Conte sale al Quirinale e promette tempi rapidi sulla quarta gamba
Il premier punta a un rimpasto senza dimissioni e lavora ad allargare la maggioranza di governo a un nuovo gruppo centrista. Ma la strada per costituirlo al Senato è in salita. Bettini: una forza liberale emoderata
Un incontro interlocutorio, quello che si è svolto ieri al Quirinale tra il capo dello Stato Sergio Mattar ella e Giuseppe Conte. All’ indomani della fiducia incassata sul filo al Senato, il premier ha ripetuto al presidente della Repubblica quanto va sostenendo in questi giorni: un allargamento della maggioranza ci sarà. E la promessa è stata quella di riuscire a ottenerlo in tempi brevi. È questione di giorni, ha rassicurato Conte, per la nascita dei nuovi gruppi parlamentari a sostegno del governo. Dal Colle nulla trapela. In questo momento Mattarella è un osservatore. Attento. E oggi ascolterà anche quanto hanno da dirgli i leader dell’opposizione.
Certamente la verifica dell’impegno assunto da Conte è imminente: mercoledì prossimo Camera e Senato dovranno pronunciarsi sulla relazione sullo stato della giustizia del Guardasigilli Alfonso Bonafede. E l’attenzione come al solito è concentrata su Palazzo Madama, dove il premier non ha la maggioranza assoluta. Matteo Renzi ha già anticipato che Italia Viva voterà contro. Sempre che riesca a serrare le file del suo gruppo in Senato, insidiato proprio dal premier. Dopo il sì all’ultimo momento del socialista Riccardo Nencini, che si è smarcato dall’astensione decisa da Renzi, altri senatori potrebbero seguire la sua strada. A partire da Eugenio Comincini: «Se Iv va all’opposizione non me la sento di andarci anche io». Sulla stessa linea Leonardo Grimani. Entrambi lasciano intendere di non voler abbandonare la maggioranza. E potrebbero rientrare alla casa madre: il Pd.
La condizione perché si trasformi in realtà quello che oggi è un desiderio andare avanti con una squadra ritoccata e un nuovo patto« di fine legislatura », come lochi a mail premier-è però la nascita della quarta gamba a sostegnodel governo, che dovrà sostanziarsi in un nuovo gruppo. Per ora sono pronte due componenti del Misto. Alla Camera il Centro democratico di Bruno Tabacci ha portato in dote 11 voti esi ritiene in grado di spiccare il volo a breve. Più complicatala partita di Palazzo Madama, dove M aie-Italia 23 è ferma a 5 senatori. Per fare proseliti si guarda soprattutto a Forza Italia e ai centristi, a partire dai tre senatori Udc. «L’interlocuzione è aperta», ha detto al Tg1 Paola B inetti .« Dobbiamo capire cosa vuol fare il premier con il terzostepd el suo mandato». Chiaro il riferimento alla nascita del Conte ter, ipotesi che non piace al premier, per niente convinto della necessità di dimettersi, sia pure in prospettiva di un reincarico.
Le sirene si fanno sentire anche in Forza Italia, dopo le defezioni della deputata Renata Polverini e dei senatori Mariarosaria Rossi e di Andrea Causin.
Una crepa nel partito berlusconiano che il premier spera di poter approfondire. La maggior parte dei forzisti non vuol sentir parlare di rompere l’intesa con Salvini e Meloni, ma l’ala anti-sovranista, a partire da Renato Brunetta, resta insofferente. E preoccupata: stando ai sondaggi se si andasse a votare oggi due terzi degli attuali parlamentari non sarebbero rieletti.
Di fatto, la richiesta degli indecisi a Conte è quella di scendere in campo per mettersi alla testa di un nuovo partito centrista e farsi garante del loro ritorno in Parlamento. E forse non è casuale che proprio ieri sia uscito un rapporto Eumetra di Mannheimer che arriva a dare un’eventuale lista del premier al 20%. Ma è chiaro che Conte non può ancora esporsi personalmente. L’avvertimento di Goffredo Bettini, consigliere di Zingaretti e principale pontiere verso il premier, è chiaro: «Il campo da costruire è quello di una forza liberale e moderata. Non un partito del premier, si badi bene, ma un soggetto che vada a riempire un vuoto di rappresentanza».
La trattativa è apertissima in tutte le direzioni. C’è chi sostiene che assieme alle promesse di poltrone da ministro o da sottosegretario, a costo di spacchettare dicasteri come Beni culturali e turismo o Trasporti e infrastrutture, nelle offerte rientrino anche i posti per la gestione del Reco veryPl anodi enti e Authority come Cdp e Anac. Il tempo stringe. A questo punto tre sono gli scenari. Se l’ operazione costruttori riesce, Conte punta a cavarsela con un rimpasto, o nella versione soft (e preferita) della semplice assegnazione degli incarichi lasciati liberi da Italia Viva oppure nella versione hard che prevede anche l’ingresso di esponenti di peso delPd( da Orlando ai capigruppo Del rio e Marcucci). Quello che il premier tenta di scongiurare è invece proprio il Conte ter.Pu re senza Renzi, continua a essere sospettoso e non vuole correre il rischio di dimettersi. Ma c’è una prospettiva ancora peggiore: il flop della caccia ai responsabili e del progetto quarta gamba. A quel punto, sebbene Palazzo Chigie idem evochino il voto come alternativa, si riaprirebbe i giochi per un nuovo esecutivo.
Un sondaggio Eumetra di Mannheimer arriva a dare un’eventuale lista del premier al 20%