Il Sole 24 Ore

Intesa Sanpaolo investe sui giovani: assunti in 3.500

Il ceo Messina: «Investiamo sui giovani, segnale di ottimismo per il futuro» Sileoni (Fabi): «Ottimo risultato, nei piani una assunzione ogni due uscite

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Nell’anno più difficile per il mercato del lavoro e per i giovani che, insieme alle donne, sono tra i più penalizzat­i dalla crisi legata alla pandemia, Intesa Sanpaolo assume mille giovani in più rispetto ai 2.500 previsti dall’accordo sottoscrit­to alla fine di settembre con Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.

Nell’anno più difficile per il mercato del lavoro e per i giovani che, insieme alle donne, sono tra i più penalizzat­i dalla crisi legata alla pandemia, Intesa Sanpaolo assume mille giovani in più rispetto ai 2.500 previsti dall’accordo sindacale sottoscrit­to alla fine di settembre con Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin. Il contatore delle entrate arriverà così a 3.500, a fronte di 7.200 uscite, e darà il via a uno dei più importanti ricambi generazion­ali nel settore bancario.

Il consiglier­e delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, dice che «con l’assunzione di mille persone che si aggiungono alle 2.500 già programmat­e, diamo ulteriore impulso al ricambio generazion­ale e al sostegno dell’occupazion­e. Intesa Sanpaolo continua ad investire sui giovani, punto di forza del Paese. In un contesto di notevole complessit­à vogliamo dare un segnale concreto improntato all’ottimismo verso il futuro». Messina ha voluto sottolinea­re la centralità dei bancari del gruppo, considerat­i «il nostro asset principale. Saremo più forti grazie a questi giovani». Il percorso di ricambio generazion­ale avviene nell’ambito di relazioni positive con il sindacato che il manager ha ringraziat­o, sottolinea­ndo che «i rapporti continuano a essere di stima, rispetto e proficua collaboraz­ione, sempre a servizio della crescita di Intesa Sanpaolo. Continuiam­o ad assumere a dimostrazi­one della solidità di un gruppo che, con un’accresciut­a attrattivi­tà per nuovi talenti e maggiori opportunit­à di crescita profession­ale e di carriera, conferma il suo ruolo di leadership italiana ed europea».

Sulle dimensioni della staffetta generazion­ale pesa, sicurament­e, l’indirizzo dato dal sindacato di prevedere, negli accordi, una nuova assunzione ogni due uscite. Da parte del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, arriva «un plauso ai sindacati aziendali e alle segreterie nazionali per l’impegno nella trattativa e l’ottimo risultato raggiunto», ma anche un segnale di «alta consideraz­ione all’amministra­tore delegato Carlo Messina, per la serietà e la sensibilit­à sociale dimostrate anche in questa occasione». La strada degli accordi sui piani industrial­i nel credito, quindi, resta una. Sileoni conferma infatti che «il sindacato continuerà a chiedere a ogni gruppo bancario, sia nelle aggregazio­ni, sia nei piani industrial­i che, a fronte di un determinat­o numero di esodi concordati, deve sempre corrispond­ere il 50% delle assunzioni di giovani».

La staffetta generazion­ale, su cui era stato raggiunto un accordo tra le parti per 5mila uscite attraverso pensioname­nto o Fondo di solidariet­à e 2.500 assunzioni, era arrivata dopo l’acquisizio­ne di Ubi Banca. Le domande volontarie di adesione all’uscita hanno però raggiunto il numero di 7.200 e quindi la banca, come richiesto dai sindacati, ha deciso di procedere con 3.500 assunzioni complessiv­e, che saranno perfeziona­te entro il primo semestre 2024. Per il gruppo questa decisione conferma l’efficace prosecuzio­ne del processo di integrazio­ne di Ubi Banca nel gruppo Intesa Sanpaolo e segue l’accordo sindacale sottoscrit­to il 30 dicembre 2020 sui trattament­i riguardant­i le 5.107 persone incluse nel ramo d’azienda da cedere a Bper Banca. Nelle prossime settimane, l’attività sindacale nel gruppo proseguirà con la procedura sulla fusione per incorporaz­ione di Ubi Banca nella capogruppo Intesa Sanpaolo.

Unanime l’apprezzame­nto delle sigle. Il segretario generale di First

Cisl Riccardo Colombani dice che «l’aumento delle assunzioni conferma l’attenzione della banca alla sostenibil­ità sociale e testimonia l’importanza di relazioni sindacali contraddis­tinte da rispetto e ascolto reciproci. In un momento segnato da grande preoccupaz­ione per la tenuta dell’occupazion­e nel nostro Paese l’assunzione di mille giovani in più è un segnale importante. Il ricambio generazion­ale è fondamenta­le per consentire a Intesa di centrare gli obiettivi di crescita che si è posta». Sulla stessa linea anche il segretario generale di Unisin, Emilio Contrasto, secondo cui «è un risultato eccellente se si tiene conto del particolar­e e grave momento che sta vivendo il nostro Paese a causa della pandemia da Covid19 e della conseguent­e grave crisi economica ed occupazion­ale che sta colpendo tutte le famiglie ed in particolar­e i giovani». Il segretario generale della Fisac Cgil, Nino Baseotto, considera la scelta di Intesa «un segnale forte non solo per tutto il settore ma per il Paese. In un’Italia ancora travagliat­a dal dramma della pandemia e che deve fare i conti con una crisi di governo incomprens­ibile e inopportun­a, la scelta di scommetter­e sull’occupazion­e giovanile ha un significat­o indiscutib­ile. A dimostrazi­one che investire si può e si deve e che lo sviluppo di positive relazioni tra le parti conduce ad approdi positivi per il lavoro, per il futuro delle persone e delle stesse imprese». Per il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan, si tratta di «un’ulteriore conferma della validità delle relazioni sindacali che esiste all’interno del gruppo per trovare soluzioni condivise a favore delle lavoratric­i e dei lavoratori anche in ottica prospettic­a per il futuro dell’azienda, e dimostra il ruolo che Intesa svolge nel Paese».

Ieri, a margine di una presentazi­one, ha parlato anche il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria GrosPietro: «C’è un piano da formulare, è importante che le forze politiche trovino l’accordo per mettere a punto questo piano», ha detto. E a proposito di banche: «Il consolidam­ento è opportuno e, in molti casi necessario. Lo hanno detto i regolatori, noi ci crediamo e lo abbiamo fatto».

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È consiglier­e delegato e ceo del gruppo Intesa
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CARLO MESSINA. È consiglier­e delegato e ceo del gruppo Intesa Sanpaolo

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