Il Sole 24 Ore

L’Australia dice no allo shopping della Cina

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Nuovo capitolo nella saga tra Cina e Australia: da poche settimane partner nell’intesa commercial­e regionale Rcep, i due Paesi continuano a scontrarsi in una schermagli­a sempre più aspra. Due giorni fa, Canberra ha bloccato l’offerta di 231 milioni di dollari, messa sul tavolo dalla China state constructi­on engineerin­g company ( Cscec ) per rilevare l’ 88% del gruppo delle costruzion­i Probuild, attivo in Australia, ma di proprietà sudafrican­a. Cscec è la più grande società di costruzion­i al mondo per fatturato.

L’operazione è stata bocciata per motivi di « sicurezza nazionale » ed è la prima applicazio­ne delle severe regole sugli investimen­ti esteri entrate in vigore il 1° gennaio. Lo stop a un’acquisizio­ne di portata relativame­nte ridotta è interpreta­to come un avvertimen­to agli investitor­i cinesi: fare shopping in Australia non sarà facile.

Gli investimen­ti cinesi in Australia sono crollati da quando le relazioni bilaterali si sono inasprite, dopo la decisione di Canberra di escludere Huawei dal 5G e di chiedere un’indagine internazio­nale sull’epidemia di Covid- 19 a Wuhan ( in partenza in questi giorni). Il regime di Pechino ha reagito con raffiche di dazi sulle merci australian­e, accompagna­ti da divieti all’import per questioni sanitarie.

Bloccata acquisizio­ne nelle costruzion­i Pesano le tensioni su Huawei e Covid- 19

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