«Dal business pieno sostegno alla nuova amministrazione»
Per il business, come per il Paese, è un nuovo giorno in America. «Il momento in cui gli Stati Uniti hanno deciso di rientrare nell’accordo di Parigi sul clima e abbiamo cambiato i toni, riaffermato la democrazia». Rich Lesser, amministratore delegato del colosso globale della consulenza Boston Consulting Group, prevede importanti terreni di cooperazione della Corporate America con l’amministrazione di Joe Biden. A cominciare da un’urgente campagna nazionale per arginare e risolvere la crisi da coronavirus. Fino a grandi politiche per il rilancio dell’economia, quali piani per le infrastrutture e, appunto, sul clima. È particolarmente incoraggiato dalla prospettiva di un nuovo dialogo di Washington con gli alleati sul palcoscenico internazionale, al posto di America First.
Tensioni certo raffioreranno, esistono preoccupazioni su riforme fiscali che alzino le imposte e su strette di regolamentazione. Ma le imprese, nel loro insieme, voltano pagina. «La priorità per il business è ora accelerare i progressi contro il Covid. E le iniziative prese dalla nuova amministrazione trovano pieno sostegno», dice Lesser durante un’intervista con un gruppo di giornali europei tra cui Il Sole 24 Ore. Allungando lo sguardo oltre la pandemia aggiunge poi che la «speranza» è lavorare assieme anche «sulle infrastrutture come sul superamento del digital divide, sull’immigrazione e sulla sfida del clima, che le imprese considerano ormai urgente». La scommessa è che, nonostante le divisioni politiche che restano nel Paese, emergano soluzioni «bipartisan ed equilibrate», con l’obiettivo di «assicurare che gli Stati Uniti siano competitivi e orientati alla crescita».
Sul nodo dei rapporti con l’Europa, burrascosi durante gli ultimi quattro anni, Lesser è particolarmente fiducioso. «Siamo all’inizio di un periodo migliore, Biden lo ha indicato ripetutamente. Trump sembrava alla ricerca di scontri ovunque», mentre il nuovo presidente appare pronto «a creare ponti» su molteplici fronti. «Sul clima, ma anche su strategie per rafforzare l’economia o su questioni di tassazione», quali la digital tax. Ciò non significa un «allineamento completo», ma è un netto cambio di rotta rispetto alle «guerre commerciali».
I rapporti con la Cina restano uno dei dossier più delicati e incerti, ammette il ceo di Bcg. «C’è una continua e diffusa preoccupazione negli Stati Uniti». Anche qui promette tuttavia di emergere un approccio più multilaterale, lo sforzo «di non agire da soli, di lavorare con gli alleati, possibilmente per arrivare a progressi e a una deescalation delle tensioni nel corso del mandato dell’amministrazione».
Sarà il cambiamento climatico a offrire forse il banco di prova cruciale di un nuovo “patto” tra Casa Bianca e business. Lesser sottolinea che, al di là di singole aziende, grandi associazioni si sono espresse sull’emergenzaambiente: «La US Chamber of Commerce ha preso più convinta posizione proprio nelle ultime ore». E auspica inedite spinte interne al mondo imprenditoriale verso progressivi cambiamenti nelle catene globali di fornitori che riducano l’effetto serra.
La pandemia resta però la sfida da superare senza indugi. Lesser intravvede lezioni per il futuro delle imprese nell’inedita crisi. Un incentivo a innovare, ad accelerare «trasformazioni tech e digitali». E una maggior «enfasi sulla resilienza»: studi alla mano, Lesser afferma come aver «creato resilienza», preparativi per tener testa a diversi scenari e incognite, abbia contribuito enormemente alla performance di lungo periodo delle aziende.
La lezione della crisi e delle profonde ferite che ha aperto è particolarmente urgente per Paesi e governi, dagli Stati Uniti all’Europa. Racchiusa nell’invito a “think big”, nel pensare in grande, lanciato dal prossimo segretario al Tesoro Janet Yellen durante la prima audizione al Congresso quando di tratta di immaginare nuovi, significativi interventi di spesa pubblica. Lesser è cautamente ottimista per il 2021 sull’economia globale e sull’Europa, proprio «grazie ai pacchetti di stimolo».
Ma avverte che un «efficace sostegno» resta necessario. Se «eccessi di debito restano pericolosi», con tassi d’interesse bassi e senza spettri d’inflazione «possiamo considerare in modo diverso l’indebitamento». L’importante è che le risorse siano focalizzate «nella creazione di posti di lavoro nel breve termine e per interventi capaci di sospingere la crescita». Che scattino investimenti «in capitale umano, istruzione e qualificazione, infrastrutture fisiche e digitali». Allora i risultati «possono più che ripagare il costo del debito».