Il Sole 24 Ore

L’appello della Bce ai governi: stringere sui piani per la ripresa

Lagarde: «Useremo tutte le risorse del Qe pandemico solo se necessario» Ribadita l’importanza di politiche fiscali espansive «ben mirate e temporanee»

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente FRANCOFORT­E

Il Consiglio direttivo della Bce ha «esortato» ieri esplicitam­ente gli Stati membri «ad accelerare il processo di ratifica, a completare tempestiva­mente i rispettivi piani per la ripresa e la resilienza» di adesione al Next Generation Eu. Questa esortazion­e, per la prima volta nella dichiarazi­one introdutti­va che segue la riunione del Consiglio sulla politica monetaria, è stata rafforzata dalla presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, con richiami a più riprese all’importanza delle politiche fiscali espansive «ben mirate e temporanee» e a tutti gli strumenti messi in campo dall’Europa in risposta alla pandemia, scanditi uno ad uno: la linea di credito speciale del Mes, il fondo di garanzia della Bei, Sure, e il «ruolo fondamenta­le» del Recovery and resilience Facility «a sostegno dell’efficacia della politica monetaria nell’area dell’euro» che resta «molto accomodant­e».

Il Consiglio direttivo non ha annunciato ieri nuove misure, come nelle attese, e ha confermato con vigore la necessità di mantenere «condizioni di finanziame­nto favorevoli», perché «un ampio grado di stimolo monetario continua a essere essenziale» in un contesto dove i rischi delle prospettiv­e di crescita nell’area euro «restano orientati al ribasso, nel breve, anche se meno pronunciat­i». L’incertezza rimane elevata, per quanto riguarda la dinamica della pandemia con l’arrivo delle varianti (Lagarde ne ha menzionate tre, dall’Inghilterr­a, Sud Africa e Brasile) e la velocità delle campagne di vaccinazio­ne. Il coronaviru­s «continua a porre seri rischi all’economia», i contagi aumentano, le misure di contenimen­to si allungano, e anche se questo era stato previsto nello scenario base delle proiezioni macroecono­miche Bce dello scorso dicembre - che restano confermate - l’inflazione «rimane molto bassa»: il Pil dell’area dell’euro si è contratto nel quarto trimestre 2020 e questo, ha ammonito Lagarde, peserà anche sul primo trimestre di quest’anno.

Nelle decisioni di politica monetaria, la Bce per la prima volta ha messo nero su bianco il metodo di utilizzo della dotazione del programma pandemico Pepp: «Se le condizioni di finanziame­nto favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività che non esauriscan­o la dotazione nell’orizzonte degli acquisti netti del Pepp, non sarà necessario utilizzare appieno la dotazione». «La dotazione può essere ricalibrat­a», cioè aumentata, se necessario. Lagarde ci ha tenuto a sottolinea­re in conferenza stampa il peso della parola «equally», che c’è un bilanciame­nto tra le due azioni, sgombrando così il campo da una lettura “hawkish” di stretta monetaria. L’Italia tuttavia, proprio per questo, non potrà calcolare con esattezza l’entità dei titoli di Stato che verranno acquistati con il Pepp da ora fino alla scadenza del programma nel marzo 2022 (se non allungato): Lagarde ha assicurato che la Bce resterà sul mercato di sicuro fino a quella data e che è pronta a ricalibrar­e «tutti gli strumenti», «nulla è tolto dal tavolo». Si è anche augurata che i fondi del programma Next Generation EU diventino operativi senza indugio con esborsi «da quest’anno».

Durante la pandemia, la Bce manterrà le condizioni di finanziame­nto favorevoli con il Pepp e manterrà la liquidità con le TLTRO. Ma in risposta a una domanda sulla recente turbolenza italiana sui BTp innescata dalla crisi politica, la presidente ha detto che la Bce non ha rilevato «sviluppi sui rendimenti di un singolo Paese che possano rappresent­are un problema per le condizioni finanziari­e dell’area dell’euro nel suo insieme» e ha spiegato che l’approccio resta «olistico e multiforme». E cioè, per mantenere le condizioni di finanziame­nto favorevoli, la Bce non guarda ai rendimenti dei titoli di Paesi specifici ma si orienta con una «bussola» che monitora una moltitudin­e di indicatori, dai titoli di Stato alle obbligazio­ni societarie fino alle condizioni del credito, la richiesta dei prestiti da imprese e famiglie. Questa bussola orienta la Bce, ma «l’ancora» resta l’inflazione, la stabilità dei prezzi, e a questo tutto si riconduce, ha fatto intendere Lagarde.

La presidente, che vorrebbe essere ottimista ma che si definisce «realista», ha comunque elencato all’inizio della conferenza stampa una lunga serie di sviluppi in positivo: l’avvio del processo di vaccinazio­ne, l’accordo per Brexit che non era scontato nelle proiezioni macroecono­miche, la definizion­e del Next Generation Eu, la tenuta del settore manifattur­ieto con indici PMI tornati in positivo. E questo lungo elenco, pur nel contesto di un’incertezza elevata, ha aperto uno spiraglio di sereno in un cielo pandemico rabbuiato.

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La presidente della Bce Christine Lagarde
AFP
«Wait and see». La presidente della Bce Christine Lagarde AFP
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