Biden cerca alleati tra i repubblicani: slitta il voto su Trump
Da Parigi Le Maire chiede un coordinamento tra i programmi Usa e Ue
La luna di miele di Joe Biden con l’opposizione repubblicana è a rischio. E al cuore della disputa è il primo caposaldo dell’agenda della nuova Casa Bianca, il piano di soccorso da 1.900 miliardi di dollari per l’economia assediata dal coronavirus. Leader conservatori, radicali e moderati, hanno espresso pesanti riserve sul pacchetto d’emergenza, che comprende nuovi assegni alle famiglie, più generosi sussidi ai disoccupati, aiuti agli stati e fondi per campagne di vaccinazione di massa. Hanno denunciato che il costo è troppo elevato, dopo i 4.000 miliardi stanziati dal Congresso nell’ultimo anno. Numerosi repubblicani hanno inoltre criticato come provocatorio il blitz di decreti presidenziali di Biden, una trentina in tre giorni, accusato di promuovere un’agenda troppo progressista, dal cambiamento climatico ad aumenti del salario minimo.
La nuova amministrazione, per tutta risposta, ha fatto scattare un’offensiva negoziale per sbloccare l’impasse. Biden ha appoggiato un accordo parlamentare per lo slittamento di due settimane, al 9 febbraio, del processo per impeachment contro Donald Trump al Senato. La data accetta le richieste dei repubblicani di concedere ai legali dell’ex Presidente flessibilità nel preparare una difesa, e di avere più tempo per decidere come pronunciarsi sull’accusa di incitamento all’insurrezione e sulla messa al bando di Trump da ogni incarico pubblico. Il rinvio consente allo stesso Biden di premere per l’approvazione al Senato dei suoi ministri, lunedì è prevista la conferma del Segretario al Tesoro Janet Yellen, e per un dialogo sul pacchetto economico. Il destino di quel piano può anche influenzare la strategia d’insieme della Casa Bianca per un rilancio della crescita che forse già il mese prossimo prevede la presentazione di Build back better, migliaia di miliardi per infrastrutture, transizione energetica, manifatturiero e innovazione.
Dal fine settimana sono già iniziati colloqui tra emissari di Biden, guidati dal consigliere Brian Deese che si era fatto le ossa oltre un decennio fa nel salvataggio del settore auto, e un gruppo bipartisan di senatori e deputati moderati, che potrebbe diventare l’ago della bilancia. Tra i partecipanti repubblicani più aperti spicca Mitt Romney, che ha chiesto un piano limitato alle «necessità». Repubblicani meno concilianti, quali il senatore Roy Blunt, hanno invece definito l’attuale proposta di aiuti «senza futuro». Biden vorrebbe iniziare la sua presidenza con un voto bipartisan sugli aiuti all’economia: ha messo in chiaro nelle ultime ore che i suoi iniziali decreti su questo fronte, da aumenti dell’assistenza alimentare blocchi degli sfratti, non bastano e occorre un aggressivo intervento legislativo contro ulteriori e gravi spirali di crisi. Tra le ultime idee: un credito d’imposta permanente alle famiglia da almeno tremila dollari l’anno per i figli minorenni.
L’importanza delle trattative in corso è presto detta. Portare il piano in aula al Senato, stando alle attuali regole, richiede il consenso di 60 senatori su 100, cioè di almeno dieci repubblicani in una Camera Alta divisa a metà. Altrimenti Biden e i democratici potrebbero ricorrere a una manovra tecnica, la “reconciliation”, dove è sufficiente una maggioranza semplice (possibile grazie ad un voto del vicepresidente Kamala Harris) per alcune leggi di spesa. Una simile scelta rinuncerebbe tuttavia ad approcci unitari e imporrebbe comunque riduzioni del progetto.
L’agenda economica di Biden, accanto a tensioni domestiche, fa i conti con appelli a maggior cooperazione con gli alleati europei. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha fatto sapere che avvierà colloqui con le controparti americane dai prossimi giorni per «coordinare piani di ripresa». Parigi vuole affrontare senza indugi capitoli caldi nelle relazioni bilaterali ereditati dall’era Trump: dalla cancellazione di sanzioni commerciali a intese sulla tassazione dei colossi tech. Svolte rispetto ai toni di contrapposizione degli anni di America First, ha detto, non significa «completo allineamento» con Biden.
Un nuovo patto sociale
Il programma economico di Joe Biden ruota attorno al concetto di «Build back better», «Ricostruire meglio» e ha l’ambizione di creare un nuovo «patto sociale» premiando il al lavoro in diretta opposizione con le politiche di Trump, accusate di premiare la ricchezza.