Il Sole 24 Ore

Conte sale al Quirinale e promette tempi rapidi sulla quarta gamba

Il premier punta a un rimpasto senza dimissioni e lavora ad allargare la maggioranz­a di governo a un nuovo gruppo centrista. Ma la strada per costituirl­o al Senato è in salita. Bettini: una forza liberale emoderata

- Barbara Fiammeri Manuela Perrone

Un incontro interlocut­orio, quello che si è svolto ieri al Quirinale tra il capo dello Stato Sergio Mattar ella e Giuseppe Conte. All’ indomani della fiducia incassata sul filo al Senato, il premier ha ripetuto al presidente della Repubblica quanto va sostenendo in questi giorni: un allargamen­to della maggioranz­a ci sarà. E la promessa è stata quella di riuscire a ottenerlo in tempi brevi. È questione di giorni, ha rassicurat­o Conte, per la nascita dei nuovi gruppi parlamenta­ri a sostegno del governo. Dal Colle nulla trapela. In questo momento Mattarella è un osservator­e. Attento. E oggi ascolterà anche quanto hanno da dirgli i leader dell’opposizion­e.

Certamente la verifica dell’impegno assunto da Conte è imminente: mercoledì prossimo Camera e Senato dovranno pronunciar­si sulla relazione sullo stato della giustizia del Guardasigi­lli Alfonso Bonafede. E l’attenzione come al solito è concentrat­a su Palazzo Madama, dove il premier non ha la maggioranz­a assoluta. Matteo Renzi ha già anticipato che Italia Viva voterà contro. Sempre che riesca a serrare le file del suo gruppo in Senato, insidiato proprio dal premier. Dopo il sì all’ultimo momento del socialista Riccardo Nencini, che si è smarcato dall’astensione decisa da Renzi, altri senatori potrebbero seguire la sua strada. A partire da Eugenio Comincini: «Se Iv va all’opposizion­e non me la sento di andarci anche io». Sulla stessa linea Leonardo Grimani. Entrambi lasciano intendere di non voler abbandonar­e la maggioranz­a. E potrebbero rientrare alla casa madre: il Pd.

La condizione perché si trasformi in realtà quello che oggi è un desiderio andare avanti con una squadra ritoccata e un nuovo patto« di fine legislatur­a », come lochi a mail premier-è però la nascita della quarta gamba a sostegnode­l governo, che dovrà sostanziar­si in un nuovo gruppo. Per ora sono pronte due componenti del Misto. Alla Camera il Centro democratic­o di Bruno Tabacci ha portato in dote 11 voti esi ritiene in grado di spiccare il volo a breve. Più complicata­la partita di Palazzo Madama, dove M aie-Italia 23 è ferma a 5 senatori. Per fare proseliti si guarda soprattutt­o a Forza Italia e ai centristi, a partire dai tre senatori Udc. «L’interlocuz­ione è aperta», ha detto al Tg1 Paola B inetti .« Dobbiamo capire cosa vuol fare il premier con il terzostepd el suo mandato». Chiaro il riferiment­o alla nascita del Conte ter, ipotesi che non piace al premier, per niente convinto della necessità di dimettersi, sia pure in prospettiv­a di un reincarico.

Le sirene si fanno sentire anche in Forza Italia, dopo le defezioni della deputata Renata Polverini e dei senatori Mariarosar­ia Rossi e di Andrea Causin.

Una crepa nel partito berlusconi­ano che il premier spera di poter approfondi­re. La maggior parte dei forzisti non vuol sentir parlare di rompere l’intesa con Salvini e Meloni, ma l’ala anti-sovranista, a partire da Renato Brunetta, resta insofferen­te. E preoccupat­a: stando ai sondaggi se si andasse a votare oggi due terzi degli attuali parlamenta­ri non sarebbero rieletti.

Di fatto, la richiesta degli indecisi a Conte è quella di scendere in campo per mettersi alla testa di un nuovo partito centrista e farsi garante del loro ritorno in Parlamento. E forse non è casuale che proprio ieri sia uscito un rapporto Eumetra di Mannheimer che arriva a dare un’eventuale lista del premier al 20%. Ma è chiaro che Conte non può ancora esporsi personalme­nte. L’avvertimen­to di Goffredo Bettini, consiglier­e di Zingaretti e principale pontiere verso il premier, è chiaro: «Il campo da costruire è quello di una forza liberale e moderata. Non un partito del premier, si badi bene, ma un soggetto che vada a riempire un vuoto di rappresent­anza».

La trattativa è apertissim­a in tutte le direzioni. C’è chi sostiene che assieme alle promesse di poltrone da ministro o da sottosegre­tario, a costo di spacchetta­re dicasteri come Beni culturali e turismo o Trasporti e infrastrut­ture, nelle offerte rientrino anche i posti per la gestione del Reco veryPl anodi enti e Authority come Cdp e Anac. Il tempo stringe. A questo punto tre sono gli scenari. Se l’ operazione costruttor­i riesce, Conte punta a cavarsela con un rimpasto, o nella versione soft (e preferita) della semplice assegnazio­ne degli incarichi lasciati liberi da Italia Viva oppure nella versione hard che prevede anche l’ingresso di esponenti di peso delPd( da Orlando ai capigruppo Del rio e Marcucci). Quello che il premier tenta di scongiurar­e è invece proprio il Conte ter.Pu re senza Renzi, continua a essere sospettoso e non vuole correre il rischio di dimettersi. Ma c’è una prospettiv­a ancora peggiore: il flop della caccia ai responsabi­li e del progetto quarta gamba. A quel punto, sebbene Palazzo Chigie idem evochino il voto come alternativ­a, si riaprirebb­e i giochi per un nuovo esecutivo.

Un sondaggio Eumetra di Mannheimer arriva a dare un’eventuale lista del premier al 20%

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Premier. Giuseppe Conte, dopo l’ok al Senato, punta a rafforzare la maggioranz­a
ANSA Premier. Giuseppe Conte, dopo l’ok al Senato, punta a rafforzare la maggioranz­a

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