IWB, ricavi in corsa e dividendo extra
La crisi pandemica dell’Ho.Re.Ca lascia indenne Italian Wine Brands, che sfrutta il buon posizionamento nei canali della Gdo e della vendita diretta per chiudere l’anno con una crescita dei ricavi del 29,7%, a quota 204,3 milioni. Risultati che si accompagnano alla decisione dell’assemblea di distribuire un dividendo integrativo di 40 centesimi per azione (in aggiunta ai 10 centesimi già distribuiti quest’anno), confermando così la linea del Cda a marzo. Il titolo, quotato sull’Aim, ieri ha corso molto, chiudendo la giornata con una crescita superiore all’8%.
Tra i canali di vendita, in grande evidenza per IWB soprattutto quello digitale, con un incremento del 74,06 per cento. «Il lockdown di primavera è stato qualcosa di ecccezionale, ma è un trend innescato da tempo che si sta mantenendo costante. Ora lavoreremo sulla clientela acquisita, per confermarla anche nel 2021» spiega Alessandro Mutinelli, presidente e amministratore delegato di IWB,
La performance del gruppo è stata positiva sia sui mercati internazionali, dove sono stati realizzati ricavi delle vendite per 164,1 milioni (+32,8%), sia sul mercato domestico, dove sono stati realizzati ricavi pari a 39,5 milioni (+18,6% rispetto al 2019). Al fatturato ha contribuito anche la neoacquisita Raphael Dal Bo, con ricavi per 11 milioni (con un ebitda margin posizionato nella parte alta del mix di gruppo, e risultato leggermente al di sopra delle previsioni). «L’esercizio appena concluso e il perdurare della pandemia hanno dato prova della validità del nostro modello di business e delle strategie commerciali - spiega Mutinelli -. Da un lato, la flessibilità produttiva e organizzativa, ci ha consentito di aumentare i volumi in un contesto difficile, dall’altro, lo sviluppo dei prodotti a marchi propri e gli investimenti sui canali innovativi hanno consentito a IWB di posizionarsi in tempi relativamente rapidi tra i primi gruppi privati del vino in Italia».
Tempi ancora non maturi, infine, per lo sbarco sull’Mta, programmato da tempo. «Eravamo pronti, poi abbiamo deciso di aspettare - conclude Mutinelli -. Non c’è fretta».