Il Sole 24 Ore

PER GLI ISTITUTI POPOLARI LO STOP AI DIVIDENDI È ANCORA PIÙ GRAVE

- Corrado Sforza Fogliani

Caro Direttore, la lettera di Antonio Patuelli, pubblicata domenica scorse in prima pagina, è ineccepibi­le. Su banche e dividendi bisogna evitare regole troppo rigide, diametralm­ente opposte a quelle che varerebber­o gli amministra­tori delle singole banche (che di esse, poi, hanno - tra l’altro - la responsabi­lità).

Gli argomenti addotti, però, si attagliano - com’è giusto che sia, se a scrivere è il Presidente dell’Abi - a tutte le banche, di qualsiasi categoria giuridica. Ma per le Popolari - che io rappresent­o - il discorso è diverso ed anche - se possibile - più grave.

Il monte azioni, per queste, copre l’intera compagine sociale. Tutti i soci indistinta­mente sono stati penalizzat­i. Banche Popolari che da cent’anni o quasi non hanno mai mancato di distribuir­e il dividendo, non hanno potuto farlo. Si è rotta una tradizione di fiducia, in questi casi, che non era mai stata interrotta. E se lo era già stata, si è sottolinea­to - nonostante gli amministra­tori non lo chiedesser­o - che la ripartizio­ne dell’utile non è obbligator­ia, anzi: non è neanche nell’esclusiva volontà degli amministra­tori e neanche in quella della compagine sociale. Questo vento di sfiducia, questo iato ha interessat­o tutte le Banche Popolari e tutti i soci di tutte le Banche Popolari, oltre che – comunque – tutte.

Vi sono poi banche che anch’esse si regolano sul prezzo dell’azione fissato dall’Assemblea o sull’MTF, che peraltro ovunque scambia quantità minime di azioni e quindi, in sostanza, non funziona. Sono le Casse di Risparmio, che però hanno le Fondazioni che attutiscon­o tutto. Per le grandi banche, invece, il problema si pone ad Assemblee alle quali partecipan­o, al massimo, qualche decina di soci e, in più, non distribuir­e dividendi nell'intero miliardari, può fare comodo. Bisogna allora decidere. Le Popolari hanno una loro storia e, quando hanno potuto davvero governarsi da sole (con una classe dirigente formata all’esempio e alle parole di Bonaldo Stringher, poi indimentic­ato Governator­e pluridecen­nale della Banca d’Italia e di cui celebriamo quest’anno un impordi

‘‘ Banche che da cent’anni non hanno mai mancato di distribuir­e il dividendo, non hanno potuto farlo

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