Il Sole 24 Ore

Biden: oggi l’insediamen­to alla Casa Bianca

Le parole di Yellen riportano il focus sul piano fiscale alla vigilia dell’insediamen­to

- Marco Valsania

C’era una legittima attesa sui mercati per il debutto di Yanet Jellen nel nuovo ruolo di Segretario al Tesoro della nascente amministra­zione guidata da Joe Biden. E l’ex governator­e della Federal Reserve non ha certo deluso, appoggiand­o, e anzi rilanciand­o, il piano fiscale da 1.900 miliardi di dollari che il nuovo inquilino della Casa Bianca si appresta a sottoporre al Congresso Usa. L’esortazion­e pronunciat­a al Senato «act big», «agire in grande», riferita alla politica di sostegno alla crescita è stata salutata con un ritorno al rialzo dall’azionario di New York, dopo la pause della vigilia (per festività) e della settimana precedente (questa invece per le prese di beneficio seguite a un inizio d’anno arrembante).

Non che nel discorso di Yellen si siano notate particolar­i sorprese e novità, se non la possibile e prevedibil­e sintonia fra il futuro Governo e la Banca centrale Usa. Le sue parole hanno però avuto il merito indiscusso di riportare alla vigilia dell’insediamen­to di Biden l’attenzione sulle misure di sostegno all’economia. E di allontanar­e così (almeno per il momento) i timori legati alle conseguenz­e dell’adozione di una politica fiscale ultra-espansiva sull’inflazione e sullo stesso atteggiame­nto delle autorità monetarie.

Il tutto è avvenuto nel giorno in cui Wall Street ha dovuto valutare una nuova ondata di bilanci societari provenient­e dal settore bancario dai toni favorevoli, ma accolto in maniera contrastan­te sul mercato. Goldman Sachs ha fatto il pieno di utili, più che raddoppian­done la cifra nel quarto trimestre 2020, ma ciò non è bastato a evitare un arretramen­to in Borsa (dopo aver per la verità guadagnato terreno nelle settimane precedenti), mentre meglio è andata a Bank of America, in progresso sul listino dopo dati in arretramen­to, ma nella fascia alta delle attese degli analisti. Da segnalare inoltre l’esordio brillante anche sul listino statuniten­se del titolo Stellantis, la società nata dalla fusione fra i gruppi Psa e Fca, che ha segnato un progresso a doppia cifra.

Quello stesso ritorno dell’appetito per il rischio degli investitor­i visto nei confronti delle azioni si è tradotto in una crescita dei rendimenti dei titoli di Stato Usa, con il Treasury decennale di nuovo all’1,1%, e in un deprezzame­nto del dollaro, che ha spinto ancora sopra quota 1,21 il cambio con l’euro. Non si è invece diffuso in Europa, dove i listini hanno portato a termine una seduta senza mordente, ma con perdite comunque ridotte.

In attesa del voto di fiducia del Senato sul Governo Conte, Piazza Affari ha lasciato sul terreno lo 0,25%, ma il fatto che gli altri listini del Vecchio Continente siano rimasti sulla stessa linea o si siano comportati addirittur­a peggio (Francofort­e ha chiuso a -0,24%, Parigi a -0,33% e Madrid a -0,67%) la dice lunga sull’atteggiame­nto per il momento tranquillo degli investitor­i nei confronti dell’ennesima crisi politica che va in onda nel nostro Paese. La riprova, molto più significat­iva, la si è avuta sui titoli di Stato italiani: ieri è infatti proseguito il rientro nei ranghi dello spread fra BTp e Bund, tornato a 108 punti base (rendimento decennale allo 0,55%) dopo la puntata fino a quota 120 nel giorno in cui Italia Viva ha di fatto ritirato i ministri presenti nell’esecutivo.

Intanto in base ai dati pubblicati ieri, la Bce ha riacquista­to la scorsa settimana titoli pubblici per quasi 30 miliardi di euro (8,4 miliardi all’interno del programma Pspp e 21,1 miliardi con il piano pandemico Pepp). Si tratta di un ammontare quasi doppio rispetto a quello ritirato nei sette giorni precedenti e che riporta le operazioni dell’Eurotower ai ritmi precedenti alla pausa natalizia. Il fatto che gran parte di questi acquisti abbiano verosimilm­ente riguardato titoli di Stato (una buona fetta dei quali BTp) si conferma di sostegno al nostro debito anche nelle fasi difficili.

Deboli i listini europei: Piazza Affari chiude a -0,25% (prima del voto al Senato)

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