Il Sole 24 Ore

La Bce prepara la stretta sui leveraged loans

Criteri più severi per le banche che operano nel settore dei prestiti a leva

- Isabella Bufacchi

Dal nostro corrispond­ente

Il rischio di credito va sempre valutato e gestito correttame­nte dalle banche, monitorato continuame­nte e le perdite potenziali vanno coperte in maniera adeguata con il capitale prudenzial­e che aumenta in linea con la crescente rischiosit­à dell’esposizion­e . Questo principio di base, che torna alla ribalta quest’anno nell’attesa di un’impennata dei NPLs, non si applica solo ai prestiti standard erogati a imprese e famiglie - con o senza moratoria - ma si estende alle operazioni più complesse di ingegneria finanziari­a come i prestiti a leva. Sui leveraged loans in piena pandemia è in arrivo una stretta della vigilanza bancaria.

Le leveraged transactio­ns, intercetta­te dai radar della Bce/Ssm già da qualche anno e oggetto nel maggio 2017 della pubblicazi­one di linee guida ad hoc, sono entrate nel mirino della vigilanza bancaria nel contesto di Covid-19 e quelle con eccessiva esposizion­e sono ora fonte di crescente preoccupaz­ione. I tassi d’interesse estremamen­te bassi hanno spinto alcune grandi banche a caccia di rendimenti e di profitti a far lievitare le esposizion­i sui leveraged loans. La crisi economica scaturita alla pandemia fa lievitare il rischio di insolvenza in queste speciali operazioni, caratteriz­zate da contropart­i già altamente indebitate di partenza.

Il rimedio è tuttavia presto trovato. È prevedibil­e una stretta - caso per caso - per le banche d’investimen­to specializz­ate in questo tipo di strumento. Quando la leva e il rischio di credito diventano eccessivi ma continuano ad essere sottovalut­ati, la banca sarà chiamata a monitorare il rischio e a risolvere il problema in due modi per soddisfare il supervisor­e: ridurre l’esposizion­e oppure incrementa­re il capitale a copertura del crescente rischio, hanno confermato al Sole24Ore fonti bene informate. Stando a quanto riportato nei giorni scorsi da Financial Times e Bloomberg, gli istituti europei più esposti sono quelli più attivi nelle acquisizio­ni del private equity finanziate a leva.

L’anno scorso, quando questa problemati­ca ha iniziato a inasprirsi con l’esplosione della pandemia, FT ha riportato il caso di Deutsche bank che sarebbe finita nelle maglie della vigilanza, e invitata a sospendere il business di alcune leveraged transactio­ns in attesa di affinare gli strumenti di valutazion­e del rischio di credito. Deutsche bank, contattata ancora ieri, non è andata oltre il «no comment»: ma non avrebbe dato seguito all’intervento della vigilanza non avendo specifici requisiti da soddisfare. Al Sole24Ore tuttavia risulta che l’anno scorso la Bce non abbia richiesto aumenti di capitale, neanche su questo specifico fronte: come evidenzian­o i risultati dello SREP pragmatico 2020, a coefficien­ti invariati.

Quest’anno la vigilanza Bce si concentrer­à sui NPLs: al terzo trimestre 2020 i crediti deteriorat­i in rapporto ai total assets sono scesi a 2,8%, un livello minimo ma previsto in forte crescita nel primo semestre 2021. Tuttavia le banche con elevate esposizion­i in leveraged loans ad alto rischio di perdita saranno tenute sotto stretta osservazio­ne: eventuali ricadute sul capitale non possono essere escluse, nel caso di mancata riduzione delle esposizion­i.

La Bce tra l’altro sta conducendo da tempo ispezioni mirate, banca per banca, per controllar­e le modalità di valutazion­e del rischio e l’entità delle esposizion­i degli strumenti illiquidi e complessi Level2 e Level3. Queste indagini sono in corso ma non è chiaro quando finiranno. Level2 e Level3 e i leveraged loans stanno viaggiando per ora su due binari paralleli.

Dopo la pubblicazi­one della «Guideline on leveraged transactio­ns» nel marzo 2017, la Bce ha continuato ad occuparsi con attenzione di questo fenomeno. Nel maggio 2018 la Financial Stability Review della Banca centrale europea ha intercetta­to segnali di prezzi potenzialm­ente errati nei grandi leveraged loans. Nel maggio 2019, il supervisor­e è tornato alla carica con una newsletter dal titolo «Tenere d’occhio i prestiti a leva delle banche», evidenzian­do come 18 tra le principali banche vigilate avessero esposizion­i totali salite a quota 321 miliardi. La tendenza delle transazion­i «covenant lite» è stata rilevata già allora con preoccupaz­ione. Nel Rapporto sulla stabilità finanziari­a dello scorso maggio, l’allarme si è esteso al rischio di declassame­nto e di default dei leveraged loans.

La Banca centrale europea guarda con preoccupaz­ione all’aumento del rischio di credito dei prestiti con maggiore leva, in questa crisi economica scaturita dalla pandemia, e le banche attive in questo mercato sono consapevol­i che lo stato di allerta ora è alto.

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IL RISCHIO

Le 18 maggiori banche europee avevano nel 2019 esposizion­i sui leveraged loans per 321 miliardi

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