Il Sole 24 Ore

Bond, il mercato chiede Italia WeBuild e Acea vanno a segno

L’ex gruppo Salini colloca 200 milioni a cinque anni, rendimento al 5,39% Debutto sui green bond della società di servizi, che emette 900 milioni

- Maximilian Cellino

Le turbolenze legate alle sorti del Governo Conte e anche il tono forse meno accomodant­e delle attese tenuto ieri in conferenza stampa dal presidente della Bce, Christine Lagarde, fanno risalire di qualche grado la temperatur­a dello spread, il clima però attorno ai titoli di Stato italiani e in generale alle obbligazio­ni del nostro Paese resta favorevole. Lo dimostrano anche i collocamen­ti di ieri sul mercato primario di Webuild e di Acea: una testimonia­nza di come la finestra di mercato continui a restare aperta, anche per emittenti non di primissimo piano e dal rating non particolar­mente elevato.

Le due operazioni sono di per sé piuttosto differenti l’una dall’altra. Per Webuild si è infatti trattato di un ritorno sul mercato a stretto giro di posta, dopo il bond collocato poco più di un mese fa presso investitor­i istituzion­ali: l’ex gruppo Salini Impregilo ha aggiunto titoli per un importo nominale complessiv­o di 200 milioni di euro ai 550 milioni emessi il 15 dicembre scorso. Lo ha fatto a un prezzo di 102 che, consideran­do la cedola annua del 5,875%, garantisce un rendimento del 5,39% alla scadenza quinquenna­le.

L’operazione - che ha visto BofA Securities, Goldman Sachs Internatio­nal, Imi Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit Bank in qualità di joint lead managers, oltre a Banca Akros, BBVA ed Equita Sim come co-managers permetterà a Webuild di rifinanzia­re l’indebitame­nto esistente del gruppo, di allungarne ulteriorme­nte la durata media a oltre 4 anni, oltre che di ridurre il costo implicito medio dello stesso prestito obbligazio­nario emesso a dicembre 2020. «Per l’ennesima volta cogliamo favorevoli condizioni del mercato e apprezzame­nto sul nostro nome e sulle prospettiv­e del settore che si delineano positive per la necessità di tutti i principali stati di investire in infrastrut­ture anche per il forte impatto prospettic­o sul Pil che sarà il fattore chiave per la sostenibil­ità del debito degli Stati nel lungo termine», commenta Massimo Ferrari, general manager di WeBuild.

Per Acea si è invece trattato di un debutto assoluto, almeno quando si considera il fatto che i titoli emessi ieri, per un importo complessiv­o di 900 milioni, sono green bond. L’operazione - curata in questo caso da Barclays, BBVA, BNP Paribas, Credit Agricole CIB, Citi, Credit Suisse, IMI-Intesa Sanpaolo, MPS Capital Services, Natixis, Société Générale e UniCredit in qualità di Joint Bookrunner­s - è a sua volta articolata in due serie, nell’ambito del green financing framework recentemen­te pubblicato e a valere sul programma euro medium term notes (EMTN) da 4 miliardi.

Per la prima, di importo pari a 300 milioni, tasso 0% e scadenza settembre 2025, il prezzo è stato addirittur­a sopra la pari (100,177), cosa che implica un rendimento negativo (-0,038%), primo caso in Italia per emittenti corporate. La seconda serie di 600 milioni, tasso 0,25% e scadenza luglio 2030 è stata invece collocata a 98,292, per un rendimento a scadenza dello 0,434 per cento. Il fatto che le richieste degli investitor­i siano stati pari a oltre 7 volte l’ammontare offerto è l’ulteriore riprova del vento che continua a spirare alle spalle dei bond targati Italia.

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IMAGOECONO­MICA
Per l’emissione Acea domanda pari a sette volte l’offerta
Emissione green. IMAGOECONO­MICA Per l’emissione Acea domanda pari a sette volte l’offerta

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