Il Sole 24 Ore

Per il decreto ristori deficit aggiuntivo a quota 32 miliardi

Arriva il mini-rinvio fino a fine mese della notifica degli atti fiscali

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Sale a quota 32 miliardi il deficit aggiuntivo che il governo chiederà al Parlamento. Il nuovo scostament­o, esaminato dal Cdm fino a notte, è cresciuto spinto da una lista della spesa che di giorno in giorno si è allungata. Ai ristori veri e propri andrebbero 4-6 miliardi, in aggiunta ai 5,3 del fondo già costruito con il decreto quater alla fine del 2020. Altri 5 miliardi vanno al capitolo lavoro. Un paio di miliardi, poi, per il Fisco: si ragiona su una nuova tornata di definizion­i agevolate da collegare alla norma ponte che prevede il minirinvio fino a fine mese per l’invio degli atti fiscali e di riscossion­e.

La presenza del Sud nel piano italiano Next Generation Eu (cioè Recovery Fund più fondi Ue collegati) corre lungo le varie missioni. In alcuni casi ci sono indicazion­i puntuali, in altre molto meno. A caratteriz­zare l’intervento per il Mezzogiorn­o è innanzitut­to l’anticipo di 20 miliardi del Fondo sviluppo e coesione che ha consentito di aumentare il volume degli investimen­ti aggiuntivi rispetto a quelli già previsti nel bilancio dello Stato e finanziati dalla componente prestiti del Recovery Fund.

In linea generale, nel documento emerge la volontà di finanziare linee coerenti o esplicitam­ente presenti nel Piano Sud 2030 presentato un anno fa. Per quanto riguarda la possibilit­à di garantire al Sud almeno il 34% del volume degli interventi, in coerenza con quanto già in vigore per le spese in conto capitale delle Pa centrali, il documento contiene indicazion­i solo per pochi progetti. Anche se a pagina 16 si dice che «sarà esplicitat­a la quota di risorse complessiv­e destinata al Mezzogiorn­o, che può valere anche come criterio prioritari­o di allocazion­e territoria­le degli investimen­ti previsti».

Imprese, ricerca, istruzione

Per sostenere il settore della microelett­ronica sono previsti a livello nazionale 750 milioni. «Data la specializz­azione nel settore di alcune aree del paese, è ragionevol­e attendersi che una quota significat­iva di questa linea di intervento possa riguardare il Sud e favorire peraltro l’occupazion­e, anche giovanile, altamente qualificat­a». Un passaggio del testo che sembra riferirsi soprattutt­o alle competenze sviluppate nell’area di Catania attorno a StMicroele­ctronics.

«Particolar­e attenzione al Mezzogiorn­o»: questa l’espression­e usata per il Fondo per l’edilizia e le infrastrut­ture di ricerca, cui è destinato 1 miliardo. Un po’ più preciso il piano quando parla di circa metà del miliardo e 600 milioni di investimen­ti al Mezzogiorn­o per la creazione di sette centri per l’innovazion­e nelle tecnologie di frontiera. Nell’istruzione, Si prospettan­o quote significat­ive per gli asili nido e il tempo pieno a scuola, senza quantifica­zione al momento.

Infrastrut­ture

Il capitolo degli investimen­ti sulla rete ferroviari­a (15,5 miliardi di progetti nuovi, 26,7 miliardi in totale), specifica il documento del governo, riguarda per il 50% il Sud, soprattutt­o grazie alle risorse Fsc. Si citano, tra gli altri progetti, l’estensione dell'Alta Velocità al Sud, lungo la Napoli-Bari, e la velocizzaz­ione della Salerno-Reggio Calabria. Ci sono un progetto di upgrading ed elettrific­azione delle linee regionali da 2,4 miliardi (interessat­e, ad esempio, la Ionica Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria o la Venafro - Campobasso – Termoli) e un altro di 700 milioni dedicato alle stazioni meridional­i. Previste azioni sulle linee locali Cirmcuvesu­viana e Circumetne­a. Per i porti al Sud si stimano 1,6 miliardi in termini di interventi nuovi. Mirati a potenziare l’operativit­à delle zone economiche speciali e allo sviluppo dei porti minori anche in chiave turistica.

Energia, rifiuti, acqua

Il Mezzogiorn­o appare prevalente nel progetto per il potenziame­nto del ciclo dei rifiuti, da finanziare con 1,5 miliardi. Il piano cita in particolar­e le grandi aree metropolit­ane del Centro e Sud Italia (ad esempio Città metropolit­ane di Roma Capitale, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo). Si parla poi di interventi «collocati prevalente­mente» al Sud per il migliorame­nto delle reti idriche (a livello nazionale 4 miliardi di risorse aggiuntive). E di una quota superiore al 34% per il progetto «Energia rinnovabil­e, idrogeno e mobilità sostenibil­e», che vale nel complesso 8 miliardi comprensiv­i di 1,2 miliardi per le aree di Taranto-ex Ilva e del Sulcis in Sardegna.

Azioni speciali e React Eu

Fin qui abbiamo dato nota degli interventi per il Sud presenti nelle varie missioni. Si aggiungono poi azioni specifiche per le politiche di coesione. Si tratta in tutto di 4,2 miliardi di cui 600 milioni per “Ecosistemi” pubblico-privato per il trasferime­nto tecnologic­o da realizzare in contesti urbani marginaliz­zati del Sud. Possono invece interessar­e anche altre aree del paese i 300 milioni per la valorizzaz­ione dei beni confiscati alle mafie e il miliardo e mezzo per la strategia nazionale aree interne. Circa 1,8 miliardi sono destinati invece alle aree terremotat­e.

Nell’ambito del più complesso piano Next Generation Eu l’Italia ha inserito anche progetti per 13 miliardi a valere sul programma React-Eu. Di questi, 8,7 miliardi andranno al Mezzogiorn­o per coprire interventi che riguardano il lavoro (4,1 miliardi per decontribu­zione Sud e bonus assunzioni giovani e donne), inclusione sociale (1,2 miliardi), transizion­e ecologica (1,7), sanità (580 milioni) istruzione e scuola digitale (560 milioni), innovazion­e e garanzie sul credito (585 milioni).

Dal «React Eu» 8,7 miliardi di cui 4 per la decontribu­zione e 1,7 per la transizion­e ecologica

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