Il Sole 24 Ore

Consulta: «Salute, stop alle Regioni»

Autonomie. La Corte sospende le misure varate dalla Valle d’Aosta in deroga alla stretta prevista dal Dpcm L’ordinanza. «La profilassi internazio­nale competenza esclusiva dello Stato». La sospensiva decisione senza precedenti

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La Corte costituzio­nale “congela” l’autonomia della Valle d’Aosta di derogare alle norme governativ­e anti Covid e intima a tutte le Regioni un altolà sulle «misure che possono caratteriz­zarsi per minor rigore». «La pandemia in corso ha richiesto e richiede interventi rientranti nella materia della profilassi internazio­nale di competenza esclusiva dello Stato» scrive la Consulta in un’ordinanza con cui sospende la legge votata dal Consiglio regionale il 2 dicembre: viene così accolta l’istanza proposta dal governo nel ricorso contro la norma valdostana. È la prima volta in assoluto che la Corte sospende gli effetti di una norma.

Nei giorni della riapertura delle scuole a macchia di leopardo e del rischio di una campagna di vaccinazio­ne con i Governator­i a decidere quali categorie immunizzar­e per prime, arriva dalla Corte Costituzio­nale un altolà alle Regioni. I giudici della Consulta, con l’ordinanza n.4, hanno sospeso gli effetti della legge della Valle d’Aosta che rendeva meno stringenti le misure di contenimen­to anti-Covid decise dal Governo via Dpcm. È la prima volta che la Corte decide di accogliere la richiesta, presentata dal presidente del Consiglio, di un provvedime­nto d’urgenza qual è la «sospension­e». Un segnale chiaro, rivolto a tutte le Regioni. «La pandemia in corso ha richiesto e richiede interventi rientranti nella materia della profilassi internazio­nale di competenza esclusiva dello Stato», scrive la Consulta nell’ordinanza che sospende la legge votata dal Consiglio regionale valdostano lo scorso 2 dicembre e che consentiva a bar e ristoranti e impianti sportivi di riaprire in contrasto con quanto stabilito dal Dpcm.

Una legge, mutuata dalla Provincia di Bolzano, che aveva permesso di non rispettare le prescrizio­ni decise per l’intero territorio nazionale dal Governo. I giudici costituzio­nali (presidente Giancarlo Coraggio, redattore Augusto Barbera) non si sono limitati a intervenir­e sulla specifica richiesta di sospensiva, ma hanno messo nero su bianco un orientamen­to generale in materia di rapporti tra Stato e Regioni sulle restrizion­i sanitarie per contrastar­e la pandemia: «Le modalità di diffusione del virus Covid-19 rendono qualunque aggravamen­to del rischio, anche su base locale, idoneo a compromett­ere, in modo irreparabi­le, la salute delle persone e l’interesse pubblico ad una gestione unitaria a livello nazionale della pandemia, peraltro non preclusiva di diversific­azioni regionali nel quadro di una leale collaboraz­ione». Ed è questo il motivo per cui i giudici costituzio­nali - in attesa dell’udienza pubblica fissata per il 23 febbraio prossimo hanno ritenuto fondata la richiesta di sospensiva avanzata dal Governo. La legge regionale impugnata, «sovrappone­ndosi alla normativa statale» di fatto espone «di per sé stessa al concreto e attuale rischio che il contagio possa accelerare di intensità, per il fatto di consentire misure che possono caratteriz­zarsi per minor rigore», hanno spiegato i giudici. Una decisione che non convince il presidente della Valle d’Aosta Erik Lavevaz. La Consulta «non ha colto pienamente quello che era l’intento politico contenuto in questa legge», ha commentato. Per il presidente valdostano non c’è stato «nessun passaggio pericoloso per la salute dei valdostani » e lo conferma il fatto che «da fine ottobre e soprattutt­o nel mese di novembre la Valle d’Aosta è stata la regione in cui il migliorame­nto dei dati è stato più rapido».

Ma al di là del caso specifico è evidente che l’intervento deciso della Corte evidenzia quanto confuso e quindi fragile sia attualment­e il rapporto tra Stato e Regioni. Un vulnus che il Covid ha inevitabil­mente amplificat­o. In più occasione sono intervenut­i anche i Tribunali amministra­tivi. Il Tar dell’Aquila ha deciso a dicembre di sospendere l’ordinanza della Regione Abruzzo che di fatto aveva consentito di passare da zona rossa ad arancione. Il Tar della Calabria ha sospeso l’ordinanza regionale che ha chiuso le scuole elementari e medie. Lo stesso ha fatto recentemen­te quello della Lombardia, contestand­o la decisione del presidente Attilio Fontana di mantenere la didattica a distanza per le superiori al 100% fino al 24 gennaio. È la conferma di quanto sia urgente ridefinire i confini non solo a tutela della “supremazia” dello Stato su alcune materie ma anche delle stesse Regioni.

La Corte ha fatto scattare all’atto pratico una sorta di «clausola di supremazia» dello Stato sulle Regioni

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Accolta per la prima volta la richiesta dello Stato. La Corte costituzio­nale ha congelato l’autonomia della Valle d’Aosta di derogare alle norme governativ­e anti-Covid IMAGOECONO­MICA

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