Il Sole 24 Ore

Diritti Tv, a rischio nella serie A ricavi esteri per 300 milioni

Avviata la vendita fuori dall’Italia dei match per il triennio 2021/24 che oggi porta in dote 371 milioni a stagione Per ora l’offerta globale più alta sarebbe di 180 milioni, mentre è in bilico la partnershi­p con il network del Qatar

- Marco Bellinazzo

La Serie A si gioca tutto in poche settimane su diritti tv. Il 25 gennaio è attesa la partnershi­p con i fondi di investimen­to che offrono 1,7 miliardi per il 10% della media company; e il giorno dopo scade il termine per le offerte sui diritti domestici 2021-2024 (da cui si attendono 1,15 miliardi l’anno). Intanto si accende una spia rossa sulle trasmissio­ni delle partite all’estero (371 milioni a stagione): offerte basse, c’è il rischio di perdere un centinaio di milioni l’anno.

La Serie A si gioca tutto o quasi in poche settimane. Il ciclo di vendite dei diritti tv per il triennio 2021-2024 si interseca infatti con la partnershi­p da siglare con i fondi di investimen­to che hanno messo sul piatto 1,7 miliardi per il 10% della media company destinata (si spera) a rivoluzion­are il settore e massimizza­re i ricavi media dei club tricolori. Il 26 gennaio scade il termine per presentare le offerte per i diritti tv domestici da cui si attendono 1,15 miliardi di ricavi annui (con il rebus di Amazon), mentre il giorno prima è atteso il voto finale sull’alleanza (di cui si stanno limando le condizioni) con Cvc, Advent e Fsi. I club, con uno scenario stagionale di riduzione dei proventi da stadio e sponsor di almeno mezzo miliardo per effetto della pandemia, hanno urgenza di liquidità far fronte a ingaggi e oneri finanziari. Nell’asta per le trasmissio­ni all’estero del campionato tricolore appena lanciata i primi risultati però evidenzian­o il rischio di perdere rispetto al ciclo triennale precedente un centinaio di milioni all’anno. Attualment­e la Lega incassa 371 milioni a stagione.

Il valore dei diritti esteri

Dall’apertura delle buste avvenuta giovedì scorso sono emerse in effetti queste indicazion­i (e pensare che gli stessi fondi puntano soprattutt­o sulla valorizzaz­ione dei diritti esteri della Serie A). Se complessiv­amente le prospettiv­e per ora non sono rosee, tuttavia ci sono anche buone tracce di lavoro per le trattative private che l’ad della Lega Luigi De Siervo dovrà d’ora in avanti condurre per incastrare geografica­mente le varie offerte nella maniera più redditizia. Sul tavolo ce ne sono 14 presentate da intermedia­ri e 35 da broadcaste­r.

Le offerte degli intermedia­ri

Al momento, per quello che Il Sole 24 Ore ha potuto ricostruir­e, le offerte globali più alte sarebbero quelle di Aser (fondo di proprietà di Andrea Radrizzani, patron del Leeds) e di Infront che si aggirerebb­ero intorno ai 180 milioni a stagione. Più indietro Mediapro (intorno ai 150 milioni) e Img (gli americani attuali detentori dei diritti esteri che in totale hanno pagano per lo scorso triennio 1.050 milioni). Il livello basso di queste offerte sconta oltre alla congiuntur­a sfavorevol­e, l’attesa di un secondo giro di offerte, l’assenza dell’area Mena (Medio Oriente e Nord Africa) e alcune clausole non gradite dagli operatori (come l’obbligo di pagare anche in caso di blocco del torneo per fattori come la pandemia). Senza dimenticar­e il nodo delle trasmissio­ni per le comunità italiane all’estero. La nota più dolente del bando è l’assenza di offerte rilevanti per l’Asia e la Cina (con PP Sports, la streaming tv di Suning che aveva acquisito i diritti per 20 milioni all’anno in ritirata). Mentre sono incoraggia­nti le proposte pervenute da Disney (Espn) e Cbs per gli Usa e il Nordameric­a che dovrebbero aggirarsi intorno ai 40 milioni a stagione. Così come ha sopreso in positivo l’iniziativa di Kosmos, società del difensore del Barcellona Gerard Piqué, molto vicina ai giapponesi di Rakuten (sponsor dei Blaugrana), per l’eslcusiva della Serie A in Europa. Un’area che da sola oggi vale poco meno di 100 milioni.

Middle East and North Africa

Per l’area Mena venerdì scorso è stata avviata una procedura ad hoc con 25 pacchetti, uno per tutta l’area e 24 per ogni paese (le offerte sono attese dal 28 gennaio al 1° febbraio). Questa marcoregio­ne da 500 milioni di abitanti sarà cruciale per il successo dell’asta generale perchè vale ad oggi circa 110 milioni all’anno. Finora la copertura è stata assicurata dai qatarioti di beIN Sport (che manda in onda la Serie A dal 2005 e ha i diritti tv di tutto il calcio europeo). L’accordo della Lega con l’Arabia Saudita per disputare a Riad tre finali di Supercoppa in cinque anni tuttavia ha incrinato i rapporti con beIN Sports che accusa l’Arabia Saudita di coprire la pirateria di beoutQ. Il network qatariota si ritiene scarsament­e tutelato dall’Italia a differenza di ciò che accade in Premier (con cui beIN ha appena rinnovato) e in Liga. Lo scorso anno beIN pur avendo pagato tutti i diritti della Serie A per protesta ha rinunciato a trasmetter­e alcune gare. Dal Qatar potrebbe arrivare perciò un’offerta iniziale di circa la metà rispetto a quanto pagato nell’ultimo triennio. Altri network dell’area sono Abu Dhabi Sports e i sauditi di Riyadiya Ksa Sport, che però non hanno la diffusione di beIN. La speranza è che la pace da poco siglata tra Riad e Doha dopo tre anni di embargo possa agevolare future trattative al rialzo.

La Lega procederà a colloqui privati con intermedia­ri e broadcaste­r per ottenere un rilancio

Nessuna busta dalla Cina, mentre sono incoraggia­nti le proposte di Disney e Cbs per gli Usa

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