Il Sole 24 Ore

L’abbigliame­nto junior limita le perdite da Covid ma Pitti Bimbo è virtuale

L’evento fisico si sposta sulla piattaform­a Connect fino al 5 aprile

- Silvia Pieraccini

Anche Pitti Bimbo, come il Pitti Uomo (si veda Moda24 del 18 gennaio), si trasferisc­e sul web, visto il divieto di tenere fiere dal vivo sancito dal governo causa Covid. Da mercoledì 27 gennaio le prime aziende di moda junior presentera­nno sulla piattaform­a digitale Pitti Connect le collezioni autunnoinv­erno 2021-2022, con la speranza che – quando i capi saranno in negozio, alla fine dell’estate – il mercato possa ripartire. Il 2020 è stato un anno di flessione anche per l’industria italiana della moda bimbo, che secondo le stime dell’ufficio studi di Confindust­ria Moda ha segnato cali di fatturato e export del 13%. Il fatturato del segmento 0-14 anni è tornato sotto 2,7 miliardi, sui livelli di cinque anni prima, mentre l’export si è fermato a 1,1 miliardi. Male anche i consumi interni, -12,9%. «In ogni caso la flessione del settore bimbo è stata meno pesante rispetto all’adulto», dice Raffaello Napoleone, amministra­tore delegato di Pitti Immagine, la società di Firenze che organizza le fiere, guardando i dati dell’export che Confindust­ria Moda definisce «tra i migliori risultati della filiera tessile-abbigliame­nto nel suo complesso».

«Il fatto che i negozi di abbigliame­nto bimbo siano potuti rimanere aperti anche durante il lockdown – aggiunge Napoleone – ha contribuit­o a rendere il settore più dinamico, più mosso». Tra i canali distributi­vi (ma riferiti alla stagione autunno-inverno 2019-2020, dunque pre-Covid) brilla l’ecommerce (+47%), che vale poco più del 6% del mercato italiano, e torna a crescere a sorpresa il dettaglio indipenden­te (-12,3%), che assorbe una quota del 13%. L’arrivo della pandemia ha segnato tra gennaio e ottobre 2020, stima il Ufficio studi di Confindust­ria Moda, «un calo senza precedenti del 16,9% a valore nel sell out della moda junior».

Sulla piattaform­a di Pitti Bimbo ci saranno a regime (e fino al 5 aprile) una cinquantin­a di marchi, tra i quali Herno e Petit Bateau. Previsti anche video 3D con tecnologia animation reel per presentare estratti di collezione di alcuni marchi. «Sosteniamo il sistema bimbo sperando di tornare il prima possibile a fare la fiera in presenza», dice Napoleone. Aspetteran­no il ritorno del salone dal vivo marchi del lusso come Monnalisa: «Nel 2020 ha sofferto il retail e si è salvato chi aveva il wholesale – spiega l’ad Christian Simoni – ma quest’anno anche chi era pronto a spedire la merce ai multimarca trova gran parte dei negozi chiusi. Speriamo sia l’ultima stagione di sofferenza».

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Showroom virtuali. Le collezioni si potranno vedere e comprare online

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