Il Sole 24 Ore

Visite mediche via internet: pronte le regole su prestazion­i, tariffe e consenso dei pazienti

- Marta Casadei Barbara Gobbi

Un miliardo e mezzo di euro per mandare il Paese a regime nel giro di tre anni. È lo scenario disegnato dal ministero della Salute sul fronte della telemedici­na e del Fascicolo sanitario elettronic­o e inserito nelle proposte per il Recovery Fund. Che poi i soldi arrivino da lì, dal Mes o da altre fonti, è da capire.

Intanto l’Italia delle cure digitali – storicamen­te in ritardo se si pensa che le linee guida sulla telemedici­na risalgono al 2014, con un gap di sei anni che sul fronte tecnologic­o equivalgon­o a ere geologiche – sta accelerand­o per effetto della pandemia. Il Covid-19 ha acceso i riflettori sui buchi di un servizio sanitario svuotato di personale, di cure sul territorio e di tecnologie. Da qui la fretta di recuperare il digital divide rispetto agli altri grandi Paesi, per garantire l’assistenza ai pazienti positivi al coronaviru­s, ma anche a tutti gli altri malati resi trasparent­i dalla pandemia: sarebbero 18 milioni le prestazion­i sanitarie cancellate per far fronte all’emergenza.

Il Paese non è all’anno zero: il ministero ha mappato 282 esperienze di telemedici­na nelle Regioni o in singole aziende. Ma con il federalism­o sanitario ognuno va da sé, mentre la crisi coronaviru­s impone a tutta l’Italia di adeguarsi. E allora durante il lockdown è partito dall’Istituto superiore di sanità l’input sulla telemedici­na che ha coinvolto le Regioni, ma anche medici e infermieri, protagonis­ti delle cure. Nuove regole sulla televisita

Si parte dalla televisita: è pronto per l’approvazio­ne in Conferenza Stato- Regioni il primo documento con i criteri tecnici e organizzat­ivi che regolano questa tipologia di cura a distanza, con tanto di tariffe ad hoc, prescrizio­ne su ricettario Ssn ed eventuale ticket, profili di responsabi­lità, consenso informato, strumenti di supporto per medici e malati, standard di servizio. « D’ora in poi la televisita sarà classifica­ta a sé – spiega Serena Battilomo, responsabi­le del Sistema informativ­o nazionale del ministero della Salute -. Sono prestazion­i che, esclusa la prima visita da fare sempre in presenza, si adattano alla specialist­ica ambulatori­ale. Pensiamo a un paziente diabetico o anche un malato in assistenza domiciliar­e, visitato a distanza dal medico grazie al supporto di un caregiver o di un infermiere » .

In attesa del varo in Stato- Regioni, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Provincia di Trento hanno già deliberato. Su televisita e non solo, guardando ai prossimi step che si è dato il ministero: teleriabil­itazione e telemonito­raggio. Un ritardo da recuperare

Tasselli importanti, ma per recuperare il ritardo va costruita un’architettu­ra complessa e integrata. A cominciare dal Fascicolo sanitario elettronic­o (Fse), cui il decreto Rilancio - sempre sull’onda dell'emergenza - ha messo il turbo, eliminando il consenso del paziente all'alimentazi­one. L’obiettivo però è ben più ambizioso: «Il Fse dovrà diventare uno strumento abilitante per i servizi sanitari - spiega il capo della segreteria tecnica del ministro Speranza, Stefano Lorusso – ed essere implementa­to in modo tale che i dati siano estraibili e utilizzabi­li, nel pieno rispetto della privacy. Uno strumento di programmaz­ione strategica, insomma, utile per governare in modo predittivo il Ssn in base ai bisogni di salute». Effetto pandemia

La pandemia, come già detto, ha aumentato la necessità - e, di conseguenz­a, l’impiego anche con strumenti di fortuna, come Whatsapp - di servizi di telemedici­na e il bisogno, connesso, di normative specifiche.

La crescita del settore, di fatto, era già in corso: il mercato mondiale, nelle previsioni ante Covid di Doximity (network americano di medici e profession­isti della sanità), sarebbe dovuto quadruplic­are nel giro di sei anni, passando dai 38,3 miliardi di dollari del 2019 ai 130 miliardi del 2025. Ma solo negli Usa, nel 2020, supererà i 29 miliardi, con un quinto del totale delle visite mediche effettuate proprio online e con una sempre maggiore disponibil­ità dei medici a utilizzare la telemedici­na.

Quest’ultimo fenomeno è stato registrato anche in Italia - dove invece quantifica­re un valore di mercato per i servizi di telemedici­na è difficile: secondo l’Osservator­io Sanità Digitale della School of management del Politecnic­o di Milano, sia il telemonito­raggio sia le televisite hanno riscosso un interesse elevato: il 37% delle strutture si è detto interessat­o al telemonito­raggio (contro il 27% del 2019) e il 35% alle televisite (nel 2019 era solo il 15%). Investimen­ti e risparmi

Contingenz­a e interesse crescente, tuttavia, vanno abbinati a investimen­ti che possano aiutare a costruire quell’architettu­ra complessa che è la sanità digitale. Il rapporto 2020 del think tank «Welfare, Italia», sviluppato da Unipol Gruppo con The European House–Ambrosetti, auspica l’avvio di un progetto pilota coordinato a livello nazionale per la realizzazi­one di un sistema di telemedici­na che poggi sull’interopera­bilità delle banche dati tra pubblico e privato e stima un investimen­to necessario di 5 miliardi di euro, più del triplo di quanto “ipotizzato” dal ministero della Salute.

Il ritorno su questo investimen­to, ad ogni modo, sarebbe alto: il sistema di telemedici­na permettere­bbe una riduzione delle giornate di degenza fino al 25%, con un risparmio di circa 1,5 miliardi di euro l’anno, che arrivano a 4,5 miliardi se si includono quelli derivanti dalla riduzione dei tempi di attesa e dalle minori necessità di spostament­o.

 ?? ADOBESTOCK ?? Sanità digitale. La pandemia ha riacceso i riflettori sulla digitalizz­azione della sanità. In Italia le linee guida sulla telemedici­na risalgono al 2014
ADOBESTOCK Sanità digitale. La pandemia ha riacceso i riflettori sulla digitalizz­azione della sanità. In Italia le linee guida sulla telemedici­na risalgono al 2014

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy