Lesser: «Dal business appoggio al nuovo corso»
Angela Merkel non ha cambiato idea su Nord Stream 2: è disposta a parlarne con la nuova amministrazione Biden, ma non abbandonerà il proprio sostegno al gasdotto russo a cui mancano pochi km di tubi per approdare in Germania. Pochi chilometri messi però in forse dall’ultima ondata di sanzioni americane, che si concentrano ora sulla nave posatubi, la russa Fortuna, impegnata nel completamento del gasdotto.
«Parleremo naturalmente con la nuova amministrazione - ha detto ieri la cancelliera tedesca in conferenza stampa, facendo notare la «più ampia» sintonia politica con Joe Biden rispetto al predecessore Donald Trump, dalle sue posizioni sul clima al rientro degli Usa nell’Organizzazione mondiale della sanità -. Ma il mio approccio su Nord Stream 2 non è cambiato al punto da dire che il progetto non dovrebbe essere realizzato».
I dubbi di Angela Merkel sull’efficacia delle sanzioni (e sulla legittimità di quelle extraterritoriali) non dimenticano Aleksej Navalny, l’oppositore russo che la stessa cancelliera ha visitato durante la degenza dell’estate scorsa nell’ospedale di Berlino, dopo l’avvelenamento in Siberia. Ma è lo stesso Navalny a consigliare ai Paesi occidentali di mettere nel mirino i responsabili della repressione e della corruzione in Russia, piuttosto che sanzionare progetti economici danneggiando l’intero Paese.
Le sanzioni americane, del resto, non sono direttamente legate al destino di Navalny ma al predominio energetico russo in Europa. «Dobbiamo certamente parlare del tipo di legame economico con la Russia sul settore del gas che siamo disposti ad accettare e quale invece no - ha detto Merkel -. Senza ignorare che non è che non ci siano assolutamente relazioni commerciali tra gli Stati Uniti d’America e la Russia sul fronte del petrolio, per esempio. Dobbiamo mettere tutto sul tavolo».