Riaperture sospese dalla Consulta
È il caso più recente e anche quello che, a differenza degli altri, ha coinvolto la Corte costituzionale. Il 9 dicembre la Valle d’Aosta vara la legge 11 che prevede misure di contenimento del contagio meno rigide rispetto a quelle statali, con la riapertura delle attività produttive, commerciali e sportive (per esempio, gli impianti da sci). Il Governo impugna la legge davanti alla Consulta, lamentando l’invasione di competenze statali. Giovedì scorso la Consulta decide d’urgenza di accogliere l’istanza proposta in via cautelare da Palazzo Chigi. Secondo la Corte, la legge della Valle d’Aosta disciplina questioni di profilassi internazionale riservate alla competenza esclusiva dello Stato. Inoltre aspettare di decidere nell’udienza di merito (fissata per il 23 febbraio prossimo) può comportare rischi per la salute pubblica. La legge 11, però, aveva già generato l’ordinanza 552 firmata l’11 dicembre dal presidente della Regione, Eril Lavevaz, con la quale si dava seguito alle riaperture. Il Governo aveva chiesto al Tar della Valle d’Aosta di sospenderla, ma in quel caso la richiesta non è stata accolta. In tal senso ha deciso il 17 dicembre, in sede cautelare monocratica, il presidente del tribunale aostano, prefigurando un possibile ricorso del Governo alla Consulta sulla legge “madre”, come poi è stato.