Il Sole 24 Ore

All’Italia il 17,9% dei fondi Bei: è il primo beneficiar­io

Erogate risorse alle nostre imprese per 11,9 miliardi, pari al 18% del totale Scannapiec­o: troppi 20 anni per rendere finanziabi­le l’alta velocità Napoli-Bari

- Isabella Bufacchi

L’Italia è stata «di gran lunga» il primo beneficiar­io dei prestiti del gruppo Bei nel 2020: un totale di 11,9 miliardi (+8,2% rispetto al 2019), di cui 10,9 in prestiti e 1,4 in equity e garanzie, a sostegno di investimen­ti per 32,4 miliardi. L’Italia si è aggiudicat­a il 17,9% sul totale dei 66,6 miliardi di finanziame­nti della Bei in Europa l’anno scorso, surclassan­do la Francia (10 miliardi) e la Spagna (8,5 miliardi). Il primato italiano arriva in un’annata pandemica che ha visto la Bei attivarsi con una vasta gamma di strumenti consolidat­i e di operazioni innovative: per la prima volta è stato finanziato il capitale circolante delle Pmi in difficoltà, per soddisfare il fabbisogno di liquidità a breve termine, per «dare ossigeno per la sopravvive­nza», ha enfatizzat­o il vicepresid­ente Dario Scannapiec­o.

Presentand­o il consuntivo 2020, il numero due della Bei e presidente del Fei (Fondo europeo per gli investimen­ti) ha spiegato che la Banca «ha ampliato i parametri di eleggibili­tà», ha aumentato fino al 20% le dimensioni dei prestiti in essere, è andata oltre i progetti di investimen­to per venire incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese. Gli interventi del Fei nell’equity sono andati a colmare il gap della sottocapit­alizzazion­e ma è stato utilizzato anche il venture debt, senza entrare nell’azionariat­o. Il ricorso massiccio alle garanzie Fei ha consentito alle banche di dare liquidità riducendo il rischio contropart­e, in un sistema italiano ancora molto bancocentr­ico. L’anno scorso la Bei ha finanziato 53.809 Pmi e sostenuto 504.718 posti di lavoro: «il livello di imprendito­rialità è un’eccellenza italiana», ha rimarcato Scannapiec­o.

I sostegni a fronte dell’emergenza Covid sono stati variegati, anche perché la Bei ha sviluppato negli anni un’elevata competenza d’avanguardi­a nel settore sanitario, con interventi nella ricerca e lo sviluppo, nelle cure, nelle terapie e nelle vaccinazio­ni. In Italia nel 2020 la risposta al coronaviru­s sostenuta dalla Bei è stata pari a 6,6 miliardi (30% degli stanziamen­ti in Europa) di cui 2 miliardi per la sanità per 8.000 posti in terapia intensiva e sub-intensiva, 651 pronto soccorso e 9.600 assunzioni; oltre 4,4 miliardi di prestiti in partnershi­p con la Cdp. Tra i tanti interventi straordina­ri, la Bei ha concesso moratorie a Comuni, Province e Regioni per alleviarli, essendo già sotto pressione per l’emergenza Covid-19.

Il Mezzogiorn­o è stato beneficiar­io di grandi operazioni nel 2020, in linea con la missione storica della Bei che ha iniziato a operare finanziand­o il Sud d’Italia: tra tutti i finanziame­nti, spiccano 2 miliardi per l’alta velocità Napoli-Bari, il più grande progetto singolo mai fatto nella storia della Bei. Scannapiec­o ha però ricordato che questa operazione è stata concepita nel 2000 e che si è impiegato un ventennio per renderla finanziabi­le. Questo lentezza non è tollerabil­e, soprattutt­o ora quando viene richiesto uno scatto in accelerazi­one nella ripresa post-Covid. «Il Pil dell’Italia è cresciuto raramente più del 2% negli ultimi 40 anni, del 7,7% dal 2000 al 2019 rispetto al 40% dell’Europa, il 30,6% della Germania, il 32% della Francia», ha rimarcato Scannapiec­o secondo il quale il Recovery Fund per l’Italia «è forse l'ultima grande opportunit­à per cambiare il Paese, per renderlo più moderno e più rapido». Il Recovery Fund, per Scannapiec­o, deve essere visto come «elemento di discontinu­ità» rispetto al passato. I fondi in arrivo dall’Europa dovranno «innescare un processo di riforme struttural­i», si è augurato il vicepresid­ente Bei, proprio per sforare quel tetto sulla crescita che ha depresso il Paese nell’ultimo ventennio.

 ?? Fonte: Bei ??
Fonte: Bei
 ??  ?? La rabbia giovane.
Proteste contro l’aumento dei prezzi e della povertà
La rabbia giovane. Proteste contro l’aumento dei prezzi e della povertà

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy