Il Sole 24 Ore

Grana Udc, i Dem chiedono il ter Conte cede i servizi, Cdm nella notte

Benassi in pole. Veto M5S sui centristi, la quarta gamba non decolla. Per il Pd l’alternativ­a è il voto. Renzi: fermiamoci e confrontia­moci. Accelerazi­one anche sulla riforma proporzion­ale

- Barbara Fiammeri Manuela Perrone

Ci mancava solo l’inchiesta di Catanzaro su Lorenzo Cesa a complicare la ricerca dei “costruttor­i”. I numeri continuano a non esserci e il Pd stavolta lancia un warning pesante: «Conte ter in poche settimane o voto», ha sintetizza­to ieri Goffredo Bettini, consiglier­e del segretario dem Nicola Zingaretti. Consapevol­e che già mercoledì ci sarà la prova d’Aula sulla relazione sullo stato della giustizia del Guardasigi­lli Alfonso Bonafede. La risposta di Giuseppe Conte arriva subito dopo. Il premier dà al ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, il compito di riunire già stamattina i presidenti delle commission­i Affari costituzio­nali di Camera e Senato per mettere subito all’ordine del giorno la riforma elettorale. Il proporzion­ale è l’offerta di Conte ai “responsabi­li” anzitutto, ma in seconda battuta anche agli azzurri, visto che al di là delle dichiarazi­oni ufficiali l’unico modo perché Forza Italia si garantisca l’autonomia da Salvini e Meloni è un sistema proporzion­ale.

La seconda mossa è la convocazio­ne del Consiglio dei ministri notturno per assegnare la delega sui servizi segreti: in pole il consiglier­e diplomatic­o Pietro Benassi, nominato sottosegre­tario. A lungo tanto Matteo Renzi quanto il Pd avevano chiesto a Conte di cedere la delega. Un “uno due”, quello del premier, per aprire a ulteriori spazi di mediazione. Mentre a Palazzo Chigi entrano alla spicciolat­a potenziali soccorrito­ri (come gli ex M5S Trano e Aiello).

La notizia di Cesa, che era l’orecchio a cui si rivolgevan­o i pontieri di Conte, è un ulteriore macigno sull’allargamen­to della maggioranz­a promesso mercoledì dal premier al capo dello Stato Sergio Mattarella «in tempi brevi». Dopo l’attacco di Alessandro Di Battista( «Chi ha condanne sulle spalle e indagini per reati gravi, perché Cesa non è certo indagato per diffamazio­ne, non può essere un interlocut­ore»), è Luigi Di Maio a dettare la linea del Movimento, rompendo il silenzio imbarazzat­o del reggente Vito Crimi e del capodelega­zione Bonafede. «Mai dialogo con chi è indagato per reati gravi», dice il ministro degli Esteri. Ovviamente nel mirino c’è Cesa, non tutta l’Udc. Ovvero quei tre senatori che fanno tanto gola al premier. Le dimissioni di Cesa da segretario consentono infatti comunque al suo successore Antonio De Poli di poter disporre del simbolo. Quello scudo crociato che sarebbe un boccone ghiotto per nobilitare la quarta gamba.

Ma proprio la frenata sui “responsabi­li” induce tanto i Cinque Stelle che il Pd ad ammorbidir­e la posizione verso i renziani. Sono soprattutt­o i parlamenta­ri a ribollire: «Ma perché dobbiamo raccattare senatori qua e là e non ritrovare invece l’intesa con chi della maggioranz­a faceva parte?». L’interruzio­ne del rapporto di fiducia con Matteo Renzi persiste, ma proprio dal leader di Italia Viva ieri è arrivata una mano tesa: «Visto che siamo ancora in tempo per fermarsi, il mio appello è anziché andare a fare un “compro baratto e vendo” di singoli parlamenta­ri, tornate alla politica». L’astensione di Iv alla fiducia, sottolinea Renzi, «è segno di aprirsi al compromess­o. Se volete confrontar­vi nelle sedi istituzion­ali, ci siamo».

Una strada che trova finora il maggiore oppositore nel premier. Il tempo però sta per scadere. E l’avvertimen­to del Pd non può essere sottovalut­ato. «Elezioni più vicine? Purtroppo sì», dice in serata il vicesegret­ario Andrea Orlando, che chiude definitiva­mente a ipotesi di governissi­mi. I dem a questo punto chiedono a Conte di ripartire da zero consentend­o un confronto a tutto campo con chi è disponibil­e a sostenere la maggioranz­a. È il Conte ter, che piace anche ai potenziali “responsabi­li”.

Il premier a sua volta manda un altro messaggio per rassicurar­e gli alleati e Bruxelles: convoca per oggi i sindacati e per lunedì Confindust­ria e le altre associazio­ni imprendito­riali per l’atteso confronto sul Recovery Plan. Un modo per rispondere alla nuova strigliata del Commissari­o Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni: «L’Italia deve dettagliar­e riforme e tempi».

L’appello di Confindust­ria Vicenza. «Basta incompeten­za. Serve uno scatto di dignità da parte delle persone che, nella società civile, hanno senso di responsabi­lità», è l'appello del presidente di Confindust­ria Vicenza, Luciano Vescovi

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Premier. Giuseppe Conte. Sulla strada già in salita per la costituzio­ne di un gruppo centrista alle Camere, ieri è arrivato anche l’ostacolo del caso Cesa REUTERS
 ??  ?? Sergio Mattarella. In questa fase delicata, il capo dello Stato vuole solo ascoltare le forze politiche e tenersi a distanza per trarre le sue conclusion­i al più presto
Sergio Mattarella. In questa fase delicata, il capo dello Stato vuole solo ascoltare le forze politiche e tenersi a distanza per trarre le sue conclusion­i al più presto
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