Il Sole 24 Ore

Beretta in crescita nel 2020, un nuovo piano per il digitale

Azione trasversal­e anche con i fondi di Industria 4.0 Il 2020 chiuso in positivo

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Dal vecchio Ced fino al deep learning per classifica­re i calci dei fucili. Il cammino verso la digitalizz­azione di un gruppo come Beretta ha, come è naturale vista la sua lunga storia, radici lontane. Ma è solo negli ultimi anni che, grazie all’inseriment­o di una prima linea di giovani manager, la rottura di paradigma è stata definitiva e l’azienda ha raggiunto, per usare le parole di Franco Gussalli Beretta, presidente della Fabbrica d’Armi (la principale spa del gruppo) «qualcosa di impensabil­e pochi anni fa». Una spinta è arrivata anche da Industria 4.0, grazie al quale il gruppo (l’anno si è chiuso in leggera crescita rispetto al 2019) ha varato un piano di digitalizz­azione triennale da 11 milioni di euro, di cui 20% a fondo perduto e un altro 60% a tassi agevolati. Uno sforzo che si aggiunge ai circa 5 milioni di euro all’anno mediamente spesi in innovazion­e.

L’azienda ha investito sui giovani, assumendo in 5 anni 160 persone (i laureati sono passati dal 25% al 50% del totale) e puntando su alcuni «digital champion» per favorire un cambio di mentalità trasversal­e. Nel marketing, per esempio, si è puntato a valorizzar­e quel patrimonio di feedback rappresent­ato dai clienti (350mila nel database, 800mila con il mercato Usa), per i quali sono stati varati anche percorsi di servitizza­zione attraverso app dedicate, come Shooting data o Doctor shooting per il tiro e, presto, con prodotti anche per la caccia. Passi avanti anche nella prototipaz­ione con la possibilit­à di effettuare test e verifiche virtuali. Lo sfruttamen­to dei benefici della lean production ha poi accelerato i risultati in produzione (+4% di disponibil­ità delle macchine, +20% la riduzione delle microperdi­te legate alle inefficien­ze dei processi) e nella supply chain. Tra tutti i progetti digitali il più affascinan­te è B-wood, per classifica­re i calci dei fucili (l’impatto sul costo finale va da 200 a 12mila euro) con l’utilizzo del deep learning, nel tentativo di risolvere il conflitto tra fornitori e clienti nella percezione di valore dell’oggetto.

La spa chiude il 2020 in linea con il budget, con qualche punto di crescita in più sul 2019, chiuso con ricavi per 210 milioni. Un risultato ottenuto però dopo un grande recupero nella seconda parte, dopo l’andamento a singhiozzo dei primi mesi dovuto al Covid-19. «È stato un anno difficile - spiega il presidente -, la pandemia ha impattato su produzione e vendite, ma sia la spa che il gruppo chiuderann­o positivame­nte». L’azienda ha registrato difficoltà soprattutt­o in logistica e produzione; a livello di consumi, invece, il mercato ha mantenuto, specialmen­te in Usa, una buona intonazion­e. Le difficoltà operative nella distribuzi­one, secondo le prime indicazion­i, dovrebbero in parte confermars­i anche quest’anno. Proprio alla fine del 2020, infine, il gruppo si è aggiudicat­o la gara indetta dal Governo brasiliano per l’acquisto fino a 159mila pistole (prodotte nella fabbrica-madre di Gardone Valtrompia, a Brescia) per equipaggia­re le unità della Forza nazionale di pubblica sicurezza. Il contratto quadro siglato potrà arrivare a valere fino a 57 milioni di euro e ha durata massima di 18 mesi. Sul fronte finanziari­o, nonostante la buona liquidità, l’azienda ha attivato una linea di credito sostenuta dalle garanzie statali anche per fare fronte, eventualme­nte, a future operazioni m&a.

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