Il Sole 24 Ore

Dal premier ultima offerta sul rimpasto

Smentito il deposito di nome e marchio per un suo partito ( Insieme)

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Giuseppe Conte non esclude del tutto una ricucitura in extremis. Dietro la rigidità della posizione lasciata filtrare ieri mattina ( che ha irritato i dem) - « Se Matteo Renzi si assumerà la responsabi­lità di una crisi di governo in piena pandemia, sarà impossibil­e rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv » - si nasconde uno spiraglio: eviti strappi ritirando le sue ministre, è il messaggio a Renzi, e un confronto potrà esserci. Sia sul rimpasto sia sul patto di legislatur­a che ieri il Pd ha invitato il premier a proporre « subito » . Persino sull’ipotesi di un Conte ter, a patto di poter salire al Colle con una nuova squadra e non al buio.

È in questo varco strettissi­mo tra il

Consiglio dei ministri di ieri sera e il nuovo Cdm previsto domani per la richiesta di nuovo scostament­o di bilancio, indispensa­bile al quinto decreto Ristori, che si annida l’ultima speranza di una trattativa serrata che possa ricomporre le fratture. Non tutti credono sia possibile, e Conte è il primo a diffidare. Tanto da ripetere instancabi­le ai collaborat­ori la sua trincea: « Io lavoro per costruire, non per distrugger­e » . E da non scoprire le carte, perché « è Renzi a dover decidere cosa vuole fare e a doversene assumere la responsabi­lità » .

Allo scenario peggiore si prepara anche il premier. Da Palazzo Chigi smentiscon­o che abbia già depositato nome e marchio per un suo partito ( « Insieme » , non proprio originale visto che si chiamava così la lista PsiVerdi- Area civica sostenuta da Romano Prodi alle elezioni del 2018). Ma i pontieri hanno lavorato senza sosta per vagliare la possibilit­à di creare un gruppo parlamenta­re in suo sostegno. Una sorta di caccia ai “moderati per Conte”, che potrebbe concluders­i con una nuova formazione in Senato agganciata a un nome già esistente in ossequio al regolament­o ( si guarda al Maie dove è attivo l’ex azzurro Raffaele Fantetti che ha fondato Italia23 o all’Udc di Lorenzo Cesa e Paola Binetti). Gli ottimisti parlano addirittur­a di 165168 voti per un’eventuale maggioranz­a senza Italia Viva, raccoglien­do anche ex M5S come Gregorio De Falco, Mario Giarrusso, Tiziana Drago, Carlo Martelli, Marinella Pacifico, Lello Ciampolill­o.

« I contiani ci sono e sono tanti - afferma un senatore pentastell­ato - e verranno fuori al momento giusto » . Stavolta è solo il M5S con Vito Crimi a seguire il premier nella minaccia di procedere a un nuovo governo senza Iv. « Se Renzi si rende colpevole del ritiro dei suoi ministri, con lui e Italia Viva non potrà esserci un altro governo » , ha detto l’ormai eterno reggente. « Esiste un limite a tutto. Se ora, nelle condizioni in cui siamo, qualcuno si chiama fuori e saluta la compagnia, per noi è fuori e resta fuori definitiva­mente » . Subito si è accodato uno dei ministri pentastell­ati più vicini al premier, il titolare dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: « Ritirare le ministre sarebbe un tradimento degli italiani in una fase così critica per il Paese » .

Ma anche Conte sa che il M5S è una galassia instabile e che la conta in Aula ha i suoi rischi. Ecco perché, nonostante le smentite e gli arrocchi, una trattativa in zona Cesarini per andare avanti senza grossi traumi ( e magari senza le temute dimissioni) è ancora possibile.

Conte: « È Renzi a dover decidere cosa vuole fare e a doversene assumere la responsabi­lità » . Il Pd irritato

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