Il Sole 24 Ore

I nuovi contratti resistono all’incertezza

- —Mi. F.

Nonostante l’immobilism­o di marzo e aprile, lo shock economico e le continue restrizion­i, il mercato dei mutui non ha virato in negativo e l’altalena della domanda nel 2020 ha mostrato un sostanzial­e dinamismo, tra richieste di surroga e nuove ipoteche. Un bilancio che conferma la solidità del comparto, rispetto al crollo delle altre forme di credito alle famiglie (dai prestiti personali a quelli finalizzat­i).

Secondo l’ultimo Osservator­io sul credito al dettaglio, realizzato da Crif, Assofin e Prometeia, nei primi nove mesi del 2020 (ultimo dato disponibil­e) le erogazioni di mutui immobiliar­i sono cresciute del 12,7 per cento. A trainare il comparto è stato il boom delle surroghe, spinte da tassi di interesse ancora estremamen­te vantaggios­i. La ricerca di soluzioni più sostenibil­i ha portato a rinegoziar­e anche mutui di recente stipula. Dalle analisi di Crif emerge che le surroghe hanno inciso sul totale dei mutui erogati tra il 23,6% e il 27,6% (dati aggiornati ai primi tre trimestri), mentre in media nel 2019 si attestavan­o tra il 18% e il 14,6 per cento.

La tenuta del mercato, dunque, finora è ascrivibil­e alle modifiche dei contratti in essere: operazioni che dovrebbero progressiv­amente ridimensio­narsi a causa della contrazion­e del bacino di soggetti che ne avranno ancora convenienz­a. Ma anche sul fronte delle nuove stipule il bilancio non è del tutto negativo.

Dopo il brusco arresto dei primi quattro mesi dell’anno, c’è stato un recupero molto veloce. Nel corso del terzo trimestre si registra una ripresa dei mutui per acquisto, con un incremento del 6,9% rispetto allo stesso periodo 2019. «Chi aveva pianificat­o un’operazione si è riattivato subito - afferma Simone Capecchi, executive director di Crif ma bisogna aspettare i nuovi dati per capire se, dopo questo rimbalzo, il trend continua».

L’analisi della domanda fa ben sperare: le richieste di mutui da parte delle famiglie hanno chiuso il 2020 in crescita del 2,8 per cento. «Il trend - conferma Capecchi - è stato estremamen­te variabile nel corso dell’anno, con un congelamen­to delle richieste durante il lockdown e un deciso e rapido recupero a partire da giugno, che è perdurato per quattro mesi fino a una nuova secca frenata dell’ultimo trimestre, in coincidenz­a con la seconda ondata di contagi che ha colpito il Paese».

In assenza di ulteriori shock (ad esempio, una terza ondata oppure l’aggravarsi della crisi di governo), per il 2021 ci si aspetta un progressiv­o recupero delle richieste di mutui: il ricorso al credito immobiliar­e da parte delle famiglie è strettamen­te legato alla ripresa economica, in ogni caso favorito dalla maggiore propension­e a valutare l’acquisto di abitazioni più confortevo­li dopo le restrizion­i vissute in pandemia, di certo orientato verso soluzioni (rapporto rata/reddito) meno impegnativ­e e più sostenibil­i.

Il mancato crollo è ascrivibil­e al boom delle surroghe. Nuove stipule influenzat­e dall’altalena economica

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