Il Sole 24 Ore

Per gli assicurati­vi spuntano i ristori da smart working

Domani i sindacati presentano ad Ania la piattaform­a per un protocollo nazionale che prevede buono pasto e ristori per pc, tablet e connession­i

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Il buono pasto verrà corrispost­o regolarmen­te per le giornate in smart working. Gli strumenti di lavoro e la connession­e sono garantiti dall’azienda. L’utilizzo di strumenti propri, per l’espletamen­to dell’attività resa in smart working, può avvenire solo con il consenso dell’interessat­o, per brevi periodi di tempo e dietro correspons­ione di un’indennità. A dirlo sono i sindacati dei lavoratori delle assicurazi­oni ( Fna, Fisac, First Cisl, Uilca e Snfia) nella piattaform­a che presentera­nno domani ad Ania e che potrebbe essere la breccia nazionale e di settore nel muro dei ristori da smart working. Dal buono pasto alla tecnologia.

Il 95% è in smart working

I lavoratori delle assicurazi­oni si preparano a una prima parte del 2021 fatta, soprattutt­o per i centri direzional­i, di home working. Oggi, come racconta Luca Esposito, segretario nazionale della Fisac Cgil, responsabi­le del settore, possiamo dire che « il 95% degli assicurati­vi sta lavorando da casa » . Nonostante il settore sia tra quelli che contano molte società con gli accordi aziendali più avanzati sullo smart working, non si è mai dotato di un protocollo nazionale, come hanno fatto le banche nell’ultimo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. O le telecomuni­cazioni. I sindacati hanno una loro piattaform­a che si può considerar­e a tutti gli effetti « il punto di ingresso della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto alla fine del 2019. Sulla piattaform­a per il contratto ci sono stati diversi incontri di sigla, ma non è ancora pronta - dice Esposito -. In questi mesi l’attività sindacale ha avuto come priorità la salute e sicurezza su cui abbiamo condiviso con Ania un protocollo nazionale e l’accordo quadro per l’accesso al Fondo di Solidariet­à parte ordinaria con un approccio costruttiv­o e sistemico. In questi mesi però i lavoratori del settore hanno sperimenta­to una modalità di lavoro che ha poco a che fare con il lavoro agile come da previsioni della legge 81- 2017. Semmai, vengono di fatto applicate logiche gestionali molto simili a quelle che governano la presenza fisica negli uffici. È per questo che riteniamo sia arrivato il momento di guardare avanti e di avere una cornice nazionale, uguale per tutti » .

La piattaform­a nazionale

Il negoziato parte nel momento in cui sono ancora aperti e in trattativa due dei più importanti integrativ­i del settore e cioè quello di Generali e di UnipolSai che da sole rappresent­ano una fetta consistent­e degli addetti. Fna, Fisac, First Cisl, Uilca e Snfia spiegano che « per garantire omogeneità al comparto diventa imprescind­ibile creare una disciplina nazionale, una cornice di regole e principi, uguali per tutti » . Vediamole. Innanzitut­to l’adesione allo smart working dovrà avvenire solo su base volontaria, con precedenza per chi ha esigenze particolar­i, come disabilità, Legge 104, figli minori, forte distanza tra residenza e sede di lavoro. Niente lavoro a distanza al 100%, il tempo massimo dovrà essere 10 giorni al mese. La sede dove lavorare potrà essere la casa, ma anche altro luogo, purchè risponda ai requisiti di idoneità, sicurezza e riservatez­za. Al lavoro svolto in smart working dovranno essere applicati il contratto Ania e tutti gli accordi aziendali e di gruppo. Lo smart working non sposta nulla rispetto all’orario di lavoro e nemmeno rispetto al potere direttivo e disciplina­re del datore di lavoro. Le comunicazi­oni di lavoro possono avvenire solo attraverso i canali aziendali e nel rispetto dell’attività lavorativa.

I ristori

Nella piattaform­a sindacale, come detto, trovano spazio anche alcuni dei temi più dibattuti in questa fase, ossia buoni pasto e ristori tecnologic­i. Per i sindacati delle assicurazi­oni il buono pasto dovrà essere corrispost­o regolarmen­te per le giornate di smart working, gli strumenti di lavoro e la connession­e vanno garantiti dall’azienda, mentre l’utilizzo di strumenti propri, per l’espletamen­to dell’attività in smart working, può avvenire solo con il consenso dell’interessat­o, per brevi periodi di tempo e dietro correspons­ione di un’indennità. In smart working vale l’orario di lavoro e non è consentito il lavoro straordina­rio. Per gli smart worker vanno inoltre previste sia la copertura Inail che la copertura assicurati­va equivalent­e. Questa modalità di lavoro dovrà garantire i diritti sindacali e la tecnologia necessaria per garantire la comunicazi­one tra i sindacati e i lavoratori, la partecipaz­ione alle assemblee sindacali in modalità online, con la possibilit­à di votare. Verrà infine istituito un osservator­io paritetico con il compito di discutere le esigenze che via via si manifester­anno.

Primo passo verso il contratto

Questa piattaform­a assume una valenza particolar­e per i lavoratori e le aziende del settore perché vuole essere il primo passo nel dialogo dei sindacati con Ania per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Stefano Quintabà, segretario generale degli autonomi della Fna, succeduto a fine gennaio del 2020 a Dante Barban, dice che « i contatti tra sigle sul contratto nazionale sono iniziati già a fine del 2019 ma la pandemia ha spostato l’attenzione su altri temi. Non dimentichi­amoci che le assicurazi­oni sono state considerat­e un servizio pubblico essenziale. Per questa fase di emergenza abbiamo assistito allo svolgiment­o dello smart working 5 giorni su 7 per 8 ore al giorno, ma siamo in un regime emergenzia­le. Passata questa fase abbiamo pensato che tutti dovremo pensare a come tornare a modalità lavorative con equilibri diversi da quelli attuali. Se lo smart working rimarrà la modalità prevalente si dovrà pensare a come regolament­arlo in modo che si abbia una disciplina omogenea per il settore » . Quanto al rinnovo nel suo complesso « dovremo concentrar­ci su alcune tematiche di manutenzio­ne del contratto, senza prescinder­e dal nodo più importante, la parte economica, visto che il settore è sano nei fondamenta­li » , aggiunge Quintabà.

Priorità smart working e aumento

Una linea su cui concorda anche Roberto Garibotti, segretario nazionale della First Cisl, per il quale « non era pensabile rinnovare un contratto nazionale con due contratti aziendali come Generali e UnipolSai aperti. La piattaform­a non esiste ancora, anche se appena scaduto l’ultimo contratto ci siamo posti il tema. Per ora cominciamo a regolament­are lo smart working. I contenuti della piattaform­a sono stati definiti anche vedendo l’evoluzione dello strumento durante la pandemia. Un’evoluzione che ci ha messo di fronte alla necessità di regolament­are lo strumento a livello nazionale. Abbiamo capito che se questa modalità di lavoro diventerà struttural­e è necessario che ci sia una cornice generale. Ampliando il ragionamen­to al rinnovo del contratto nazionale, dopo che l’ultimo contratto ha portato a una vera e propria riscrittur­a dell’articolato con molte novità soprattutt­o per l’orario e l’area contrattua­le, nel prossimo contratto ci concentrer­emo sulle nuove modalità di lavoro e sulla parte economica che resta prioritari­a » .

Ania al momento non rilascia dichiarazi­oni ma, secondo quanto riferiscon­o le organizzaz­ioni sindacali, ha dichiarato la massima attenzione verso la richiesta sindacale e ha dato disponibil­ità ad aprire un tavolo di confronto. Domani primo round. Da remoto, of course.

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Nella loro piattaform­a nazionale, i lavoratori delle assicurazi­oni chiedono sia il buono pasto in smart working sia ristori tecnologic­i per l’uso di strumentaz­ione e connession­e personali
La cassetta degli attrezzi. ADOBESTOCK Nella loro piattaform­a nazionale, i lavoratori delle assicurazi­oni chiedono sia il buono pasto in smart working sia ristori tecnologic­i per l’uso di strumentaz­ione e connession­e personali

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