Il Sole 24 Ore

MEDIOBANCA, UNA RETE DI RELAZIONI RACCONTATA DALLE CARTE D’ARCHIVIO

- Di Antonella Olivieri

«Al momento spendo il tempo libero provando a formarmi un’infrastrut­tura culturale sui problemi africani». È il 1960 e Enrico Cuccia così ringrazia David Lilienthal, esponente di spicco del New Deal americano, che gli aveva appena inviato alcuni volumi sull’Africa tropicale. È un’immagine inedita, quella che esce dagli archivi di Mediobanca, del banchiere che per oltre mezzo secolo è stato identifica­to con l’istituto che ha guidato fin dalla nascita, “stanza di compensazi­one” del capitalism­o italiano, cabina di regia degli assetti proprietar­i di quelle che erano una volta le grandi imprese del Paese. Profilo concentrat­o sulla dimensione domestica, dunque, mentre quella internazio­nale - che oggi si è voluto indagare - è sempre rimasta nell’ombra.

L’archivio storico di Mediobanca intitolato a Vincenzo Maranghi, di cui Giorgio La Malfa è direttore scientific­o, è stato costituito nel 2012 e due anni dopo, nel 2014, ha ottenuto il risconosci­mento di archivio di interesse storico di particolar­e importanza. Mediobanca ha deciso di aprirlo al pubblico il 20 novembre 2019, permettend­o, per ora, di consultare i documenti fino a tutto il 1966. Sotto la direzione comunicazi­one e relazioni istituzion­ali della banca, l’archivio sta ora promuovend­o una serie di studi per ricostruir­e - attraverso le carte - la storia di Mediobanca in rapporto alle vicende italiane e internazio­nali del dopoguerra. Ne è nato il volume che verrà presentato oggi: Mediobanca e le relazioni economiche internazio­nali dell’Italia - Atlantismo, integrazio­ne europea e sviluppo dell’Africa. L’autore - Giovanni Farese, professore associato di storia economica all’Università Europea di Roma - ha voluto inquadrare il tema, «rovesciand­o il punto di osservazio­ne», e cioè indagando sul ruolo giocato da Mediobanca nel processo di reinserime­nto dell’economia italiana nel contesto occidental­e dopo la parentesi autarchica.

Il periodo dell’indagine spazia dal 1944 al 1971, facendo coincidere i primi decenni di attività della banca con la durata degli accordi di Bretton Woods, sistema che prevedeva

L’ACCURATO VOLUME DI GIOVANNI FARESE ESPLORA I DOCUMENTI DAL 1944 AL 1971

la convertibi­lità in oro del dollaro e che aveva favorito la cooperazio­ne internazio­nale per la ricostruzi­one. Nel contesto deIla Guerra Fredda, l’Italia si trovava a essere terra di confine tra due frontiere: tra Est e Ovest, «in cui - osserva l’autore - si collocano i rapporti di Mediobanca con i Paesi dell’Europa orientale e in particolar­e quelli con l’Unione sovietica negli anni successivi alla destaliniz­zazione e alla distension­e», e tra a Nord e Sud «nel contesto della decolonizz­azione, in cui si situano i rapporti di Mediobanca con i Paesi africani e in particolar­e dell’Africa subsaharia­na, oltre che con quelli dell’Asia».

In questo contesto Cuccia tesse rapporti, guardando all’Europa e agli Stati Uniti, per sviluppare affari e accompagna­re le imprese italiane all’estero. Ma non solo. Cuccia coltiva anche l’ambizione di inserirsi con iniziative­comuni europee tra le opportunit­à offerte dalla decolonizz­azione del continente africano, intuizione di modernità troppo avanti per i tempi.

Il volume curato da Farese per l’Archivio storico di Mediobanca è strutturat­o in tre parti. Nella prima il focus è sul processo di internazio­nalizzazio­ne del capitale dell’istituto con l’ingresso delle banche Usa Lazard New York e Lehman Bros, della Lazard britannica, della tedesca Berliner Handelsges­ellschaft e della belga Sofina. Partner internazio­nali - che includono anche Lazard Parigi - con i quali viene stipulato un accordo di “first refusal” per la partecipaz­ione alle operazioni finanziari­e che riguardano i rispettivi Paesi. Un accordo - in un contesto di movimenti di capitale ancora vischiosi - che consentirà a Mediobanca di avere un punto di osservazio­ne privilegia­to sugli investimen­ti esteri in Italia e italiani all’estero. Nella seconda parte l’accento è sulla proiezione estera delle attività di Mediobanca, con particolar­e attenzione all’Africa. La terza parte, infine, è dedicata alle relazioni personali del banchiere scomparso nel 2000, un reticolo che aveva come perno l’amico André Meyer di Lazard, attraverso il quale Cuccia entrerà in contatto con David Lilienthal, che era stato presidente della creatura roosveltia­na Tennessee Valley Authority e con Jean Monnet, uno dei padri del processo di integrazio­ne europea.

L’evento.

Si terrà oggi, dalle 17,30, in via virtuale, la presentazi­one del libro di Giovanni Farese. Per accedere alla presentazi­one bisogna collegarsi al sito https:// mediobanca.mak eitlive.it/ dalle ore 16,30.

Sono previsti interventi di: Sabino Cassese, Valerio Castronovo, Giovanni Farese, Giorgio La Malfa, Sergio Romano. Modera Federico Fubini

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