Calabria, il prefetto Longo nuovo commissario alla sanità
Conte soddisfatto: un uomo delle istituzioni che ha sempre difeso la legalità «Ho accettato come atto d’amore verso la Calabria Un dovere istituzionale»
Uno sbirro commissario alla sanità in Calabria. Il Consiglio dei ministri si convoca all’improvviso, la nomina attesa da giorni stavolta arriva. È Guido Nicolò Longo, classe 1953, 40 anni di carriera nella Polizia di Stato, al termine della carriera prefetto a Vibo Valentia fino al 30 maggio del 2018, quando é andato in pensione. Catanese, questore di Reggio Calabria, Palermo e Caserta, viene dalla scuola di Arnaldo La Barbera. Ed è in rapporti eccellenti con Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, uomo-simbolo in Calabria della legalità. Valore richiamato a sua volta dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con un tweet: Longo è «un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità». Dice all’Ansa l’ex prefetto di Vibo: «Ho accettato di fare il commissario per la sanità come atto d’amore verso la Calabria. Il mio è anche un dovere istituzionale - aggiunge - verso il Governo, che mi ha scelto e che ringrazio».
Longo ha fama di duro. Parlata siciliana, poliziotto vecchio stampo, funzionario di squadra mobile, dirigente della Dia a Napoli. È la scelta della mediazione finale dentro il governo dopo l’ennesimo scontro su due nomi, il prefetto Luigi Varratta e il direttore della Asl Roma 6 Narciso Mostarda. E la caduta della candidatura di Agostino Miozzo, coordinatore del Cts.
Adesso vanno fatti i conti con gli strascichi scontati di un braccio di ferro sulle nomine tutto politico, segno di una contrapposizione continua tra Pd e Conte. Si vedrà alla prossima partita per nominare due vicedirettori all’Aise (agenzia informazioni e sicurezza esterna) e uno all’Aisi (agenzia informazioni e sicurezza interna). Le novità potrebbero esserci già nelle prossime ore. La legge, in questo caso, imputa la designazione al solo presidente del Consiglio, sentito il direttore dell’agenzia. Ma un confronto di maggioranza minimo resta necessario. Soprattutto con la fibrillazione già in corso da giorni. La partita sulla Calabria, del resto, è chiusa sul commissario ma resta aperta. I Dem chiedono che ora il prefetto, garante di legalità, sia affiancato da una squadra con le competenze specifiche sulla sanità. Per il senatore Ernesto Magorno (Italia Viva) «quella del prefetto Longo è un’ottima scelta. Una garanzia per questa sfida difficile». Plauso anche dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, così come da Vito Crimi (M5S). Dal Pd, invece, le dichiarazioni di consenso sono state quasi inesistenti. A riscontro e conferma di un nervosismo politico in pieno vigore. Ora l’agenda di Longo per la sanità calabrese è un continuo di criticità insuperate da anni. Basti pensare che le aziende sanitarie di Reggio Calabria e Catanzaro sono state sciolte per infiltrazioni mafiose, mentre quelle di Vibo Valentia, Cosenza e Crotone sono commissariate per il deficit accumulato. «In Calabria mi sono formato come funzionario di polizia» ha ricordato non a caso il neo commissario. Saranno premianti anche i suoi rapporti con la magistratura.
Dalla Regione arriva un’apertura cauta. «Fermo restando che lo strumento del commissariamento resta per noi un’offesa alla capacità istituzionale dei calabresi, prendiamo atto della scelta del Governo e ne diamo un collaborativo parere positivo» ha detto il presidente facente funzioni della giunta regionale Nino Spirlì. Il nuovo commissario, aggiunge, «si dovrà occupare di rendere umano ciò che umano, fino a oggi, nell’universo sconquassato della sanità calabrese, non è stato. Noi potremo essere al suo fianco, se lo vorrà».