Cinque alleati per il motore a idrogeno dei bus emiliani
Obiettivo: usare l’idrogeno per il trasporto pubblico entro i prossimi 18 mesi Industria italiana autobus monterà il propulsore sui mezzi gestiti da Tper
È il primo progetto in Italia per l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile per il trasporto pubblico ed è frutto di una partnership a cinque (Avl Italia, Punch Torino, Landi Renzo, Iia, Tper) che lega la motor valley emiliana all’altro polo di eccellenza per la motoristica, Torino, per sviluppare un motore a combustione interna alimentato a idrogeno per far marciare gli autobus. L’applicazione ad altri ambiti di uso comune, accelerando lo sviluppo di soluzioni ecologiche, alternative anche alle batterie elettriche.
È il primo e più importante progetto in Italia per l’utilizzo dell’idrogeno come combustibile per il trasporto pubblico ed è frutto di una partnership a cinque che lega la motor valley emiliana all’altro polo di eccellenza per la motoristica, Torino, al fine di sviluppare un motore a combustione interna alimentato a idrogeno con cui far marciare prima di tutto gli autobus, punto di partenza per poi allargare l’applicazione non solo al trasporto privato ma ad altri ambiti di uso comune, accelerando lo sviluppo di soluzioni ecologiche, alternative non solo ai combustibili fossili ma anche alle batterie elettriche, la cui impronta ambientale sarà tutt’altro che sostenibile ancora per molti anni.
Si chiama H2-ICE (la sigla dell’idrogeno e l’acronimo di Internal Combustion Engine) la filiera-alleanza tricolore che ha come capofila AVL Italia per la parte tecnologica e Punch Torino, l’ex General Motors Global Propulsion System, per i motori. Le casemadri sono straniere (l’austriaca AVL è la più grande azienda indipendente al mondo per la progettazione di sistemi powertrain; la multinazionale belga Punch è tra i top player nella produzione di sistemi di propulsione) ma sono tutte “made in Italy” risorse e competenze in gioco in questa scommessa, che parte oggi e durerà 18 mesi tra sviluppo (12 mesi) e messa su strada (6 mesi di sperimentazione).
Per AVL Italia sono in campo i 140 ingegneri del sito di Cavriago di Reggio Emilia, dove c’è anche il centro d’avanguardia globale per testare motori ibridi, elettrici, fuel cell; Punch Torino ha spalancato le porte del centro di ingegneria, dentro la cittadella politecnica, dove ha 700 supertecnici specializzati nei sistemi di propulsione innovativi.
Assieme ai due capofiliera lavoreranno Landi Renzo, il gruppo reggiano leader al mondo negli impianti per veicoli alimentati a GPL e metano, che si occuperà della componentistica (pompa e iniettore a idrogeno), IIA-Industria italiana autobus, la newco controllata da Invitalia e Leonardo che ha salvato gli asset della Bredamenarini e di Irisbus, che fornirà i veicoli su cui installare i nuovi motori a idrogeno, e Tper, la più grande azienda dell’Emilia-Romagna nel settore del trasporto pubblico di persone, che testerà il mezzo urbano.
«La sfida di utilizzare un combustibile sostenibile per il futuro riguarda tutto il settore dei trasporti. La costituzione di questa partnership, in cui ciascuna parte apporta il proprio indispensabile contributo, di competenze e conoscenze, è fondamentale per poterla affrontare dichiara Pierpaolo Antonioli, AD di Punch Torino SPA -. Rispetto a numerosi key-players dell’automotive che stanno intraprendendo altre strade, la nostra azienda è convinta della necessità di scommettere sull’idrogeno e questa alleanza permetterà di sfruttare la nostra “heritage” tecnica, applicandola a un settore dove i motori a combustione interna possono essere riproposti in una veste completamente rinnovata».
Il grande valore di H2-ICE, infatti, non è legato solo a una nuova frontiera tecnologica per sviluppare un motore a combustione interna che utilizzi l’idrogeno come carburante diretto al posto della benzina, raggiungendo efficienza e costi paragonabili (ma con un enorme risparmio in termini di inquinamento) bensì al fatto che a differenza del motore elettrico permette di non dismettere, anzi valorizzare un secolo di competenze e know-how accumulati dall’industria manifatturiera italiana nel motore a combustione interna, salvaguardando in primis i distretti emiliano e piemontese.
«Fino a quando il mix di sorgenti di energia primaria non sarà, in modo preponderante, a favore delle sorgenti rinnovabili, le soluzioni a idrogeno sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Europa - aggiunge Dino Brancale, AD di AVL Italia. - Nel loro ciclo di vita i veicoli con batteria elettrica emettono oggi più CO2 rispetto ai mezzi tradizionali e così sarà finché non ci sarà una completa conversione a fonti rinnovabili. Una filiera che operi nel settore dei motori a combustione interna a idrogeno ci permette non solo di accompagnare questa transizione e abbattere completamente le emissioni di CO2 del motore, ma anche di salvaguardare posti di lavoro, perché mette al riparo le specializzazioni della meccanica e della meccatronica. Perché la differenza non la fa il motore, la fa il carburante».