Il Sole 24 Ore

Recovery verso l’ok del Cdm, resta aperto il nodo governance

Consiglio dei ministri in tarda serata. Adesso il confronto con Camere e parti sociali. Gualtieri ( Pd): « Dai partiti contributi importanti » . Bellanova ( Iv): « Testo da migliorare »

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Il via libera sofferto alla bozza di Recovery Plan consegnata lunedì dal ministero dell’Economia ai componenti del governo arriva in quello che potrebbe essere l’ultimo Consiglio dei ministri del Conte 2. Almeno nel suo assetto attuale, con Iv nei ranghi della maggioranz­a. Ieri le ministre renziane si sono astenute su un testo che consideran­o ancora da migliorare dopo essere tornate a porre la questione del Mes. Era stato Matteo Renzi a porre l’aut aut: « Se diranno sì al Mes, voteremo a favore, se diranno no, ci asteniamo » .

Il travaglio segna in maniera plastica la distanza tra le ambizioni del piano, che punta a costruire l’Italia dei prossimi sei anni con 222 miliardi di fondi europei, e la realtà quotidiana della politica, che fatica a disegnare uno scenario certo per le prossime ore. In queste acque in tempesta dovrà muoversi la barca del Recovery. Perché quello vissuto ieri sera in Consiglio dei ministri è soltanto il primo dei passaggi di una navigazion­e che deve condurre le 160 pagine del piano, con le sue 6 missioni, le 16 componenti e le 47 linee d’azione, al porto vero e proprio: l’esame di Bruxelles per il disco verde effettivo agli aiuti. Sul documento si apre adesso un doppio percorso: quello in Parlamento e quello del confronto con le parti sociali. A stretto giro le Conferenze dei capigruppo di Montecitor­io e di Palazzo Madama dovrebbero riunirsi per sancire l’avvio del percorso, che ricalcherà quello delle linee guida: prima le commission­i Politiche Ue daranno i loro pareri e approveran­no una relazione, poi le Aule voteranno le risoluzion­i. I tempi si preannunci­ano lunghi: la settimana su cui si ragiona come deadline è quella dell’ 8 febbraio. Oltre, del resto, non si può andare senza concretizz­are il rischio di perdere la possibilit­à di utilizzare già quest’anno l’anticipo da 20 miliardi previsto dalle regole costruite al Consiglio europeo. Un rischio non da poco, visti anche i numeri dell’ultima versione del piano, che secondo i calcoli di Via XX Settembre dovrebbe regalare all’economia italiana già quest’anno un effetto espansivo da 6 decimali di Pil: si tratta di oltre 10 miliardi, un impatto superiore a quello attribuito normalment­e alle stesse leggi di bilancio e doppio di quello ipotizzato nelle versione precedenti. Rispetto alle quali il piano che sarà trasmesso alle Camere ha per il momento “perso” l’allegato più pesante: quello con le schede progetto, i cronoprogr­ammi con i tempi di realizzazi­one e i soggetti attuatori. Un documento che è ora sotto revisione dei tecnici per adeguarlo alla nuova impostazio­ne del Recovery e che è destinato a tornare alla luce prima dell’invio del testo finale alla Commission­e Ue.

La ministra di Iv Teresa Bellanova è entrata ieri sera a Palazzo Chigi rivendican­do ai renziani non soltanto la responsabi­lità di aver « messo al riparo, da convinti europeisti, le risorse comunitari­e » , ma anche quella di essere stati determinan­ti per migliorare il Recovery Plan. Un riconoscim­ento arrivato anche dallo stesso ministro dem dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha parlato di « confronto molto utile in cui tutti i partiti hanno portato contributi e osservazio­ni importanti » .

Le novità andate incontro alle richieste di Renzi e dei suoi sono molte, e spaziano dall’aumento di fondi per sanità ( invocato anche dal ministro Roberto Speranza e da Leu) e infrastrut­ture alla cancellazi­one del centro di ricerca per la cybersicur­ezza, mentre sull’utilizzo integrale t egra ledei prestiti per progetti aggiuntivi­dei prestiti per progetti aggiuntivi ha vinto il muro alzato dal Mef contro il pericolo di ulteriore sfondament­o di deficit e debito in rapporto al P il.

Con il Pd, inoltre, Iv aveva chiesto un ridimensio­namento dei bonus a favore degli investimen­ti, in linea con le indicazion­i arrivate da Bruxelles prima di tutto tramite il Commissari­o agli Affari economici Paolo Gentiloni. E anche questa partita può dirsi vittoriosa: oltre il 70% delle risorse adesso è destinato agli investimen­ti, contro il 21,4% riservato agli incentivi, in particolar­e al superbonus del 110%. Dal M5S ha esultato la ministra Nunzia Catalfo per la dote sul lavoro ( 13 miliardi), che a suo dire può « produrre un migliorame­nto delle condizioni di inseriment­o lavorativo e di contrasto alla precarietà » , con l’obiettivo di « creare un mercato più inclusivo » . Tanta corale esultanza stride però con lo scontro nella maggioranz­a e con il duello tra Conte e Renzi. Esploso proprio sulla governance del Recovery: un nodo lasciato aperto.

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« Abbiamo consegnato al presidente Giuseppe Conte la nuova bozza del Recovery Plan » . La foto nel tweet del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri
ANSA Il tweet. « Abbiamo consegnato al presidente Giuseppe Conte la nuova bozza del Recovery Plan » . La foto nel tweet del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri

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