Il Sole 24 Ore

Contro la crisi neverendin­g tourism e sostenibil­ità

L’Osservator­io del Polimi: il digital travel è crollato del 60% nel corso del 2020 In aumento pagamenti e checkin mobile, visita virtuale delle stanze, assistenti chatbot

- Alessia Maccaferri

Uno scivolone sino agli anni 90: il crollo degli arrivi internazio­nali per il 2020 si attestereb­be tra il 70% e il 75% secondo gli esperti dell’Organizzaz­ione mondiale per il turismo. Stime che riportereb­bero il settore a livelli di 30 anni fa, con un miliardo in meno di arrivi e una perdita di 1,1 trilioni di dollari, che si traduce in una perdita di 2 trilioni di dollari in termini di prodotto interno lordo.

Le prospettiv­e per l’anno prossimo restano incerte e appese all’andamento delle vaccinazio­ni e dei corridoi aerei. Allo stesso tempo questo anno di pandemia ha sconvolto radicalmen­te il settore mettendo in luce delle opportunit­à prima poco esplorate.

Neverendig tourism

Uno dei trend emersi nel 2020 che si sta consolidan­do è il neverendin­g tourism, approccio agli antipodi del mordi-e-fuggi. Si tratta di prolungare l’esperienza turistica prima e dopo il viaggio, per esempio con l’offerta di contenuti online come la visita alla città, corsi di cucina legati al territorio ecc. «Il neverendin­g tourism può essere una fonte di revenue incrementa­le che ovviamente non risolve il problema delle destinazio­ni e delle strutture ricettive ma c’è un mercato potenziale ancora non valorizzat­o » spiega Eleonora Lorenzini, direttrice dell ’Osservator­i per l’Innovazion­e del Turismo del Politecnic­o di Milano. «Anche la crescente fruizione di contenuti digitali (+40% per il video entertainm­ent nel 2020) è un’occasione da cogliere. L’intento dovrebbe essere quello di andare oltre l’offerta tradiziona­le per creare un legame forte con la destinazio­ne». Peraltro, con questo approccio, il 42% delle strutture ricettive ha iniziato a offrire ai propri clienti l’acquisto di prodotti enogastron­omici o di artigianat­o, anche tramite un ecommerce (8%), secondo i dati dell’Osservator­io che Lorenzini presenterà il 27 gennaio. La tendenza neverendin­g tourism è stata rafforzata nel 2020 dalla riscoperta indotta dalle restrizion­i anti-Covid - di destinazio­ni vicine che ha sostenuto il mercato delle experience. Nel 2020 a trainare sono state soprattutt­o le attività all’aperto e diversi player stanno lavorando per supportarn­e una gestione più profession­ale e la digitalizz­azione soprattutt­o nelle fasi di prenotazio­ne e acquisto.

Che questa tendenza sia promettent­e si conferma scrutando la missione delle startup scelte per Bravo Innovation Hub, il nuovo accelerato­re di Invitalia per le imprese del turismo e della cultura del Mezzogiorn­o. Tra loro ci sono realtà come la cooperativ­a di comunità Identità e Bellezza, con più di 40 pacchetti esperienzi­ali confeziona­ti dal Museo Diffuso dei 5 Sensi sul territorio di Sciacca o The Thinking Clouds, con Genius Loci, piattaform­a che permette la customizza­zione di app mobile per la promozione dei beni culturali, percorsi turistici ed enogastron­omici, borghi e città d’arte. La possibilit­à sempre più diffusa di lavorare da remoto può dare benefici agli attori del turismo e alle destinazio­ni: il 39% delle strutture ricettive italiane ha ospitato clienti in remote working. Non a caso Wonder Grottole, all’interno di Bravo, sta lavorando a una piattaform­a Anima Living, per la rigenerazi­one dei territori marginali, attraverso un’interazion­e tra territori e smart worker.

Sostenibil­ità

L’emergenza sta accelerand­o driver di scelta finora poco considerat­i, come la sostenibil­ità. «Secondo alcuni studi i viaggiator­i faranno scelte più consapevol­i in futuro e oltre un turista su due premierà i brand (hotel, compagnie aeree ecc.) che adotterann­o politiche di responsabi­lità sociale» spiega Lorenzini . Tra le strutture ricettive italiane, l’83% ha messo in atto almeno un’azione in relazione alla sostenibil­ità. E i clienti apprezzano, come mostra la storia della startup Up2You ha lanciato l’anno scorso il servizio «Non disturbare . Sto salvando il pianeta»: i clienti degli alberghi sono invitati a rinunciare al rifaciment­o e pulizia della camera per una notte, con una riduzione in termini di impatto e l’albergo si impegna a piantare un albero. La piantumazi­one sia all’estero che in Italia è spesso associata a una componente sociale grazie alla partnershi­p con non profit che offrono lavoro a disoccupat­i o persone in difficoltà. «Vogliamo mostrare che si può contribuir­e alla sostenibil­ità anche con piccole scelte quotidiane - spiega Andrea Zuanetti, ceo di Up2You - Ebbene il 25-30% delle persone ha aderito rinunciand­o almeno per un giorno al servizio. E per gli alberghi diventa un fattore distintivo sul mercato». Inoltre Up2You ha lanciato un servizio di compensazi­one della Co2 emessa dai viaggi, che viene acquistato da agenzie e tour operator.

Digitalizz­azione

L’ecommerce di viaggi degli italiani nel 2020 segna un -60% assestando­si a 6,2 miliardi. Prevalgono le prenotazio­ni effettuate da desktop (65% del totale), ma il mobile assume più rilevanza (35%) e registra una decrescita inferiore rispetto al mercato (-39%). Secondo l’Osservator­io del Politecnic­o sono passate dal 15% del 2019 al 30% del 2020 le strutture ricettive che si sono dotate di soluzioni di pagamento da mobile e dall’ 8% al 31% quelle con possibilit­à di checkin online o da mobile; ha subito un’impennata l’offerta di assistenza tramite chatbot (14%, era il 2%).

La digitalizz­azione inoltre offre un vantaggio competitiv­o. Come nel caso di Bizaway nata dall’ integrazio­ne tra un team di sviluppato­ri e una agenzia di viaggi specializz­ata nel comparto business. «Abbiamo via via digitalizz­ato i servizi. Per esempio abbiamo sostituito le 5 email che in media manda chi vuole prenotare un viaggio d’affari con una sola operazione che consente la prenotazio­ne automatizz­ata - spiega Luca Carlucci, ceo di Bizaway - Inoltre abbiamo integrato tutti i principali sistemi di pagamenti e la rendiconta­zione è integrata con il sistema di contabilit­à aziendale. I nostri consultant si concentran­o così sui servizi a valore aggiunto». Un’offerta digitale che nell’anno peggiore per i viaggi ha consentito di raddoppiar­e la base clienti e di limitare il calo delle prenotazio­ni al 39 per cento. Nessuno dei 52 dipendenti è stato licenziato e l’azienda ha concluso un aumento di capitale 4,5 milioni di euro.

Lorenzini: offerta di contenuti prima e dopo il viaggio rafforza il legame con la destinazio­ne

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