, imprenditori nel settore moda a Torino. Presidente e amministratore delegato di Green Pea è Francesco Farinetti, già ad di Eataly dove ora ricopre il ruolo di vicepresidente.
«L’idea per il consumatore è di acquistare prodotti e allo stesso tempo contribuire ad allungare la durata della vita umana sul Pianeta» racconta Farinetti. Green e Made in Italy, dunque, idea che promette di innovare il mondo del Retail nel settore della mobilità, nei servizi per energia e connettività, nella moda e nel comparto casa e arredamento. «Torino è la città delle invenzioni – aggiunge Farinetti – e Green Pea resterà un caso unico in Italia mentre l’ambizione è di replicare il modello nei prossimi dieci anni in Europa e nel mondo. A partire dal 2021 l’idea è di provare a portare Green Pea all’estero grazie a grandi partner del retail con cui abbiamo già concluso operazioni importanti in Europa e negli Usa». Il riferimento è alle Gallerie Lafayette in Francia, con cui Eataly ha realizzato lo store di Parigi, all’inglese Selfridges, partner con cui il Gruppo sta lavorando in vista dell’apertura dello store Eataly a Londra, a marzo prossimo, infine MGM negli Stati Uniti, società con la quale Eataly ha collaborato per l’apertura dello store di Las Vegas. «La formula che immagino – spiega Farinetti – è quella del management fee, con un partner finanziario e immobiliare e una regia italiana sul progetto. Abbiamo gli alleati più grandi al mondo e io vorrei convincerli nei prossimi dieci anni a realizzare un Green Pea nel loro paese, portare il Made in Italy green…il massimo della vita».
OSCAR FARINETTI Fondatore della catena Eataly