Il Sole 24 Ore

Aiuti alle imprese, i Comuni puntano sull’analisi dei dati

- Dario Aquaro

Dopo la firma del decreto attuativo dell’11 novembre scorso, il Fisco si prepara (finalmente) a raccoglier­e i dati sulle locazioni brevi. Dati che dal 2021 arriverann­o a cadenza mensile e saranno girati ai Comuni per le verifiche sull’imposta di soggiorno. Le informazio­ni andranno così ad alimentare anche le banche dati delle amministra­zioni locali. Proprio mentre alcuni Comuni, tra i più grandi, continuano a investire nei sistemi di data analitycs, per processare e sfruttare tutte le informazio­ni in house: che si tratti di persone fisiche o imprese.

A giugno, per esempio, ha esordito a Bologna il “Sistema della conoscenza delle imprese”: piattaform­a di intelligen­za artificial­e che si nutre dei dati di Infocamere, dell’Agenzia regionale per il lavoro e della stessa amministra­zione comunale ( settori Entrate, Attività produttive, Lavoro). E che dal 2021 prevede di integrare altri dati, provenient­i dalle dichiarazi­oni trimestral­i Iva, da quelle Tari, dalle partecipaz­ioni ai bandi di gara e ancora dal Sistema informativ­o del lavoro. Il tutto per profilare in maniera dinamica aziende e profession­isti sul territorio, con dati aggiornati mensilment­e, gestire i servizi offerti, monitorare e valutare l’evoluzione economica e l’impatto delle crisi ( come l’attuale pandemica), dare risposte tempestive e calibrate.

È la data driven governance. « La tecnologia è nata una decina d’anni fa nel contesto della lotta all’evasione, ed è stata già applicata a progetti di riscossion­e dei tributi, in quasi tutti i capoluoghi di Regione, come Milano, Genova e Bologna » , racconta Stefano De Capitani, presidente di Municipia, società del gruppo Engineerin­g che ha realizzato il progetto e che si occupa della digitalizz­azione dei Comuni di ogni dimensione.

Politiche mirate

Il sistema è flessibile e adattabile. «Essendo una piattaform­a costituita da oggetti e capace di creare relazioni – aggiunge De Capitani – le indagini conoscitiv­e sono infinite. E infatti un’altra applicazio­ne, partita poco prima dell’emergenza Covid, riguarda il welfare e opera sull’incrocio di dati per individuar­e i soggetti effettivam­ente meritevoli di sussidio e supporto » .

I dati utilizzati sono e restano in possesso dei Comuni, seduti su una miniera di informazio­ni. «La novità del “Sistema della conoscenza delle imprese” è l’aggiunta della banca dati di un soggetto esterno, Infocamere. La lettura trasversal­e di più domini informativ­i, fondati su grandi database, consente di dirigere le politiche fiscali locali e le iniziative a sostengo delle imprese » , dice Giuseppina Civitella, responsabi­le Servizi applicativ­i e open data, nella direzione generale del Comune di Bologna. « L’analisi dei dati – spiega – è utile nella fase di progettazi­one, quando si disegnano i bandi, per capire le aree di intervento e mirare gli aiuti non solo per settore d’impresa, ma anche per ambito territoria­le » .

Le elaborazio­ni sono già state usate per definire alcuni interventi, partendo ad esempio dall’osservazio­ne delle imprese attive bloccate dai vari Dpcm sull’emergenza coronaviru­s, dai punti vendita di vicinato aperti durante il lockdown, dai trend sui giorni di cassa integrazio­ne richiesti e accordati alle attività.

In tempi di “ristori” calati dall’alto sull’onda dell’emergenza Covid19, con correzioni in corsa e parametri non sempre a fuoco, grazie alla data analytics i Comuni ( o altri enti locali) potrebbero agevolare anche l’azione del governo. Sostituend­o alla fotografia “statica” sullo stato delle imprese una rappresent­azione dinamica, aggiornata e più precisa.

Bologna investe ancora in una tecnologia usata anche da altre città in funzione antievasio­ne

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