L’allarme di Bruxelles: «La crisi sanitaria amplifica gli squilibri»
Emerge una correlazione tra problemi preesistenti e danni da pandemia
In un contesto in cui la situazione economica tarda a migliorare in modo sensibile, i ministri delle Finanze della zona euro si riuniranno lunedì in teleconferenza per la loro prima riunione dell'anno. Sarà l'occasione per dibattere di una nota della Commissione europea dedicata all'impatto della pandemia virale sugli squilibri macroeconomici europei. Al centro della discussione inevitabilmente l'Italia, per di più in preda all'ennesima crisi politica.
«Secondo una prima analisi, la crisi sanitaria sta esacerbando gli squilibri macroeconomici», ha spiegato ieri qui a Bruxelles un funzionario europeo chiamato a presentare alla stampa la riunione di lunedì. «Il destino vuole peraltro che i paesi più colpiti dall'epidemia - sia da un punto di vista sanitario che in una ottica economica - siano anche quelli già afflitti da squilibri economici (…) Sta emergendo una correlazione tra problemi preesistenti e danni da pandemia».
Secondo l'ultimo rapporto della Commissione europea in materia, sono 12 i paesi membri dell'Unione segnati da uno squilibrio macroeconomico: Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Cipro, Grecia e Italia. In questi ultimi tre paesi, gli squilibri macroeconomici sono ritenuti eccessivi. In Italia, lo sguardo corre in particolare all'elevato debito e alla bassa competitività (si veda Il Sole/24 Ore del 19 novembre 2020).
In una nota preparata per la riunione dell'Eurogruppo, Bruxelles sottolinea l'incremento del deficit delle partite correnti nei paesi che sono mete turistiche. Aggiunge la Commissione: «Nel 2021 è previsto un rimbalzo della produttività in linea con la ripresa dell'attività economica, ma non riuscirà a compensare le perdite nel 2020». E ancora: «Il debito pubblico è salito in tutti i paesi, ma di più dove i livelli pre-crisi erano già i più elevati, sulla scia di una recessione più profonda in quei paesi».
La pandemia «starebbe anche esacerbando le divergenze economiche», precisa la Commissione. Per ora, i mercati hanno avallato l'uso generoso della mano pubblica nel sostenere le economie nazionali. Tuttavia, spiega sempre Bruxelles, «non si può escludere una nuova valutazione dei rischi in mancanza di segnali di una ripresa duratura; e ciò potrebbe creare nuovi problemi, soprattutto nei paesi segnati da squilibri macroeconomici e con un ridotto margine di manovra di bilancio».
Nel suo punto-stampa, il funzionario europeo ha ricordato ieri che il denaro proveniente dal Fondo per la Ripresa da 750 miliardi di euro dovrà essere utilizzato dai governi rispettando le raccomandazioni-paese della Commissione, e quindi affrontando anche il nodo degli squilibri economici. Sulla crisi politica italiana, ha aggiunto: «Alla fine l'Italia si è sempre rivelata in grado di trovare soluzioni a questi problemi (…) La situazione potrebbe non essere così drammatica come può apparire a prima vista».
Tra le righe si intravede la speranza che il piano nazionale dedicato al rilancio dell'economia e che servirà a gestire il denaro europeo venga comunque finalizzato per tempo. Ciò detto, l'instabilità politica assume oggi una importanza particolare. La Germania ha rotto gli indugi e accettato di indebitarsi in comune con i suoi partner in parte anche per salvaguardare il suo principale fornitore industriale, l'Italia. Agli occhi tedeschi, un uso efficiente e appropriato dei soldi è doppiamente importante.
Nella stessa ottica bisogna interpretare la preoccupazione di Bruxelles sui rischi di un aumento delle divergenze economiche e sui segnali di un peggioramento degli squilibri economici. Oggi più di ieri, questi squilibri rappresentano un pericolo per l'intera zona euro. La riunione dell'Eurogruppo lunedì sarà con ogni probabilità l'occasione per ribadire ai paesi più fragili quanto sia cruciale finalizzare il piano nazionale e renderne l'attuazione la più efficiente possibile.