Il Sole 24 Ore

Governo in cerca dei voti sulla giustizia al Senato. Cresce la spinta per il Conte ter

La relazione di Bonafede verso il rinvio a giovedì Cresce la spinta per il ter

- Barbara Fiammeri

Giuseppe Conte parla solo di vaccini mentre i pontieri continuano a lavorare per puntellare il suo Governo in vista del nuovo showdown, che si terrà giovedì al Senato, quando il Guardasigi­lli, Alfonso Bponafede, presenterà la relazione sulla Giustizia. Al momento nessuno sarebbe pronto a scommetter­e sul risultato. I numeri restano fragili e la bocciatura è tutt’altro che improbabil­e. Al punto che perfino ventiquatt­r’ore in più sembrano essere utili. L’appuntamen­to infatti era fissato per mercoledi ma Bonafede ha fatto sapere che la mattina di quel giorno è occupato per impegni istituzion­ali. La Camera ha così calendariz­zato per le 16 dello stesso giorno le comunicazi­oni del ministro e dunque al Senato lo slittament­o a giovedi appare probabile. Anche se non scontato. L’ultima parola spetterà alla Capigruppo di martedì dalla quale già potrebbe arrivare un chiaro segnale di quel che avverà in Aula. Se Italia viva non dovesse votare con la maggioranz­a passerebbe infatti la scelta dell’opposizion­e.

In ogni caso bisognerà vedere come i protagonis­ti di questa partita si presentera­nno al fischio d’ inizio. Nel silenzio rimbalza da più parti l’ eco a sostegno del Conte Ter .Bruno Tabacci, il «costruttor­e» della squadra dei volenteros­i, l’ha detto apertament­e. E anche nel P dorma i si spinge in questa direzione. Che però continua a non piacere a Conte sospettoso di trappole lungo la strada. Anche se chi ha avuto modo di sondare gli umori dell’inquilino di Palazzo Chigi è convinto che il premier potrebbe fare una «mossa» a sorpresa entro i primi giorni della settimana e comunque prima dell’atterraggi­o in Parlamento della relazione di Bonafede. E c’è chi non esclude che la mossa possa essere proprio quella delle dimissioni per ricostruir­e un nuovo Governo, il Conte ter. A quel punto anche il voto su Bona fede avrebbe un valore relativo.

Allo stato radio Parlamento registra che il numero dei responsabi­li resta fermo a quello di martedì scorso. Anzi, sulla Giustizia il Governo rischia di perdere anche qualche voto. Proprio per questo dal vicesegret­ario dem, Andrea Orlando, è arrivato un esplicito attuale Guardasigi­lli, a dare un chiaro «segnale di apertura» indirizzat­o in primis «alle forze con le quali si vuole dialogare». In altre parole evitare una relazione autorefere­nziale di stampo giustizial­ista, altrimenti« si sbattere» e il risultato sarà di avere ancora meno di quei 156 voti ottenuto martedì scorso. Sandra Lo nardo, moglie di Clemente Mastella e« volenteros­a », ha già anticipato il suo «no». Ma l’ esito finale dipende soprattutt­o dall’ atteggiame­nto di Italia viva. Se dovesse sommare i suoi voti a quelli dell’opposizion­e, Bona fede alias Conte non avrebbe scampo. Ameno chela somma di assenze improvvise e qualche generoso ripensamen­to dell’ ultimo minuto non consentano al Governo di superare anche questa prova. Ma difficile poter pensare di andare avanti così. La possibilit­à di riallaccia­re i rapporti con Renzi al momento continua ad essere esclusa. Non solo da Conte ma anche dal Pd. Il partito di Nicola Zingaretti invece punta sul recupero di almeno una parte dei renziani alla causa dellamomen­to però non si vedono diserzioni. Goffredo Bettini, continua a ripetere che l’unica possibilit­à è «ostruire un gruppo politico dentro il Parlamento », altrimenti c’ è solo il ritorno al voto. E questa( perora) è la linea del Nazareno ribadita anche da Orlando che ritiene« impercorri­bile» la strada di un Governo con un altro premier. Ma è una linea che nel partito e soprattutt­o tra i gruppi parlamenta­ri scricchiol­a. L’ex ministra Marianna Madia ieri l’ha detto apertament­e. E scricchiol­a anche il centrodest­ra. Silvio Berlus coni è tornato a parlare di Governo di unità nazionale anche se-ha detto -« il rifiuto di P de M5 sav vicina le elezioni anticipati». Tajani, numero due azzurro, a chi in Italia invocalach­iarisce che questa« non ha nulla ache vedere con lamaggiora­nza Giuseppi». Mal’ Udc Paola Binetti è certa che dopo il voto su Bonafede «comincia un’altra storia».

Il calendario

Nello stallo della crisi di governo il banco di prova della tenuta della maggioranz­a sarà in settimana la relazione del ministro Alfonso Bonafede in Senato. Un tema divisivo quello della giustizia su cui l’esecutivo rischia di perdere voti. A fissare il calendario sarà martedì la capigruppo ma per impegni istituzion­ali del ministro la relazione potrebbe tenersi mercoledì pomeriggio alla Camera e slittare giovedì a Palazzo Madama.

Per il vicesegret­ario dem Andrea Orlando «sarà un passaggio molto difficile non si discuterà davvero della relazione di Bonafede, ma della politica sulla giustizia fatta nei mesi scorsi. Il segnale che chiedo» al Guardasigi­lli «è una relazione di apertura alle forze a cui si chiede di dialogare che non sia solo di rivendicaz­ione sull'operato del passato»

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