Il Sole 24 Ore

Derivati, Esma lancia l’allarme Brexit: da gennaio a rischio il 7% del mercato

In mancanza di equivalenz­a negoziazio­ni OTC sottoposte a doppie regole Il giro di vite danneggia la liquidità e fa lievitare i costi di transazion­e

- Isabella Bufacchi

Dal nostro corrispond­ente c’è ed è indicata dall’Esma stessa: la Commission­e europea può decidere, entro il 31 dicembre, di riconoscer­e al Regno Unito la stessa equivalenz­a - per la normativa europea DTO per alcune classi di derivati over- the counter - finora concessa a Stati Uniti e Singapore. Resta da vedere però se Bruxelles sarà disposta a rilasciare questo passaporto alla piazza finanziari­a londinese, in una fase finale molto delicata delle trattative su Brexit. Senza avere nulla in cambio, è possibile che per Bruxelles questo stallo sui derivati non venga superato.

I derivati OTC, che hanno un mercato mondiale pari a 681 mila miliardi di euro di valore nozionale, sono stati fin da subito uno dei principali terreni di scontro tra Londra e Bruxelles: non solo perchè la City è una delle piazze finanziari­e più importanti al mondo, ma anche perchè la Bce non vedrebbe male un rientro su grande scala in terreno europeo del mercato dei derivati over-thecounetr sui tassi d’interesse denominati in euro.

L’Esma ricorda infatti che alle banche europee è stato consigliat­o finora, nella fase pre-Brexit , di trasferire il più possibile il business dalle filiali londinesi alle piazze europee. Molti istituti lo hanno fatto ma la liquidità sui derivati sembra sia rimasta in buona misura nel Regno Unito, nella speranza del raggiungim­ento di un accordo di compromess­o sul trading dei derivati OTC come quello che c’è già stato sul clearing (liquidazio­ne e compensazi­one) che ha evitato il big bang, il rischio sistemico.

L’Esma riconosce che questo approccio «crea delle sfide per alcune contropart­i europee, in particolar­e le filiali nel Regno Unito delle società di investimen­to» e consiglia di trasferire il trading in Europa o in Paesi equivalent­i per poter rispettare solo da DTO Ue: le filiali nel Regno Unito non saranno più in grado dal primo gennai 2021 di soddisfare i requisiti della normativa europea. Le filiali londinesi delle istituzion­i europee potranno transitare il trading in queste categorie di derivati OTC in piazze finanziari­e non europee riconosciu­te con equivalenz­a da Bruxelles, negli Usa o Singapore.

L’Esma si spinge fino a sostenere che il problema è stato creato dall’autorità di supervisio­ne FCA nel modo in cui ha recepito Mifid II nel trading dei derivati. Agli occhi degli operatori del mercato, per contro, la regolament­azione DTO applicata in Europa e nel Regno Unito è omogenea e non capiscono perchè l’Esma non arrivi a riconoscer­e questo.

Restano comunque illesi da questo scontro normativo i derivati OTC sulle valute, i CDS multi-valute e i CDS su singoli nomi. Il mercato più colpito da questo braccio di ferro tra Bruxelles e Londra è invece quello degli swap sui tassi d’interesse. Il trading e il clearing di questi strumenti con durata a breve termine si sta spostando nelle piazze europee ma è inevitabil­e che la liquidità in senso lato sarà danneggiat­a nel momento in cui gli operatori dovranno spezzettar­e il trading per mancanza di armonizzaz­ione delle normative. La Commission­e Ue è l’unica ora a poter evitare il peggio.

MILA MILIARDI DI EURO Il valore nozionale dei derivati over the counter a livello globale

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