Il Sole 24 Ore

Accise e Iva, oltre 7 miliardi di mancati incassi nel 2020

Spinaci (Unem): serve una chiara volontà politica sul futuro della rete

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Il dazio pagato alla crisi pandemica nel 2020 è stato molto pesante con una profonda crisi di liquidità che ha messo in ginocchio il settore e un mancato gettito per le casse dello Stato, tra accise e Iva, di oltre 7 miliardi. Nonostante le perdite, la rete di distribuzi­one carburanti del Paese, essenziale ai fini della sicurezza e continuità degli approvvigi­onamenti, ha però continuato a garantire le forniture, ma ora gli operatori sono tornati a chiedere al Governo risposte e risorse per rilanciare il processo di ammodernam­ento e razionaliz­zazione degli impianti e ridare fiducia e ossigeno all’intera categoria, rimasta finora in gran parte esclusa dai ristori economici varati dall’esecutivo.

«Serve una chiara volontà politica che permetta di raggiunger­e risultati concreti - spiega al Sole 24 Ore Claudio Spinaci, presidente di Unione Energie per la Mobilità (già Unione Petrolifer­a) -. In passato il legislator­e è intervenut­o più volte sulle criticità della rete carburanti, con disposizio­ni cogenti e/o incentivan­ti, senza raggiunger­e gli obiettivi». E questo, chiarisce Spinaci, «a causa della mancanza di un’applicazio­ne omogenea a tutti i soggetti e nei vari territori, nonché per la cronica carenza di controlli che ha favorito la diffusione dell’illegalità, intesa non solo sotto il profilo delle frodi fiscali, ma anche del rispetto delle norme di sicurezza stradale e del dumping contrattua­le». Per il presidente di Unem, dunque, proporre nuovi interventi senza rimuovere prima i fattori di impediment­o alla loro realizzazi­one, «sarebbe del tutto inutile».

Un messaggio che il numero uno dell’ex Unione Petrolifer­a ha ribadito anche nei giorni scorsi al tavolo convocato dalla sottosegre­taria allo Sviluppo Economico, Alessia Morani, con aziende e sindacati. Obiettivo: ragionare delle soluzioni alle problemati­che che investono il settore, a partire dalla necessità di sostegni economici su cui la Morani ha assunto l’impegno a verificare la possibilit­à di inserire una prima risposta già nel prossimo decreto Ristori.

Il comparto, dunque, chiede una strategia forte, consapevol­e del proprio ruolo strategico anche rispetto al percorso di transizion­e “green” tratteggia­to nel Recovery Plan che può trovare nel downstream petrolifer­o un valido alleato. Il settore si candida, quindi, a guidare la trasformaz­ione verde avendo competenze e capacità industrial­i. E, come ha rimarcato Spinaci nel confronto al Mise, anche la rete distributi­va è in prima fila nella mobilità sostenibil­e sia con lo sviluppo dell’offerta di carburanti alternativ­i (già partita con la Dafi, la direttiva con cui l’Europa ha spinto su questo fronte a partire dal 2014) sia con l’impegno concreto a dotare progressiv­amente i punti vendita di colonnine elettriche. Per sostenere il cambio di passo, però, serve prima una seria riforma per il riassetto e il rilancio della rete.

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