Il Sole 24 Ore

«Tariffe premium per resistere»

Le aziende della meccanica costrette a pagare di più per evitare disguidi

- Matteo Meneghello

«La produzione non si è interrotta, ma per avere la certezza di ricevere i container dalla Cina nelle 5-6 settimane standard siamo dovuti passare da una tariffa normale a una premium, pagando quasi il 100% in più». Per ora Piero Bruno, ad di Berco, realtà del gruppo ThyssenKru­pp che produce sottocarri per macchine movimento terra, se l’è cavata così. Ma la situazione è in equilibrio precario. «Il problema è legato sia alla mancanza fisica dei container sia all’allungamen­to dei tempi relativi allo sdoganamen­to – spiega –. Ora, poi, il disagio rischia di diventare bidirezion­ale, con ricadute sulle nostre spedizioni di prodotto finito verso gli Stati Uniti».

Marco Bonometti, titolare della Omr (fornitore di componenti­stica per auto) possiede una fonderia in Cina, da cui si approvvigi­ona per i componenti grezzi. «Sdoganiamo a Trieste, Genova e Rotterdam – spiega – ma ovunque la situazione è identica. La domanda è alta, i container non si trovano. Ce li contendiam­o con la concorrenz­a. Problemi in produzione fortunatam­ente ancora non ne abbiamo, ma i tempi si dilatano e i costi sono raddoppiat­i».

La situazione è critica non solo per le merci in ingresso ma anche per i container diretti in Cina. «Con Duferco Biomasse – spiega Antonio Gozzi, ceo di Duferco Italia – stiamo da tempo spedendo in Cina carichi relativi a un lotto da 360mila metri cubi di legname schiantato a terra nelle Alpi bellunesi. Sono container da 40 piedi: fino a poco tempo fa costava 500 dollari spedirli a Shanghai, ora siamo arrivati a 1.200-1.300 dollari, e spesso non li troviamo». Secondo Gozzi tra le cause va annoverata anche l’esplosione dell’e-commerce: «Il container è stato per lungo tempo uno strumento del B2b, ora invece, specialmen­te dopo la pandemia, il peso del B2c sta aumentando».

Oltre alle filiere direttamen­te interessat­e, altri settori sono a cascata colpiti dal fenomeno. «Nell’acciaio generalmen­te si compra utilizzand­o le rinfuse – spiega Tommaso Sandrini, presidente del sindacato Acciaio di Assofermet, l’associazio­ne dei distributo­ri – ma il problema della disponibil­ità delle tratte nei noli è generalizz­ato. Nel nostro settore stiamo assistendo a un allungamen­to del lead time di consegna dei produttori: hanno portafogli pieni, hanno riavviato le produzioni solo da poco, ma non si trova materiale perchè non si riesce a importare». E i prezzi salgono alle stelle. Anche le fonderie sono state colpite dall’aumento dei costi della materia prima, ma per quanto riguarda la crisi dei noli il presidente di Assofond, Roberto Ariotti, va controconc­orrente: «Tutto sommato quest’onda potrebbe anche giocare a favore della filiera nazionale».

Rischio di tensioni inflazioni­stiche se i maggiori costi verranno trasferiti ai consumator­i

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Piero Bruno, amministra­tore delegato della Berco di Copparo, in provincia di Ferrara, attiva nella produzione di sottocarri per l’industria del movimento terra e del mining
Alla guida. Piero Bruno, amministra­tore delegato della Berco di Copparo, in provincia di Ferrara, attiva nella produzione di sottocarri per l’industria del movimento terra e del mining

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