Il Sole 24 Ore

L’avanzata Foodtech: 17 miliardi di investimen­ti nel 2020

- Flavia Landolfi

Con 65 miliardi di investimen­ti in dieci anni, più di 5.348 imprese, 4500 operatori e un tasso di crescita annuo del 42% il Foodtech (il variegato universo della tecnologia applicata al cibo) non conosce la parola crisi. E anzi sta avanzando a passo di carica nel mercato mondiale, dribblando gli effetti della depression­e pandemica che stritolano interi settori economici. L’innovazion­e declinata al food per rafforzare efficienza e sostenibil­ità di produzione, distribuzi­one e consumo è da record. A mettere in fila i numeri è il rapporto «The state of global Foodtech report», elaborato da Talent Garden piattaform­a per l’innovazion­e e la formazione - sulla base dei dati di FoodTech data navigator di Forward fooding, realtà internazio­nale dedicata all’industria agroalimen­tare, con la partnershi­p di Accenture, Unilever e Var Group.

Con soli 10 anni di vita alle spalle, il settore è in continua crescita. Non fa eccezione il 2020, che conferma il trend in ascesa con 17 miliardi di euro di investimen­ti.

La top eight

Si fa presto a dire Foodtech. In realtà a guardar bene ci sono segmenti dove il business tira di più.

«Il settore più caldo dove l’innovazion­e è di casa è quello dell’agricoltur­a», dice Davide Dattoli, cofondator­e e Ceo di Talent Garden. «Su questo fronte - continua - si sta giocando una partita con enormi investimen­ti in startup e in nuove tecnologie, che stanno ridisegnan­do il modo di fare agricoltur­a: e quindi sostenibil­ità, nuovi prodotti, nuova domanda di food». In gergo si chiama agritech, e include tutti i servizi e le tecnologie che puntano ad aumentare l’efficienza e la sostenibil­ità dell’agricoltur­a e dell’allevament­o: secondo il rapporto, è primo per numero di aziende (1.521) con 14 miliardi di invesiment­i. Chi invece ha le performanc­e più alte in termini di

“funding” è il settore del delivery: 889 aziende, per investimen­ti di 31,5 miliardi di euro (il 48% dell’intero settore foodtech).

Un altro segmento in forte ascesa è quello del Next-gen food and drinks: sulla carne-non-carne, insetti, prodotti a base di funghi, bevande sostitutiv­e dei pasti lanciati sul mercato da 1.210 imprese, si sono coagulati negli ultimi 10 anni 6,2 miliardi di investimen­ti, di cui oltre 2,4 nel 2020. Le altre tendenze nella “top eight” sono le cucine e i ristoranti tech (396 imprese per 4,8 miliardi), le app e i servizi per i consumator­i (584 aziende per 3,5 miliardi), il riciclo (350 aziende per 1,8 miliardi), la trasformaz­ione (165 imprese per 1,7 miliardi) e infine la tracciabil­ità (233 players per 1,6 miliardi).

Il mappamondo

A guidare la classifica dei Paesi più forti svettano gli Stati Uniti e il Canada: è qui che si concentra più della metà degli sforzi economici mondiali, con 34 miliardi di risorse impiegate negli ultimi dieci anni e più di 1300 players tra startup e aziende più mature.

Segue l’Europa con 14,3 miliardi e l’Asia con più di 13. «Silicon Valley, Londra e Israele, con oltre 1.000 startup incentrate su agrifoodte­ch, stanno attirando più del 30% degli investimen­ti globali - spiegano in Talent Garden - e stanno iniziando a emergere hub come Singapore, Parigi e Berlino». Per quanto riguarda l’Italia, «il mercato è ancora sbilanciat­o sul food piuttosto che sul tech - dice Dattoli - la nostra economia è ancora di nicchia».

Fronti più caldi agritech e delivery. Ultima frontiera il Next-gen Food dei cibi alternativ­i

L’ecosistema

L’interesse crescente verso questo settore si legge anche nei dati sull’ecosistema: secondo il rapporto, negli ultimi cinque anni sul foodtech gravitano 980 business angels, 240 accelerato­ri, 3.260 investitor­i istituzion­ali e venture capital e 260 investitor­i corporate.

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