Acconti fiscali rinviati al 10 dicembre
Dilazione per tutti su Ires, Irpef e Irap per capire a chi spetta la proroga al 30 aprile Il rinvio più lungo scatterà con perdite del 33% riferite al primo semestre
Edizione chiusa in redazione alle ore 22 Governo ancora al lavoro per definire il Decreto Ristori Quater. Il Consiglio dei ministri per il varo dovrebbe tenersi tra oggi e domani. Intanto arriva un’altra proroga fiscale. Il termine per il versamento della seconda o unica rata d'acconto delle imposte sui redditi (Ipref e Ires) e dell'Irap dovuta dagli operatori economici verrà prorogato dal 30 novembre al 10 dicembre 2020 con una norma nel Dl Ristori Quater, in corso appunto di adozione. Lo ha annunciato ieri un comunicato del Mef. Un mini rinvio generalizzato per dare il tempo di ricalcolare la propria situazione e capire se si ha diritto alla proroga più lunga, al 30 aprile. C’è però l’incognita dell’intreccio con l’ordinanza del ministro Speranza sulle Regioni destinate a uscire dalla zona rossa, in vigore da domenica. Salta invece il così detto bonus di Natale da 500 euro per i lavoratori in cassa integrazione. La misura da inserire nel Dl Ristori Quater sarebbe costata 1,6 miliardi.
Stop per tutti nelle zone rosse ma pesa l’incrocio con l’ordinanza di Speranza in vigore da domenica
Niente da fare per il «regalo di Natale» proposto dal premier Conte ai lavoratori con più di 8 settimane di Cig
E alla fine comunicato legge fu, con mini-rinvio generalizzato al 10 dicembre degli acconti Ires, Irpef, Irap del 30 novembre per dare a tutti il tempo di ricalcolare la propria situazione e capire se si rientra nei parametri che danno diritto alla proroga più lunga, al 30 aprile in rata unica. Proroga che, come confermato dopo la lunga riunione di ieri fra il ministro dell’Economia Gualtieri e i capidelegazione della maggioranza, sarà riservata alle imprese fino a 50 milioni di fatturato che nel primo semestre di quest’anno hanno registrato una perdita di volume d’affari di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il comunicato del Mef
Il comunicato è stato diffuso ieri pomeriggio dal ministero dell’Economia. Perché il decreto Ristori-quater arriverà solo nel fine settimana, probabilmente domenica. La coperta degli 8 miliardi dello scostamento approvato giovedì alle Camere si è rivelata subito tirata per le tante misure sul tavolo. E alla Ragioneria serve un supplemento di lavoro per chiudere i conti e bollinare il provvedimento.
L’incognita zone (ex) rosse
Questo calendario determina però un intreccio singolare conl’ordinanza del ministero della Salute che proprio da domenicaQuesto calendario determina però un intreccio singolare con l’ ordinanza del ministero della Salute che proprio da domenica trasformerà da rosse ad arancioni Piemonte, Lombardia e Calabria, e da arancioni a gialle Liguria e Sicilia.arancioni a gialle Liguria e Sicilia. Intreccio problematico. Vediamo perché.
Accanto alle partite Iva e alle imprese che hanno perso almeno un terzo del fatturato nei primi sei mesi dell’anno, spiega infatti il comunicato ministeriale, il rinvio al 30 aprile riguarderà anche «i soggetti non interessati dagli Isa che operano nei settori economici individuati nei due allegati al decreto-legge “Ristori bis” e che hanno domicilio fiscale o sede operativa nelle zone rosse, nonché per i soggetti che gestiscono ristoranti nelle zone arancioni». Tradotto, lo stop interesserà i settori economici colpiti direttamente dalle restrizioni antiCovid nelle Regioni rosse e arancioni, a prescindere dai requisiti relativi ai ricavi o compensi e alla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi.
Bene, ma zone rosse quando? Il discrimine è rappresentato dalla data di entrata in vigore del decreto. Ne consegue, sembra di capire, che se il decreto entrasse in vigore oggi, con pubblicazione sulla Gazzetta di stasera, le imprese interessate nelle cinque regioni destinate a cambiare colore otterrebbero lo stop lungo. Se invece entrasse in vigore lunedì, per questi soggetti il rinvio sarebbe limitato al 10 dicembre. La prospettiva più probabile, però, è che il Ristori-quater vada in Gazzetta proprio domenica. Creando una sovrapposizione tutta da chiarire.
Le altre proroghe
Per il resto, il comunicato di ieri conferma che un piccolo rinvio al 10 dicembre riguarderà anche la trasmissione telematica della dichiarazione dei redditi e del modello Irap.
Ma comunicato a parte, il rinvio delle tasse di fine anno riguarderà ovviamente anche le scadenze del 16 e del 27 dicembre. Anche in questo caso il confronto interno alla maggioranza ha portato alla scelta del criterio più ampio, che garantisce il diritto al rinvio quando la perdita supera il 33% (sempre con un fatturato fino a 50 milioni). In questo caso, però, cambierebbe la base di calcolo, che sarebbe limitata al confronto fra novembre 2020 e novembre 2019 e non riguarderebbe più il primo semestre. A cambiare sono anche le date e le modalità del ritorno alla cassa: Iva e ritenute del 16 dicembre andranno infatti pagate in unica soluzione al 16 marzo o in quattro rate mensili a partire da quella data, per allineare il calendario a quello previsto dal Ristori-bis. Stesse regole anche per i contributi. A completare la riscrittura del calendario tributario c’è il rinvio delle rate in scadenza il 10 dicembre per rottamazione e saldo e stralcio: si pagheranno il 1° marzo.
Oltre al fisco
L’ampliamento degli stop fiscali, che riguarda anche le accise degli oli minerali e il prelievo unico erariale (Preu) sulle slot, espelle definitivamente dalla griglia del provvedimento l’idea di Conte di un «regalo di Natale» da 500 euro per i lavoratori che hanno utilizzato per più di 8 settimane la Cig Covid. Costa troppo (1,6 miliardi), e aveva ricevuto critiche quasi generalizzate ai tavoli della maggioranza. Nel capitolo extra fisco resta la replica dell’indennità da mille euro agli stagionali del turismo e dello spettacolo (550 milioni il costo) e dello sport (124 milioni). Fino all’ultimo si è ragionato poi di un possibile piccolo allargamento degli aiuti a fondo perduto per alcune categorie come gli agenti di commercio. Ma l’estensione generalizzata dei ristori ai professionisti, insieme al «meccanismo perequativo» per sostenere chi è stato penalizzato dal criterio legato alle perdite di aprile utilizzato nei primi due decreti, arriverà solo con il Ristoriquinquies. A inizio dell’anno prossimo, insieme al nuovo scostamento che promette di superare i 20 miliardi di deficit aggiuntivo.