Creval, Cda freddo sull’Opa di Agricole: «Altre opzioni»
Il mercato punta ancora su un rilancio Equita: «Offerta generosa»
L’offerta del Credit Agricole Italia continua a non piacere al board del Creval. Ieri il Consiglio di amministrazione della banca valtellinese è tornato sull’Opa lanciata dal colosso transalpino. E, partendo dalle analisi svolte dagli advisor (BofA, Mediobanca, Intermonte e Cappelli Rccd), in una nota ha sottolineato al mercato che non intende «trascurare alcuna opzione strategica». Un modo per segnalare che la banca guidata da Luigi Lovaglio vuole tenere aperta la porta a qualsiasi possibilità, a partire da una (ipotetica) contro-Opa di altri competitor. Si vedrà nelle prossime settimane se davvero qualcuno si paleserà sul mercato o se invece la proposta dei francesi rimarrà l’unica sul tavolo.
Di certo l’ex popolare lombarda vuole giocarsi tutte le sue carte. Quanto meno nel tentativo di strappare la miglior offerta possibile. In questo senso il Cda valtellinese ha voluto ribadire come nelle scorse settimane alcuni fondi azionisti, anche attraverso alcune lettere, abbiano giudicato «non adeguato» il corrispettivo offerto dall’Agricole Italia, pari a 10,5 euro per azione. Una tesi confermata, secondo il board Creval, dal fatto che a valle del lancio dell’Opa il titolo continua a negoziare a premio rispetto all’offerta: 11,8 euro era il prezzo di chiusura di ieri, a riprova del fatto che il mercato crede – a torto o a ragione – a un ritocco della proposta.
Pur riservandosi di effettuare ogni valutazione sull’Opa a seguito della pubblicazione del documento di offerta, che è atteso a metà marzo, il Cda del Valtellinese ha voluto comunque mettere in evidenza il potenziale beneficio derivante dal provvedimento governativo sulle Dta approvato successivamente all’annuncio dell’Opa. La possibile conversione in crediti fiscali delle imposte differite attive (Dta) può generare, secondo il Cda, un tesoretto di circa 350 milioni nel quadro della fusione. Un valore che dunque il Cda chiede di considerare.
E proprio sulle Dta si è espressa ieri anche Equita Sim, che nella partita è advisor di Credit Agricole Italia. Sulla base dei calcoli degli analisti, il contributo delle Dta relativo al Creval sarebbe di 212 milioni, mentre la valutazione di 350 milioni «considera anche quelle attribuibili al Creval che non sarebbero mai utilizzabili senza un’operazione di M&A».
Equita è poi intervenuta anche sul calendario relativo all’ipotetica contro-Opa. Per la Sim «il tempo è quasi scaduto» per eventuali contro-offerte, dal momento che tra l’eventuale ok di Bce, Bankitalia e Consob, necessario per innescare il meccanismo dei rilanci di prezzo, «l’offerta di un nuovo bidder, per essere considerata concorrente, dovrebbe essere annunciata al mercato al massimo entro la metà di gennaio 2021».
Gli analisti hanno ribadito infine come l’offerta del gruppo francese «risulti generosa» visto che il premio offerto sul Creval «rispetto al giorno precedente è stato del 21%, uno dei premi più alti in operazioni di M&A tra banche negli ultimi 20 anni». Secondo il broker l’Opa è dunque «l’unico modo per gli azionisti di Creval di valorizzare l’excess capital della banca».