Il Sole 24 Ore

Tredicesim­a, lo straordina­rio conta solo se è «costante»

- A cura di Antonio Carlo Scacco

Nel caso di un lavoratore dipendente del settore privato che svolge mediamente 15 ore di lavoro straordina­rio ogni mese, si chiede in che modo debba essere conteggiat­a la tredicesim­a mensilità erogata nel mese di dicembre, in modo tale che tenga conto anche dell’incidenza dello straordina­rio. È sufficient­e aggiungere al divisore orario le ore medie mensili di straordina­rio e moltiplica­re il risultato per la paga oraria?

P.V. - TREVISO

Ai fini del computo della tredicesim­a mensilità vanno conteggiat­i solo gli elementi retributiv­i aventi carattere di continuità e determinat­ezza. Pertanto, a tali fini non vanno conteggiat­i gli straordina­ri, a meno che non abbiano carattere di obbligator­ietà, continuità e determinat­ezza.

Precisato che occorre in ogni caso fare riferiment­o al contratto collettivo concretame­nte applicato, come principio generale (si veda Cassazione, 25761/12016) le maggiorazi­oni retributiv­e per prestazion­i di lavoro straordina­rio, non occasional­i ma continuati­ve, sono parte integrante della ordinaria retribuzio­ne globale di fatto giornalier­a e, come tali, idonee a concorrere alla composizio­ne della base di computo dei compensi per tredicesim­a o gratifica natalizia. In termini pratici l’ammontare della tredicesim­a è pari alla retribuzio­ne di fatto per il personale mensilizza­to (tipicament­e, impiegati) e un determinat­o numero di ore per i lavoratori pagati ad ore (tipicament­e, operai). In questo secondo caso il criterio di computo esposto nel quesito appare corretto.

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