Mezza Italia arancione, verso lockdown locali
Stretta al 5 marzo, nei bar stop all’asporto dalle 18 Impianti sciistici chiusi
L’Italia si avvia a nuovi lockdown regionali colorandosi da domenica in gran parte di arancione e in qualche caso di rosso. Il virus corre (Rt a 1,10) e le aperture sono rimandate almeno al 5 marzo, quando scadrà il Dpcm ieri al Cdm, che conferma le restrizioni degli ultimi decreti aggiungendone altre. Gli impianti sciistici chiusi fino al 15 febbraio. Preoccupazione delle regioni, per la stretta sui bar.
L’Italia si prepara ai nuovi lockdown regionali colorandosi da domenica in gran parte di arancione e in qualche Regione di rosso. Il virus corre veloce con l’Rt che vola a 1,10 e le aperture sono rimandate almeno al prossimo 5 marzo quando scadrà il nuovo Dpcm ieri sul tavolo del Governo che conferma tutte le restrizioni degli ultimi decreti aggiungendone anche di nuove: dal divieto di asporto delle bevande nei bar e negli esercizi che fanno commercio al dettaglio (codici ateco 56.3 e 47.25) dopo le 18 - una misura per evitare la “movida “fuori da questi locali- alla proroga dello stop allo sci che però, in base a nuove linee guida validate dal Comitato tecnico scientifico, potrebbe veder riaprire gli impianti prima e cioè il 15 febbraio.
Nuove chiusure queste su cui ieri i governatori hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni, in particolare sul nuovo divieto che riguarda i bar che secondo Stefano Bonaccini presidente delle Regioni non porta «vantaggi significativi» nella lotta al virus ma rischia di scatenare «tensione sociale ed economica sui territori». Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha assicurato comunque i ristori per tutti, compresi quelli «specifici per lo sci». Unica eccezione alle chiusure è quella dei musei che potrebbero riaprire dal 18 gennaio, rispettando i protocolli, ma solo nei giorni feriali e nelle (poche) Regioni gialle. Nel Dpcm confermata anche la riapertura al 50% della scuola e fino a un massimo del 75 per cento dal prossimo 18 gennaio.
A confermare l’arrivo della terza ondata o la recrudescenza di una seconda lunga ondata mai andata via - ieri 17246 positivi e 522 morti - è l’ultimissimo dato sull’Rt (la velocità di trasmissione) che, come sarà certificato oggi dal report dell’Iss è salito fino a 1,10 (da 1,03 di solo 7 giorni fa). Tre o quattro Regioni potrebbero da domenica colorarsi di rosso: oltre alla Lombardia, il cui passaggio in zona rossa ( tutto chiuso e autocertificazione in tasca per uscire) è quasi scontato, si unirà certamente la Sicilia che ieri per bocca del suo governatore Nello Musumeci ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza le misure più stringenti per almeno due settimane. Ma a rischiare sono anche Calabria ed Emilia che insieme a Lombardia e Sicilia sono già arancioni. E in zona «arancione»(con bar e ristoranti chiusi e divieto di uscire dai Comuni) si uniranno anche Lazio, Friuli, Piemonte, Liguria, Marche,Veneto (già arancione), Puglia, Bolzano e Trento e forse Molise.
A decretare con più facilità lo scivolamento verso la zona arancione di oltre metà Italia sono i criteri più stringenti, compreso l’ultimo contenuto nel nuovo decreto Covid approvato mercoledì notte dal governo. Questo decreto oltre a introdurre un nuovo criterio di assegnazione dei colori - si diventa arancioni se le Regioni sono definite a rischio alto (a prescindere dall’Rt) nei report dell’Iss - ha prorogato alcune misure che gli italiani hanno sperimentato durante le Feste. In particolare lo stop agli spostamenti tra le Regioni (anche se gialle) è stato ridotto al 15 febbraio rispetto alla prima versione del decreto entrato in consiglio dei ministri mercoledì sera che invece aveva indicato il 5 marzo. Data che però sarà da tenere in mente per un’altra restrizione già collaudato da Natale: la visita a casa di amici e parenti al massimo in due persone (esclusi gli under 14) sempre fino alle 22. Un orario di coprifuoco che resterà dunque in vigore sempre fino al prossimo 5 marzo come confermato sempre dal nuovo Dpcm che tra le altre misure cancella l’obbligo di quarantena per chi viene dall’estero introdotto durante le vacanze natalizie anche se si era fatto il tampone. Ora invece proprio grazie all’esito negativo di un tampone o a un test antigenico effettuato 48 ore prima di imbarcarsi in aereo sarà possibile entrare in Italia senza l’obbligo di quarantena.
Imfine il Dpcm ufficializza l’introduzione della zona bianca (meno di 50 contagi ogni 100mila abitanti): qui potrà riaprire tutto in base ai protocolli e alle regole base (mascherina e distanziamento).