Conte al Quirinale discute di rimpasto e allargamento della maggioranza
Conte 50 minuti da Mattarella. Nessun commento dal Quirinale. Sotto la lente del capo dello Stato i temi più spinosi: dai numeri del Senato all’allargamento della coalizione, al rimpasto. Spinta per tempi rapidi
È stato «interlocutorio» l’incontro di ieri sera tra il capo dello Stato, Mattarella, e il premier Conte, dopo la risicata fiducia ottenuta dal Governo. Allargamento della maggioranza in tempi stretti ed eventuale rimpasto i nodi affrontati nel faccia a faccia. Oggi Mattarella riceve i leader dell’opposizione che considerano la situazione insostenibile.
«Nessun commento». La linea scelta da Sergio Mattarella è quella di non dire una parola sull’incontro di ieri con Conte all’indomani di un voto di fiducia passato sul filo dei numeri. Nemmeno le pressioni per avere qualche dettaglio su un faccia a faccia tanto atteso hanno scalfito il muro del silenzio alzato dai collaboratori del capo dello Stato che concedono un solo aggettivo al colloquio, «interlocutorio». Davvero poco per descrivere quei 50 minuti di confronto su una situazione così delicata per il Governo. Però, proprio partendo da quell’aggettivo si può immaginare la piega dello scambio di ieri al Colle. Innanzitutto, «interlocutorio» vuol dire che Mattarella considera la situazione politica e parlamentare non stabilizzata, quindi in evoluzione (o involuzione). Non serve un grande sforzo di immaginazione per ipotizzare che gli abbia chiesto la solidità di questa operazione di allargamento della maggioranza, le previsioni sull’esito e soprattutto in che tempi. Ecco, sui tempi ci poterebbe essere stata una pressione per fare in fretta viste le scadenze del Recovery.
In sostanza, i problemi e la debolezza dell’Esecutivo sono sotto gli occhi di tutti e quindi - ieri - Mattarella avrà voluto farsi una prima idea su quali siano i prossimi passi che Conte intende assumere per rafforzarsi soprattutto al Senato dove è riuscito ad avere la maggioranza relativa sul filo del rasoio. È vero che, come ripetono al Quirinale, la Costituzione prevede che il presidente della Repubblica non possa intervenire nel rapporto fiduciario – quando c’è – tra Governo e Parlamento ma nel confronto di ieri c’erano questioni di sostanza da sviscerare. E la prima è appunto quella dei numeri. Tra l’altro, come si sa, Mattarella è professore di diritto parlamentare e ha ben presente come con una maggioranza relativa così di misura sia complicato gestire le commissioni parlamentari. Come ha segnalato un articolo del Sole di ieri, al Senato ben sette rischiano di essere ingovernabili.
Ci sono - poi - questioni che investiranno direttamente il Quirinale come il rimpasto. Per esempio, l’entità dei cambi di squadra sia in termini numerici che di peso politico dei ministeri, comportano che Mattarella dica la sua sia su alcune scelte sia sulla necessità o no di passare alle Camere per un’eventuale fiducia. Dunque pure l’argomento del Conte ter potrebbe essere stato toccato. Intanto cresce il pressing dell’opposizione che oggi sarà ricevuta al Colle per illustrare le ragioni per cui i leader di centro-destra ritengono «insostenibile» l’attuale situazione.
E sempre ieri, sono arrivati alcuni commenti dai vertici europei e da Ursula von der Leyen che ha detto «è un momento in cui è necessaria stabilità per lavorare al piano Ue». Parole che Mattarella avrà letto con attenzione anche perché, tra le righe, non c’era solo la presa d’atto del voto del Senato ma anche il “warning” su quanto sia cruciale la coesione di un Governo per i prossimi traguardi europei.
Oggi i leader del centro-destra da Mattarella per un confronto su una situazione «insostenibile»