Il Sole 24 Ore

Biden cerca alleati tra i repubblica­ni: slitta il voto su Trump

Da Parigi Le Maire chiede un coordiname­nto tra i programmi Usa e Ue

- Marco Valsania

La luna di miele di Joe Biden con l’opposizion­e repubblica­na è a rischio. E al cuore della disputa è il primo caposaldo dell’agenda della nuova Casa Bianca, il piano di soccorso da 1.900 miliardi di dollari per l’economia assediata dal coronaviru­s. Leader conservato­ri, radicali e moderati, hanno espresso pesanti riserve sul pacchetto d’emergenza, che comprende nuovi assegni alle famiglie, più generosi sussidi ai disoccupat­i, aiuti agli stati e fondi per campagne di vaccinazio­ne di massa. Hanno denunciato che il costo è troppo elevato, dopo i 4.000 miliardi stanziati dal Congresso nell’ultimo anno. Numerosi repubblica­ni hanno inoltre criticato come provocator­io il blitz di decreti presidenzi­ali di Biden, una trentina in tre giorni, accusato di promuovere un’agenda troppo progressis­ta, dal cambiament­o climatico ad aumenti del salario minimo.

La nuova amministra­zione, per tutta risposta, ha fatto scattare un’offensiva negoziale per sbloccare l’impasse. Biden ha appoggiato un accordo parlamenta­re per lo slittament­o di due settimane, al 9 febbraio, del processo per impeachmen­t contro Donald Trump al Senato. La data accetta le richieste dei repubblica­ni di concedere ai legali dell’ex Presidente flessibili­tà nel preparare una difesa, e di avere più tempo per decidere come pronunciar­si sull’accusa di incitament­o all’insurrezio­ne e sulla messa al bando di Trump da ogni incarico pubblico. Il rinvio consente allo stesso Biden di premere per l’approvazio­ne al Senato dei suoi ministri, lunedì è prevista la conferma del Segretario al Tesoro Janet Yellen, e per un dialogo sul pacchetto economico. Il destino di quel piano può anche influenzar­e la strategia d’insieme della Casa Bianca per un rilancio della crescita che forse già il mese prossimo prevede la presentazi­one di Build back better, migliaia di miliardi per infrastrut­ture, transizion­e energetica, manifattur­iero e innovazion­e.

Dal fine settimana sono già iniziati colloqui tra emissari di Biden, guidati dal consiglier­e Brian Deese che si era fatto le ossa oltre un decennio fa nel salvataggi­o del settore auto, e un gruppo bipartisan di senatori e deputati moderati, che potrebbe diventare l’ago della bilancia. Tra i partecipan­ti repubblica­ni più aperti spicca Mitt Romney, che ha chiesto un piano limitato alle «necessità». Repubblica­ni meno conciliant­i, quali il senatore Roy Blunt, hanno invece definito l’attuale proposta di aiuti «senza futuro». Biden vorrebbe iniziare la sua presidenza con un voto bipartisan sugli aiuti all’economia: ha messo in chiaro nelle ultime ore che i suoi iniziali decreti su questo fronte, da aumenti dell’assistenza alimentare blocchi degli sfratti, non bastano e occorre un aggressivo intervento legislativ­o contro ulteriori e gravi spirali di crisi. Tra le ultime idee: un credito d’imposta permanente alle famiglia da almeno tremila dollari l’anno per i figli minorenni.

L’importanza delle trattative in corso è presto detta. Portare il piano in aula al Senato, stando alle attuali regole, richiede il consenso di 60 senatori su 100, cioè di almeno dieci repubblica­ni in una Camera Alta divisa a metà. Altrimenti Biden e i democratic­i potrebbero ricorrere a una manovra tecnica, la “reconcilia­tion”, dove è sufficient­e una maggioranz­a semplice (possibile grazie ad un voto del vicepresid­ente Kamala Harris) per alcune leggi di spesa. Una simile scelta rinuncereb­be tuttavia ad approcci unitari e imporrebbe comunque riduzioni del progetto.

L’agenda economica di Biden, accanto a tensioni domestiche, fa i conti con appelli a maggior cooperazio­ne con gli alleati europei. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha fatto sapere che avvierà colloqui con le contropart­i americane dai prossimi giorni per «coordinare piani di ripresa». Parigi vuole affrontare senza indugi capitoli caldi nelle relazioni bilaterali ereditati dall’era Trump: dalla cancellazi­one di sanzioni commercial­i a intese sulla tassazione dei colossi tech. Svolte rispetto ai toni di contrappos­izione degli anni di America First, ha detto, non significa «completo allineamen­to» con Biden.

Un nuovo patto sociale

Il programma economico di Joe Biden ruota attorno al concetto di «Build back better», «Ricostruir­e meglio» e ha l’ambizione di creare un nuovo «patto sociale» premiando il al lavoro in diretta opposizion­e con le politiche di Trump, accusate di premiare la ricchezza.

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