Matchless accelera online (+60%), ma Londra avrà il negozio dei record
«Il 2020 è stato un anno molto difficile, per tutti e da ogni punto di vista. A me e alle persone che lavorano con me, in Italia e all’estero, ha dato l’opportunità di imparare e, forse ancora più importante, di cambiare abitudini e approcci. Siamo diventati più flessibili e i risultati raggiunti ci hanno resi più consapevoli della nostra forza e del valore del nostro brand». Michele Malenotti, proprietario, con la sua famiglia, di Matchless, è ottimista per natura e, come imprenditore, deve vivere più nel futuro che nel passato.
Non era scontato, pur con queste premesse, arginare i danni dei lockdown produttivi e commerciali e, nel caso di Matchless, del congelamento delle produzioni tv e cinematografiche, visto che il marchio e la famiglia Malenotti hanno con le star e gli stylist di Hollywood consolidati rapporti personali e di business. «Il digitale è l’ancora di salvezza per le attività delle persone e delle aziende, a patto di usarlo in modo più proattivo possibile – prosegue Malenotti –. La pandemia ci ha costretti ad affinare gli strumenti digitali e ad accelerare ogni cambiamento tecnologico che fosse già in corso. L’importante è non farsene travolgere o pensare che i rapporti via web, tra esseri umani o tra aziende, possano sostituire quelli che avvengono nel mondo reale. Anzi, è a un ritorno a una nuova normalità che stiamo tutti preparandoci».
In novembre e dicembre le vendite online dei prodotti Matchless – abbigliamento, accessori, ma anche monopattini – sono cresciute del 350% rispetto agli stessi mesi del 2019 e per l’intero 2020 l’e-commerce è aumentato di oltre il 60%. «Sono le premesse per diventare sempre più omnichannel. Abbiamo passato l’autunno a preparare il nuovo negozio di Londra, nella centralissima Regent Street. Poi è arrivato un altro lockdown e nel Regno Unito potrebbe durare ancora mesi – aggiunge Malenotti –. Peccato, perché era tutto pronto per l’apertura a Natale, con un concept del quale siamo molto soddisfatti. Useremo al meglio questo tempo “sospeso”, affinando il layout e il training al personale. Al centro ci sarà sempre il prodotto e niente potrà mai sostituire il piacere di vederlo, toccarlo e di sentirlo raccontare da chi lo ha visto nascere». Sospesa è anche la quotazione all’Aim, ma pure su questo l’imprenditore è ottimista: «A metà 2020 pensavamo di essere quasi pronti, era tutto preparato nei minimi dettagli. Si può sempre migliorare però, e rafforzare rapporti di fiducia con gli investitori. Ci siamo dedicati a questo e il 2021 potrebbe essere l’anno giusto per tagliare persino il traguardo della Borsa».