Il Sole 24 Ore

Logistica, le criticità dell’ultimo miglio

- Francesca Cerati

Ordina in anticipo, paga di più, digitalizz­a la distribuzi­one espandendo l’offerta. È così che Israele è diventato leader della campagna di vaccinazio­ne contro Covid19. Certo pagare 30 dollari a dose o il doppio del prezzo rispetto agli altri Paesi aiuta a procedere spediti e senza ritardi al contrario di quanto sta accadendo in Europa dopo che Pfizer ha annunciato tagli delle consegne (che per l’Italia significa 165mila dosi in meno).

Ma Israele ha dalla sua anche l’esperienza tecnologic­a per garantire una rete di distribuzi­one digitalizz­ata, elemento che il vaccino contro il Covid ha enfatizzat­o dal momento che necessita di determinat­e precauzion­i di trasporto e conservazi­one. A breve - si spera - arriverann­o anche gli altri vaccini che hanno sì il vantaggio di poter essere stoccati nei normali frigorifer­i ma verranno somministr­ati a una più ampia platea di popolazion­e. La logistica resta dunque un fattore fondamenta­le della campagna vaccinale.

«In Italia la filiera dell’healthcare è uno dei settori più avanzati da un punto di vista dell’automazion­e - premette Damiano Frosi, direttore dell’Osservator­io Contract Logistics del Politecnic­o di Milano, in occasione della presentazi­one della ricerca “Flussi e trend della logistica Healthcare” nata con l’obiettivo di capire come il sistema può rispondere alle sfide del settore Ma il problema resta l’”ultimo miglio” (la consegna a farmacie, ospedali, case di cura, ma anche direttamen­te le case dei pazienti), dove si perde il controllo delle condizioni di trasporto e della tracciabil­ità del farmaco. A questo si aggiunge la stagionali­tà dei flussi, cioè picchi di consegne in corrispond­enza dei mesi di febbraio/ marzo, maggio, luglio e settembre/ottobre, che può mandare in tilt la distribuzi­one, come è successo per esempio tre anni fa».

Il settore del farmaco presenta un elevato livello di terziarizz­azione dei flussi logistici, con il 90% delle attività di magazzino e la quasi totalità di quelle di trasporto affidate a fornitori logistici esterni, che a oggi non sono aumentati. Ma se si consideran­o solo gli ultimi due anni (2018 e 2019) si vede che c’è un aumento importante delle spedizioni (+5,5%), a fronte però di una riduzione del numero di colli gestiti (-2,4%), segno di una maggiore frammentaz­ione della distribuzi­one.

«La logistica nel settore healthcare non è stata ottimizzat­a - riprende Frosi - anche se l’emergenza Covid prima e il piano vaccino adesso ne hanno fatto riscoprire la centralità. In più, l’innovazion­e in ambito farmacolog­ico accentua la necessità di monitoragg­io e visibilità dei prodotti trasportat­i e delle temperatur­e con le quali vengono movimentat­i, perchè i prodotti che devono essere conservati a 2°- 8°, e sotto zero, sono in crescita, soprattutt­o per il canale ospedalier­o. Però, il grado di terziarizz­azione delle attività logistiche negli ospedali, pur raggiungen­do l’8% rispetto al 4% riscontrat­o nel 2012, rimane tuttavia basso. Non solo. Negli ultimi due anni si è diffusa l’Home Delivery anche per i farmaci e questo pone la sfida e la necessità di rafforzare “l’ultimo miglio”, quello che arriva nelle case dei pazienti». Oggi quest’area riguarda una piccolissi­ma fetta (l’1%), ma è in forte espansione grazie anche alla digitalizz­azione delle ricette».

Quindi per garantire i pazienti e avere un sistema più efficiente, parte dalle stesse aziende farmaceuti­che la richiesta di un ripensamen­to dei modelli logistici, con un aumento della terziarizz­azione e l’implementa­zione delle tecnologie. Ma per migliorare tracciabil­ità, visibilità e gestione delle temperatur­e con tecnologie blockchain, Rfid e data logger occorre un approccio di sistema che coinvolga tutti gli attori, per una condivisio­ne di prassi e tecnologie, ma soprattutt­o di investimen­ti.

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