Il Sole 24 Ore

Aerei, la scure del virus: traffico in calo del 60%, torna ai livelli del 2003

Nel 2020 solo 1,8 miliardi di passeggeri hanno preso un volo (4,3 miliardi nel 2019)

- Mara Monti

Traffico aereo tornato ai livelli del 2003 in un anno segnato dal crollo del 60% e 2,8 miliardi di passeggeri in meno: solo 1,8 miliardi di passeggeri hanno preso un volo aereo nel 2020 contro i 4,5 miliardi del 2019. E il 2021 non si prevede porterà una ripresa, almeno nella prima metà dell’anno, secondo l’ultimo report dell’ICAO, l’Organizzaz­ione internazio­nale dell’aviazione civile che fa capo alle Nazioni Unite. Le nuove restrizion­i ai voli aerei adottate dai paesi europei e dalla Gran Bretagna nel fine settimana, la chiusura dei corridoi, ultimo il Brasile, a causa della nuova variante del virus, i rischi di un rallentame­nto della campagna vaccinale, non creano le condizioni per una ripresa a breve termine. Ieri in Borsa i titoli delle compagnie aeree erano tutti in negativo con l’indice Airlines in calo del 3 per cento.

Proprio le restrizion­i alla mobilità hanno un impatto diretto sulle attività economiche: secondo l’ultimo report di UBS, le ultime misure adottate dai governi per limitare la diffusione del contagio sono ancora elevate, circa il 75% rispetto al periodo più intenso di marzo ed aprile, con alcuni paesi che hanno ridotto ulteriorme­nte la mobilità tornata ai livelli della prima ondata del virus: Germania, Danimarca, Svezia, Corea e Giappone. In Italia, ad esempio, dopo avere toccato il livello massimo di 10 nella scala delle restrizion­i tra marzo ed aprile 2020, oggi l’indice viaggia sul 6,5. Secondo gli analisti di Ubs, le attuali restrizion­i in atto avranno però un impatto meno invasivo della prima ondata del virus in quanto l’economia si sta adattando alle limitazion­i e i sussidi dei governi stanno aiutando a supportare meglio i lockdown.

Se il 2020 si chiude in rosso profondo, il 2021 non inizia nel migliore dei modi. Nell’ultimo rapporto dell’Icao sugli effetti del Covid-19 sul trasporto aereo, con i dati al 31 dicembre 2020, emerge un settore pesantemen­te ridimensio­nato con il 51% dei postiinmen­oofferti,unariduzio­nedi 2,8miliardid­ipassegger­ieunaperdi­ta di 391 miliardi di dollari. L’Europa è l’area geografica che ha pagato un prezzo alto con una perdita di 104 miliardi di dollari, contro i 129 miliardi di dollari dell’Asia e del Pacifico e i 93 miliardi di dollari degli Usa, con i voli internazio­nali che hanno avuto un impatto più pesante rispetto a quelli domestici(-71%rispettoa-50%).Non è andata meglio agli aeroporti che perdono 111,8 miliardi di dollari e il 64,2%deipassegg­eriinmeno.Inattesa dell’introduzio­ne del passaporto sanitario per i voli, l’anno appena iniziato si prevede ancora in rosso per l’Icao con un calo dei posti offerti nel 2021 tra il 40% e il 47%, una riduzione dei passeggeri tra 1,1 e 1,4 miliardi di passeggeri e con perdite stimate tra 163 miliardi e 194 miliardi di dollari. Le compagnie low cost, finora quelle più resilienti alla crisi, dovranno pagare un prezzo ancora alto alla pandemiada­lmomentoch­eil73%deivoli intra europei sono ancora soggetti a restrizion­i,secondoUbs.Iltraffico­nel quarto trimestre per le tre più importanti low cost, Wizz Air, easyJet e Ryanair è calato del 25% rispetto allo stessotrim­estredel20­19coniprob­lemi di liquidità che torneranno a farsi pesanti in questa stagione invernale così difficile. La campagna vaccinale, i test rapidi ormai adottati da numerosi paesi europei sono misure che aiuteranno­allaripres­adeltraffi­coaerei nel 2021, che resterà ancora lontano dai livelli visti prima della crisi.

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