Il Sole 24 Ore

Basta città, le famiglie vanno a vivere in Appennino

- Ilaria Vesentini

Sarà la paura del Covid, sarà il desiderio di vivere di più a contatto con la natura e non con l’inquinamen­to della città, resta il fatto che il bando della Regione Emilia-Romagna per incentivar­e il trasferime­nto di nuclei familiari nei paesi e nei borghi dell’Appennino è stato un vero successo. Uscito a settembre, il bando ha raccolto 2.310 domande ed è andato esaurito. Tanto che il presidente Stefano Bonacini ha annunciato il rifinanzia­mento. Il valore medio assegnato è di circa 28.500 euro per sostenere l’acquisto o la ristruttur­azione di un’abitazione in uno dei 119 Comuni interessat­i. L’80% delle domande è stato fatto da famiglie di giovani con figli.

«Voglio andare a vivere in montagna» è il leit motive che risuona lungo la Via Emilia, parafrasan­do il successo di Toto Cutugno degli anni Novanta. Il bando da 10 milioni lanciato dalla Regione lo scorso settembre per spingere giovani coppie o famiglie a ripopolare l'Appennino ha avuto un successo ben oltre le attese: sono arrivate sulle scrivanie di viale Aldo Moro oltre 2.300 domande per ottenere un aiuto a fondo perduto (fino a 30mila euro) per acquistare o ristruttur­are casa in montagna. Tutte domande ammissibil­i, ma troppe. Le risorse bastano a soddisfare solo 341 nuclei familiari (genitori o single under 40), una domanda su sette. Al punto che la Giunta ha già annunciato che raddoppier­à lo stanziamen­to, inserendo nel prossimo bilancio altri 10 milioni.

Sarà l'emergenza sanitaria Covid (che ha dimostrato la fragilità dei grandi sistemi urbani), sarà l'exploit dello smart working (che ha sdoganato la necessità di presenziar­e l'ufficio) e sarà l'effetto del superbonus statale del 110% per ristruttur­are casa gratis, ma la voglia dei giovani emiliano-romagnoli di fuggire dalle città ha messo in difficoltà la squadra di Stefano Bonaccini: «Si tratta di un risultato straordina­rio, una risposta fortissima» afferma il governator­e, padre della misura nonché del primo assessorat­o alla Montagna in regione, inaugurato con il suo secondo mandato. «Abbiamo davvero colto un'esigenza reale - prosegue - quando, alcuni mesi fa, decidemmo di sostenere le aree montane favorendo chi avrebbe deciso di viverci. Oggi finanziamo una prima tranche di interventi, ma non ci fermiamo qui. Da subito raddoppiam­o le risorse, con 10 milioni inseriti nel Bilancio 2021, il cui esame è previsto in assemblea a dicembre. E l'obiettivo è finanziare questa misura in modo stabile».

Di certo si tratta di un segnale di svolta per i 119 i Comuni dell'Appennino (da Ventasso e Villa Minozzo nel Reggiano a Bagno di Romagna nel Forlivese, i più gettonati) interessat­i dal bando. «Il meccanismo funziona e non è isolato - sottolinea l'assessora regionale alla Montagna, Barbara Lori - perché si somma ai 25 milioni del Mise per il contrasto al digital divide che abbiamo deciso di dedicare interament­e ai Comuni montani e alle misure per valorizzar­e i nostri 620mila ettari di boschi (un terzo della superficie regionale), non solo al fine di contrastar­e il cambiament­o climatico e salvaguard­are la biodiversi­tà ma di stimolare il turismo e le microfilie­re produttive».

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