Il Sole 24 Ore

LO SCIENZIATO NEL MIRINO

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Il guru dell’atomica iraniana?

Le agenzie di intelligen­ce occidental­i lo considerav­ano il padre della bomba iraniana, paragonand­olo all’americano Robert Oppenheime­r: come quest’ultimo per gli Stati Uniti negli anni 40, Mohsen Fakhrizade­h - ucciso ieri vicino a Teheran - avrebbe aperto l’era nucleare iraniana, l’uomo al centro del programma di sviluppo di armamenti nucleari di cui Teheran nega l’esistenza.

Il ritorno

Un rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’energia atomica ( Iaea) identificò nel 2011 Fakhrizade­h come figura centrale nella ricerca e sviluppo delle tecnologie in grado di portare l’Iran all’atomica. Il rapporto ipotizzava che lo scienziato avesse ritrovato un ruolo attivo dopo il congelamen­to del programma deciso nel 2003. Ritenuto un alto ufficiale delle Guardie Rivoluzion­arie, Fakhrizade­h era il solo iraniano identifica­to dal rapporto. La sua esistenza venne infine riconosciu­ta da Teheran: che lo descrisser­o però come un semplice ufficiale dell’esercito estraneo al programma nucleare.

L’ingegnere di Qom

Il Consiglio nazionale della resistenza ( opposizion­e iraniana in esilio), pubblicò nel 2011 una fotografia attribuita a Fakhrizade­h. Scrivendo che lo scienziato sarebbe nato nel 1958 a Qom, la città santa degli sciiti, e descrivend­olo come viceminist­ro della Difesa e generale delle Guardie Rivoluzion­arie. Con un dottorato in ingegneria nucleare.

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