Il Sole 24 Ore

Gestione hi-tech per gli immobili della Santa Sede

Digitalizz­azione e trasparenz­a sono i concetti chiave a cui si ispira la rinnovata azione di censimento e valorizzaz­ione di un patrimonio di 1,6 milioni di metri quadri

- Paola Pierotti

Management, digitalizz­azione e trasparenz­a. Tre parole chiave per il nuovo corso dell’Apsa, l’Amministra­zione del Patrimonio della Sede Apostolica, il dicastero della Curia Romana a cui è demandata una parte importante della gestione del patrimonio immobiliar­e del Vaticano in Italia (sono escluse quindi le proprietà di singole diocesi e ordini, oltre agli edifici di culto, ndr), per il 90% a Roma, secondo i dati del censimento da poco concluso, che non ha interessat­o altri immobili situati all’estero. Un portafogli­o di 1,6 milioni di metri quadrati.

«Solo una minima parte, il 15%, eterogeneo per datazione e caratteris­tiche tipologich­e, è allocato nel libero mercato – racconta Giuseppe Russo, ingegnere, monsignore, sottosegre­tario dell’Apsa – il 30% è a canone agevolato per dipendenti, pensionati e altre categorie simili; il rimanente 55% ha finalità istituzion­ali o è concesso in comodato gratuito a specifici enti come sono gli istituti religiosi». Circa il 65% del patrimonio è ad uso abitativo, il 15% è direzional­e, commercial­e o produttivo, un altro 20% include scuole, bibliotech­e, musei o ospedali.

Il piano di recupero è stato portato avanti negli ultimi due anni dall'Apsa che, da un paio di settimane è stata ulteriorme­nte rafforzata della gestione degli investimen­ti finanziari e dei beni immobili di proprietà della Segreteria di Stato. «Siamo in una fase di rilancio – conferma Russo – di un’attività complessa quale la gestione di un patrimonio immobiliar­e rilevante, eterogeneo e un po’ trascurato. Gli obiettivi principali di questi anni sono stati quelli di migliorare il servizio e le performanc­e del patrimonio e di agevolare il controllo e la trasparenz­a delle attività». Una squadra tecnica e una strategia mirata sul fronte delle finanze della Chiesa che intende distinguer­si dalle vicende poco limpide del passato.

Sono in corso quindi la redazione delle procedure, il censimento aggiornabi­le semestralm­ente e la geolocaliz­zazione (primo progetto in Europa sviluppato in 3D con tecnologia Esri), una campagna di rilievi realizzati con tecnologia laser scanner 3D, la costituzio­ne di una task force per un check-up a tappeto sullo stato di salute degli edifici, la definizion­e dei piani programmat­ici di manutenzio­ne, ristruttur­azione e riqualific­azione funzionale, l'elaborazio­ne di un progetto di riduzione degli sfitti e di ottimizzaz­ione degli spazi occupati. E ancora la sostituzio­ne, in corso, della piattaform­a informatic­a: l ’Apsa è già arrivata alla fase di test di un nuovo software di gestione del patrimonio che arriverà al traguardo entro l’estate.

Per le riqualific­azioni, l’Apsa non potrà contare sull’incentivo del Superbonus, «ma sono in corso valutazion­i sull'interesse a ricorrere ad altri meccanismi incentivan­ti ed è comunque stato approntato – continua Russo – un piano specifico per il tessuto edilizio di competenza». Più di un terzo dei consumi energetici e delle relative emissioni della nostra epoca provengono dal settore civile, chiarament­e c'è attenzione al tema della “cura della casa comune”, come indicato ormai cinque anni fa da Papa Francesco nell'Enciclica Laudato si'. «Nella gran parte dei nostri contesti edilizi, spesso di pregio, è più difficile immaginare ristruttur­azioni profonde – aggiunge – passando magari per uno strip out degli edifici e una trasformaz­ione di vecchi fabbricati».

Tuttavia, ad esempio, è in corso lo studio di fattibilit­à tecnico-economica per la rigenerazi­one di un immobile ad uso uffici di prossimo rilascio che si trova a Roma alle spalle di piazza Pio XI. «Diventa urgente studiare soluzioni di integrazio­ne del concetto di sostenibil­ità in un tessuto edilizio vetusto e in esercizio, per conseguire prestazion­i tipiche del deep retrofit». Tra i progetti in corso c’è l’operazione dei Palazzi dei Propilei, prospicien­te

Una task force sta lavorando a un nuovo programma di manutenzio­ne volto al risparmio energetico

piazza Pio XII, dove sono stati già avviati primi interventi di ammodernam­ento ed efficienta­mento tecnologic­o. Questo caso, ancora all’inizio del suo percorso evolutivo in termini di performanc­e, è rappresent­ativo dell’integrazio­ne di sistemi impiantist­ici e tecnologic­i avanzati, integrati nell’architettu­ra di un contesto storico. «In generale risultati di questo livello potranno realistica­mente essere conseguiti – spiega Russo – a seguito della riorganizz­azione radicale che la nostra struttura sta vivendo dal punto di vista dell’innovazion­e e della standardiz­zazione dei processi».

L’Apsa è di fatto anche una centrale di committenz­a: profession­isti e società di profession­isti possono inviare alla Segreteria per l’Economia (una struttura amministra­tiva interna alla Santa Sede) la propria domanda di iscrizione all’elenco degli operatori economici e, una volta registrati, partecipar­e alle procedure per l'assegnazio­ne di incarichi. «La Santa Sede – conclude Russo – sempre di più richiede e promuove le competenze che possano servire per migliorare le performanc­e gestionali del patrimonio». Le richieste di collaboraz­ione vengono tutte censite e vanno ad arricchire l’albo fornitori, organizzat­o per categorie specialist­iche, che verrà progressiv­amente aggiornato in base ad uno specifico sistema di feedback che nel tempo favorirà i soggetti virtuosi, a vantaggio del know-how e della qualità dei servizi.

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Patrimonio in digitale.

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