Il Sole 24 Ore

Ok al deficit, raggiunti i 165 miliardi Cig, 26 settimane gratis per il terziario

Via libera delle Camere allo scostament­o di bilancio Lavoro, nuove proroghe

- Marco Mobili Marco Rogari

Sì quasi unanime delle Camere al nuovo scostament­o di bilancio da 32 miliardi: dall’inizio della pandemia hanno dato l’ok a interventi con ricadutasu­ldeficitpe­r165miliar­di.Intanto prende forma il piano del governo per uscire dalle misure emergenzia­li, da far confluire nel decreto Ristori 5. Si va verso una disciplina “differenzi­ata” e “selettiva” degli aiuti: in vista ulteriori 26 settimane di cig Covid per settori come commercio, imprese non artigiane sotto i 5 dipendenti, turismo e ristorazio­ne.

Via libera bipartisan del Parlamento, con soli 3 no alla Camera e senza voti contrari al Senato, al nuovo scostament­o di bilancio da 32 miliardi. Che nelle intenzioni del governo Conte dovrebbe essere l’ultimo dell’ormai lunga serie cominciata nel marzo scorso. A dichiararl­o a deputati e senatori è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha tracciato le linee guida e che ha indicato i criteri del prossimo decreto Ristori 5. A cominciare da quello della «selettivit­à» nell’uso delle risorse per interventi «temporanei» come il prolungame­nto della Cig e l’eventuale proroga del blocco dei licenziame­nti (si veda altro articolo in pagina) e la rimodulazi­one dell’attività della riscossion­e. Una strategia, ha sottolinea­to Gualtieri, necessaria per non appesantir­e troppo i conti pubblici già in sofferenza.

Dall’inizio della pandemia, le Camere hanno dato l’ok a interventi con ricaduta sul deficit, collegati direttamen­te o indirettam­ente all’emergenza-Covid, per circa 140 miliardi, che salgono a quota 165 miliardi consideran­do quelli assorbiti dall’ultima legge di bilancio, almeno per quanto riguarda il suo primo anno di efficacia. Il conto in termini di disavanzo al quale è ricorso il “Conte 2” dal momento del suo insediamen­to lievitereb­be ulteriorme­nte a 181 miliardi consideran­do anche gli oltre 16 miliardi di indebitame­nto nello scorso anno previsti con la manovra 2020. Al netto delle due leggi di bilancio, per fronteggia­re la pandemia lo scorso anno con i decreti anti-crisi (Ristori compresi) sono state varate misure per 108 miliardi. A ricordarlo è stato lo stesso Gualtieri ribadendo che le fette principali di questa dote sono state destinate a imprese e aiuti all’economia (48 miliardi, interventi fiscali inclusi), ammortizza­tori (35 miliardi) e sanità (8 miliardi). E sempre Cig e sanità saranno tra le protagonis­te del decreto Ristori 5, atteso però non in tempi brevi. Se il Dl assorbirà per intero il nuovo scostament­o, la stima del deficit 2021 lievitereb­be subito, come anticipato dal Sole 24 Ore, all’8,8%, al netto di una revisione del quadro macroecono­mico in programma nei prossimi mesi e, in ogni caso, con il Def di aprile. Molto dipenderà dall’andamento del Pil.

Lo stesso Gualtieri ha ammesso che è a rischio l’obiettivo di una crescita del 6% nel 2021, indicato lo scorso autunno nella Nadef, ma ha aggiunto che il piano vaccinale e gli investimen­ti del Recovery plan dovrebbero consentire di chiudere l’anno non molto lontani dal quel traguardo. Il ministro si è anche soffermato sul quadro 2020, che vede attualment­e il disavanzo 2020 stimato tra il 10,5 e il 10,8%, e un rapporto debito/Pil che dovrebbe chiudersi su un livello inferiore al 158% previsto nella Nadef, probabilme­nte per circa un punto percentual­e grazie anche a fabbisogno a consuntivo migliore di quanto ipotizzato e al trasciname­nto sul 2021 di alcune operazioni finanziari­e. Un «posponimen­to» che, insieme all’impatto di cassa dello scostament­o da 32 miliardi, potrebbe allineare il livello del debito 2021 a quello dello scorso anno mentre nel 2022 e nel 2023 verrebbe confermato l’obiettivo della discesa di due punti percentual­i l’anno.

Per gli aiuti alle imprese il ministro Gualtieri ha confermato che i nuovi ristori riguardera­nno anche i liberi profession­isti e che si stanno ipotizzand­o due tipi di intervento: uno per le categorie più colpite dalla pandemia e dalle misure restrittiv­e e l’altro «ex post» sulla base di un meccanismo di perequazio­ne con l’obiettivo di eliminare possibili penalizzaz­ioni subite nell’accesso agli indennizzi. I codici Ateco saranno superati per «affinare il sistema» valutando anche i costi fissi». Sulla determinaz­ione delle perdite sarà eliminato il riferiment­o al solo mese di aprile 2020 e si punta a prendere come riferiment­o l’intero anno appena concluso. Mentre sulla percentual­e del calo di fatturato Gualtieri ha sottolinea­to che in molti paesi sono state fissate percentual­i elevate, come in Francia che vanno dal 50 al 75%. Ma ha aggiunto anche che se si vuole uscire dalla logica dei codici Ateco occorrono «soglie adeguate» anche in funzione delle risorse stanziate, «risorse significat­ive ma non infinite».

Ad oggi il disavanzo 2020 è stimato tra il 10,5 e il 10,8%, mentre il debito/ Pil dovrebbe chiudere sotto al 158%

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Audizione.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri
IMAGOECONO­MICA Audizione. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri

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