Le aste di BTp Gualtieri: «La fiammata dello spread costa cara»
Il mercato teme le elezioni anticipate: gli analisti stimano in questo caso un aumento del gap tra BTp e Bund di 40-50 punti base, ma c’è chi lo vede raddoppiare a quota 200
«Gli italiani hanno perso quasi 8 milioni di euro». Tocca al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, tracciare il primo, e assolutamente parziale, bilancio di quanto l’improvvisa crisi di Governo possa gravare sui conti dello Stato. Come infatti ci si poteva attendere, il ritiro dei ministri da parte di Italia Viva ha di colpo interrotto la «luna di miele» fra gli investitori e il nostro Paese, provocando l’immediata risalita dei rendimenti dei BTp, che ieri sera si attestavano sulla scadenza decennale allo 0,62%, e soprattutto un nuovo allargamento dello spread nei confronti del Bund, che si è spinto fino a 120 punti base per la prima volta dallo scorso autunno per terminare poi a quota 117.
Il fatto che i mercati siano tornati a fare i conti con un rischio politico che pareva assopito, grazie alle massicce dosi di «sonnifero» iniettate dalla Bce con i suoi riacquisti di titoli di Stato e anche in virtù del nuovo clima costruttivo che si è tornati a respirare in Europa, è risultato subito evidente nell’asta che il Tesoro italiano aveva (sfortunatamente) in programma proprio ieri. I BTp a 3, 7 e 30 anni sono stati sì collocati senza eccessivi patemi d’animo per un ammontare complessivo di 9,25 miliardi, ma i loro rendimenti sono risultati superiori rispetto a un mese fa (rispettivamente di 7 e 11 centesimi sulle scadenze più brevi, mentre il trentennale è rimasto relativamente stabile all’1,47%) .
A questo si riferiva Gualtieri, come primo assaggio (o avvertimento) di ciò che potrebbe avvenire se la crisi continuasse ad avvitarsi su se stessa a lungo, e in particolar modo se si dovesse realizzare lo scenario più temuto dai mercati: il ritorno alle urne. «In questo caso stimiamo plausibile un ulteriore allargamento dello spread Btp-Bund nell’ordine dei 40-50 punti», avverte Fabio Castaldi di Pictet Am, ma c’è anche chi teme di peggio. Lo spettro di elezioni anticipate potrebbe far lievitare il differenziale di nuovo verso i 200 punti paventa infatti Ubs, spiegando che «la Bce potrebbe anche aumentare gli acquisti, ma dubitiamo che sia sufficiente a limitare l’allargamento dello spread».
Va comunque detto che quello del voto non viene ancora considerato dagli analisti lo scenario più plausibile. «Riteniamo improbabili una prolungata instabilità ed elezioni anticipate, rimaniamo quindi costruttivi sui titoli di Stato italiani che continuano a offrire un discreto potenziale di rendimento rispetto ad altri Paesi periferici dell’Eurozona, e sono supportati dagli acquisti delle banche centrali», riconosce la stessa Ubs attraverso le parole di Matteo Ramenghi, che guida gli investimenti del Wealth Management della banca elvetica in Italia.
«La probabilità di nuove elezioni resta relativamente bassa, il sostegno della Bce rimarrà molto forte per tutto l’anno e i mercati stavano già scontando parzialmente una crisi del Governo, come dimostra l’aumento degli spread di due giorni fa» fa eco UniCredit , allineando i tre motivi per cui si aspettano una fase temporanea di volatilità sui titoli di Stato italiani e un allargamento del differenziale sulla Germania limitato a 10-15 punti . E se a loro parere «la crisi sarà risolta da un rimpasto di Governo» e ogni «ogni ampliamento dello spread nei prossimi giorni potrebbe essere una buona opportunità per estendere l’esposizione ai Btp», c’è anche chi individua come possibile ipotesi un governo «di scopo» guidato da una figura di garanzia come l’ex presidente dell Bce, Mario Draghi. «Lo spread potrebbe proseguire la fase di restringimento anche sotto i 100 punti - ammette Castaldi - ma per essere efficace questo scenario richiederebbe un sostegno parlamentare allargato, condizione al momento poco verosimile».
Qualunque sia la soluzione del rebus politico italiano, anche la tempistica è destinata a influire in modo rilevante sul comportamento degli investitori. «Finché siamo nell’ordine di una, massimo due settimane, non vedo grossi problemi e, anzi, gli storni rappresentano occasioni di acquisto, ma se si dovesse andare oltre, potrebbe iniziare ad essere problematico», avverte Antonio Amendola di AcomeA Sgr. Meglio non abusare della «pazienza» dei mercati.
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